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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

13/06/14

EMERGENZA ROM «Pure alla Croce Rossa hanno dato fuoco...»


Distrutto il campo de La Barbuta costato 10 milioni di euro. Il presidente della Cri: «Ci sono situazioni di illegalità diffusa che non sono perseguite»



Il Comune di Roma ha pagato dieci milioni di euro per costruirlo. Conta più di 160 casette prefabbricate dove abitano quasi mille nomadi. È il «villaggio della solidarietà» de La Barbuta, periferia sud-est della Capitale al confine con Ciampino, inaugurato nel 2012. Doveva essere il fiore all’occhiello degli insediamenti regalati agli zingari. Dopo tre anni è ridotto in pessime condizioni. Gli «inquilini» hanno mostrato scarsissimo rispetto per la loro casa. Gli alloggi, i cosiddetti moduli abitativi, sono stati distrutti e incendiati, le strade sono state ridotte a discariche, cataste di auto rubate e ridotte a rottami vengono smontante e rimontate tra la spazzatura. Non hanno avuto rispetto per nulla, nemmeno per la Croce Rossa a cui erano stati assegnati due locali proprio per aiutare i rom. Queste due strutture sono state bruciate l’estate scorsa.
Il presidente provinciale della Croce Rossa di Roma, Flavio Ronzi, è esasperato: «Da mesi ormai chiediamo all’assessore alle Politiche sociali Cutini un incontro per parlare del degrado e delle situazioni di tensione all’interno del campo, ormai è una zona franca ma nessuno ci ha ancora dato risposte». Insomma, così non si può andare avanti. «Nel lungo termine - spiega Ronzi - chiediamo il superamento dei villaggi attraverso un’integrazione effettiva dei nomadi, come avviene in tutta Europa, ma nel frattempo la sicurezza e il rispetto delle regole all’interno dei campi devono essere garantiti: le istituzioni, invece, sono totalmente assenti, non tutti i bambini vanno a scuola al mattino, c’è chi sfreccia con la sua auto all’interno quando vuole, ci sono situazioni di illegalità che non vengono perseguite, durante la notte o nei fine settimana, quando non ci siamo, il quadro peggiora e tutto diventa lecito». Come il rogo, appunto, dello scorso anno, appiccato alla sede della Cri che conta otto operatori. «Hanno distrutto anche i container per le attività ludiche - aggiunge - erano stati installati nell’ottica della socializzazione e dell’integrazione, i continui incendi di moduli abitativi, gli ultimi poche settimane fa, dimostrano che la sicurezza e il diritto, anche con investimenti da milioni di euro, non abitano a La Barbuta». Insomma si chiedono risposte: «Se questa amministrazione insiste coi campi, li controlli e faccia attuare i regolamenti, altrimenti ci spieghi cosa intende fare: il degrado, del resto, non riguarda solo i villaggi ma l’invasione di insediamenti abusivi lungo il Tevere, sotto i ponti, lasciare la situazione com’è avrà solo l’effetto di amplificare il conflitto e l’intolleranza sociale».
La Croce Rossa è stata vittima anche di altre vessazioni. Basta ricordare cosa è accaduto il 7 luglio del 2013. Per farlo leggiamo la relazione stilata dagli addetti alla vigilanza: «Alle ore 02,15 circa, mentre espletavamo il servizio di monitoraggio, notavamo tre ragazzi che entravano nel modulo della Croce Rossa dal quale asportavano materiale voluminoso, presumibilmente un tavolo e probabilmente altre cose. Avvertivamo la sala operativa che inviava sul posto la nostra unità mobile di supporto e due pattuglie della polizia di Roma Capitale, le quali si prodigavano per le procedure del caso. Lo stesso modulo altre volte è stato fatto oggetto di razzie e atti vandalici». Proprio così, questa è la routine con cui devono fare conto ogni giorno le guardie addette al controllo del campo che sono state assunte come addetti alle pulizie. Non hanno nemmeno la pistola d’ordinanza, in pratica non possono difendersi e sono bersaglio quotidiano di minacce e aggressioni da parte dei nomadi.
La situazione è sempre più critica. Ad aprile, ad esempio, sono stati bruciati due moduli abitativi e un’auto parcheggiata in una strada laterale. I responsabili, ovviamente, non sono stati trovati. La criminalità continua, il degrado pure. Lo stesso fa il Comune di Roma che continua a pagare per garantire un alloggio decoroso a chi, probabilmente, non interessa.

Dario Martini - 11 giugno 2014

fonte: http://www.iltempo.it

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