Ma voi credete davvero che la Merkel, Juncker, Hollande e
soprattutto Mario Draghi, siano convinti dell’irreversibilità dell’Euro e
dell’utilità generale del suo impianto? Credete veramente che lo
ritengano insostituibile e che mai abbiano pensato, o pensino, a uno
scenario alternativo che riporti alle singole sovranità? Pensate
spassionatamente che la moneta unica sia stata fatta nascere per il bene
dell’Europa, di ogni membro e con spirito di solidarietà e
condivisione? Da ultimo, siete persuasi fino in fondo che la crisi dello
“spread” con Silvio Berlusconi sia nata da una spontanea sfiducia dei
mercati nei confronti dei nostri fondamentali?
Bene, se pensate così e ciecamente, fate male e il suggerimento non
può che essere quello di iniziare a riflettere meglio e considerare un
futuro alternativo. Anzi, tanto più perentoriamente Draghi parla
dell’Euro e della sua inamovibilità e tanto più dietro le quinte si
muovono le scene e c’è puzza di bruciato. Qui non si tratta di Trump,
Brexit o dell’ipotesi di chi fino a ora con l’Euro si è fatto ricco. Del
resto, anche uno sprovveduto, all’approssimarsi del prosciugamento di
un giacimento, inizierebbe a smontare la baracca per cercarne uno nuovo.
E siccome la Germania fin dall’inizio era perfettamente convinta della
temporaneità dell’Euro, è da un po’ che studia il modo per liberarsene.
Tanto i tedeschi ne erano convinti, che pretesero e ottennero che la
moneta unica nascesse con lo stampo del Marco e la Banca centrale
europea quello della Bundesbank. Solo così, infatti, la Germania poteva
garantirsi per un verso vita e guadagni facili, per l’altro la
possibilità di uscirne a piacimento e nel momento di massima
convenienza.
Insomma, per Kohl prima e la Merkel dopo, con la complicità di una
Francia accarrozzata, l’Euro doveva essere un giacimento da sfruttare e
utilizzare finché possibile. A distanza di quindici anni la miniera non
solo si va esaurendo, ma rischia di crollare su se stessa per via dei
troppi tunnel scavati dentro. Primo tra tutti quello dell’Italia, che
non solo per dimensioni è mastodontico, ma che da quando ha iniziato a
scricchiolare nessun Governo ha puntellato e messo in sicurezza. E se
con la Grecia, la Germania e la Francia l’hanno fatta franca, cacciando
Berlusconi e obbligando noi e gli altri a pagare gli sbagli loro o delle
loro banche, oggi non è più così.
Oggi l’Italia non ha più un soldo, gli altri partner sono in crisi e
indebitati, i popoli si lamentano e soprattutto il Quantitative easing
dovrà cessare. Come se non bastasse, è sempre più pressante la richiesta
alla Germania di utilizzare l’enorme surplus accumulato e di
condividere il debito di tutti. Insomma, stiamo arrivando al collo
dell’imbuto e solo i più forti ne usciranno per primi, perché gli altri
si schiacceranno e basta. Inoltre e qui si che c’entra Donald Trump, la
politica degli Stati Uniti d’America sarà diversa e, con la Brexit, gli
scambi, il commercio, la produzione e gli accordi cambieranno verso e
non di poco. La Merkel lo sa bene e vedendo l’esaurirsi della miniera,
che l’ha fatta d’oro, brigherà per far saltare l’Euro e continuare da
sola.
Del resto la Germania è l’unica che può farlo senza rischi e pericoli
particolari; è ricca, forte e ben piazzata e in fondo l’Euro è come il
Marco. Prepariamoci dunque e smettiamola di pensare che la moneta unica
sarà indiscutibilmente per sempre, pensiamo a noi e a quel che ci
conviene, sapere è potere. Non sarà una passeggiata e nemmeno polvere di
stelle, anzi, ma senza l’Euro si può continuare e magari crescere,
rinascere e ricostruire, meglio padroni di se stessi e delle proprie
scelte che schiavi e sudditi di quelle altrui.
di Elide Rossi e Alfredo Mosca - 11 febbraio 2017
fonte: http://www.opinione.it
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