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Carpeoro esprime un giudizio nettissimo: il referendum è solo «lo
strumento per fare fuori Renzi, anche se questo non è nemmeno
onestamente dichiarato». Ma un sostituto già pronto «ancora non c’è,
nemmeno il grillino Di Maio». E chec’entra, tutto questo, con l’avvenire del paese? «Nulla. Gli italiani si riempiono la bocca della Costituzione, della democrazia. Ma, se vai a vedere la sostanza, in Italia già da anni non c’è democrazia». Si dice che se vincesse il Sì saremmo costretti a subire la “dittatura” dell’Ue? «Ma perché, negli ultimi dieci anni cosa è successo, col vecchio sistema?». L’Italia bicamerale ha sottoscritto al 100% tutte le volontà dell’Unione Europea. Per questo, Carpeoro scommette che il voto del 4 dicembre non cambierà assolutamente niente: al limite, accelererà la fine politica di Renzi – irrilevante, per la comunità nazionale, vista l’assenza di vere alternative politiche. L’unico piano-B davvero democratico? Una scelta «eversiva e rivoluzionaria», di ribellione sistemica. «E le posizioni eversive e rivoluzionarie non c’entrano nulla con le leggi. Quando uno deve fare eversione e rivoluzione, non si può preoccupare di che legge elettorale ha, o di com’è fatta la Costituzione – tanto, comunque, uno Stato che fa una rivoluzione, la Costituzione poi se la cambia».
nemmeno il grillino Di Maio». E chec’entra, tutto questo, con l’avvenire del paese? «Nulla. Gli italiani si riempiono la bocca della Costituzione, della democrazia. Ma, se vai a vedere la sostanza, in Italia già da anni non c’è democrazia». Si dice che se vincesse il Sì saremmo costretti a subire la “dittatura” dell’Ue? «Ma perché, negli ultimi dieci anni cosa è successo, col vecchio sistema?». L’Italia bicamerale ha sottoscritto al 100% tutte le volontà dell’Unione Europea. Per questo, Carpeoro scommette che il voto del 4 dicembre non cambierà assolutamente niente: al limite, accelererà la fine politica di Renzi – irrilevante, per la comunità nazionale, vista l’assenza di vere alternative politiche. L’unico piano-B davvero democratico? Una scelta «eversiva e rivoluzionaria», di ribellione sistemica. «E le posizioni eversive e rivoluzionarie non c’entrano nulla con le leggi. Quando uno deve fare eversione e rivoluzione, non si può preoccupare di che legge elettorale ha, o di com’è fatta la Costituzione – tanto, comunque, uno Stato che fa una rivoluzione, la Costituzione poi se la cambia».
Certo, «le rivoluzioni possono essere violente o meno, delicate o
dalle tinte forti – e io sono contro la violenza», sottolinea Carpeoro.
Ma, aggiunge, «penso che gli italiani possano dare uno scossone forte a
questo sistema solo con atti realmente rivoluzionari», come appunto il
boicottaggio fiscale dimostrativo e l’astensionismo di massa dichiarato.
«Io sono su questa posizione, una posizione che metta gravemente in
discussione l’equilibrio, il futuro e le capacità dell’Italia. Evitiamo i
pannicelli caldi, il dire “resta la vecchia Costituzione, o arriva
quella nuova”: cosa vuoi che cambi?». Non è stata certo la Costituzione
vigente a mettere l’Italia al riparo dal massacro sociale dell’austerity
indotta dall’Ue e dall’Eurozona. Dunque, perché insistere su temi come
«il bicameralismo perfetto o imperfetto, la nomina dei senatori?». Una
presa di posizione estremamente esplicita: «Basta, non voglio essere
coinvolto in questa pantomima che serve solo per capire chi si siede
sulla sedia più bella», conclude Carpeoro. «L’Italia politica di questo tipo è finita. Poi magari la gente ne prenderà atto tra dieci anni, ma è già finita adesso».
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