Distrutto il campo de La Barbuta costato 10 milioni di euro. Il presidente della Cri: «Ci sono situazioni di illegalità diffusa che non sono perseguite»
Il Comune di Roma ha pagato dieci milioni di euro per costruirlo. Conta
più di 160 casette prefabbricate dove abitano quasi mille nomadi. È il
«villaggio della solidarietà» de La Barbuta, periferia sud-est della
Capitale al confine con Ciampino, inaugurato nel 2012. Doveva essere il
fiore all’occhiello degli insediamenti regalati agli zingari. Dopo tre
anni è ridotto in pessime condizioni. Gli «inquilini» hanno mostrato
scarsissimo rispetto per la loro casa. Gli alloggi, i cosiddetti moduli
abitativi, sono stati distrutti e incendiati, le strade sono state
ridotte a discariche, cataste di auto rubate e ridotte a rottami vengono
smontante e rimontate tra la spazzatura. Non hanno avuto rispetto per
nulla, nemmeno per la Croce Rossa a cui erano stati assegnati due locali
proprio per aiutare i rom. Queste due strutture sono state bruciate
l’estate scorsa.
Il presidente provinciale della Croce Rossa di Roma, Flavio Ronzi, è
esasperato: «Da mesi ormai chiediamo all’assessore alle Politiche
sociali Cutini un incontro per parlare del degrado e delle situazioni di
tensione all’interno del campo, ormai è una zona franca ma nessuno ci
ha ancora dato risposte». Insomma, così non si può andare avanti. «Nel
lungo termine - spiega Ronzi - chiediamo il superamento dei villaggi
attraverso un’integrazione effettiva dei nomadi, come avviene in tutta
Europa, ma nel frattempo la sicurezza e il rispetto delle regole
all’interno dei campi devono essere garantiti: le istituzioni, invece,
sono totalmente assenti, non tutti i bambini vanno a scuola al mattino,
c’è chi sfreccia con la sua auto all’interno quando vuole, ci sono
situazioni di illegalità che non vengono perseguite, durante la notte o
nei fine settimana, quando non ci siamo, il quadro peggiora e tutto
diventa lecito». Come il rogo, appunto, dello scorso anno, appiccato
alla sede della Cri che conta otto operatori. «Hanno distrutto anche i
container per le attività ludiche - aggiunge - erano stati installati
nell’ottica della socializzazione e dell’integrazione, i continui
incendi di moduli abitativi, gli ultimi poche settimane fa, dimostrano
che la sicurezza e il diritto, anche con investimenti da milioni di
euro, non abitano a La Barbuta». Insomma si chiedono risposte: «Se
questa amministrazione insiste coi campi, li controlli e faccia attuare i
regolamenti, altrimenti ci spieghi cosa intende fare: il degrado, del
resto, non riguarda solo i villaggi ma l’invasione di insediamenti
abusivi lungo il Tevere, sotto i ponti, lasciare la situazione com’è
avrà solo l’effetto di amplificare il conflitto e l’intolleranza
sociale».
La Croce Rossa è stata vittima anche di altre vessazioni. Basta
ricordare cosa è accaduto il 7 luglio del 2013. Per farlo leggiamo la
relazione stilata dagli addetti alla vigilanza: «Alle ore 02,15 circa,
mentre espletavamo il servizio di monitoraggio, notavamo tre ragazzi che
entravano nel modulo della Croce Rossa dal quale asportavano materiale
voluminoso, presumibilmente un tavolo e probabilmente altre cose.
Avvertivamo la sala operativa che inviava sul posto la nostra unità
mobile di supporto e due pattuglie della polizia di Roma Capitale, le
quali si prodigavano per le procedure del caso. Lo stesso modulo altre
volte è stato fatto oggetto di razzie e atti vandalici». Proprio così,
questa è la routine con cui devono fare conto ogni giorno le guardie
addette al controllo del campo che sono state assunte come addetti alle
pulizie. Non hanno nemmeno la pistola d’ordinanza, in pratica non
possono difendersi e sono bersaglio quotidiano di minacce e aggressioni
da parte dei nomadi.
La situazione è sempre più critica. Ad aprile, ad esempio, sono stati
bruciati due moduli abitativi e un’auto parcheggiata in una strada
laterale. I responsabili, ovviamente, non sono stati trovati. La
criminalità continua, il degrado pure. Lo stesso fa il Comune di Roma
che continua a pagare per garantire un alloggio decoroso a chi,
probabilmente, non interessa.
Nessun commento:
Posta un commento