Sergio Mattarella ha superato il quorum, è il nuovo presidente
della Repubblica. Il quorum e’ 505 voti. “L’esito è ormai scontato – ha
detto il presidente del Senato, Pietro Grasso – e siamo felici di questo
esito”.
Ecco la «persona di assoluta lealtà, correttezza, coerenza democratica e alta sensibilità costituzionale»
Non sono molti gli scheletri nell’armadio di Sergio Mattarella, il
nuovo Capo dello Stato beatificato da un endorsment sinistrorso dalle
santificazioni del mainstream de noiantri unite alle benevoli
dichiarazioni di Giorgio Napolitano ex Re d’Italia: «persona di assoluta lealtà, correttezza, coerenza democratica e alta sensibilità costituzionale»
Ai casti, puri, limpidi e cristallini ma affetti da amnesia patologia
conclamata corre l’obbligo di ricordare il ritratto a tinte fosche sul
loro Presidente.
Cominciamo dallo sbianchettamento delle bozze relative al dossier Mitrokhin;
le “relazioni pericolose” intrecciate dall’Antonino martire, il
fratello meno noto di Sergio, che balzò agli «onori delle cronache alla
fine degli anni Novanta nell’ambito di un’inchiesta della procura di
Venezia per riciclaggio di denaro e associazione mafiosa. Procedimento
poi archiviato nel 1996 per mancanza di prove». Per gli inquirenti al
lavoro su quella difficile indagine, Antonino avrebbe convogliato a
Cortina un’ingente massa di soldi sporchi, riconvertendo in
multiproprietà alcuni grandi alberghi». Un coinvolgimento indiretto,
certo: e allora, sempre in tema di scandali a «macchiare l’immagine del
Presidente invece c’è la confessione di aver accettato, alla vigilia
delle Politiche del 1992, un contributo elettorale di tre milioni di
lire – sotto forma di buoni benzina– dall’imprenditore agrigentino
Filippo Salamone, noto in Sicilia per essere vicino a Cosa Nostra».
Poi, nel 1999 le nefandezze della commissione Mitrokhin, l’archivio
contenente le attività illecite del Kgb in Italia, Sergio Mattarella
allora era vicepresidente del Consiglio dei Ministri con delega ai
servizi segreti. Nel Paese irrompe la notizia dell’esistenza di
documenti dirompenti. «E per far luce su quando i vertici di quel
governo seppero del dossier – ricostruisce Il Tempo – sul perché non fu
informata per tempo la magistratura italiana, sul chi e come «corresse»
le bozze del libro su quell’archivio e sul perché, guarda caso, si fece
in modo che l’archivista Mitrokhin non venne ascoltato dal Sismi, venne
istituita, qualche anno dopo, una commissione d’inchiesta parlamentare
presieduta dal senatore Paolo Guzzanti. E fra le molte persone sentite
ci fu anche Mattarella». Il quale, tra contraddizioni, smentite e sbalzi
temporali, in diverse audizioni sostenute di fronte alla commissione,
replicò in maniera poco convincente con argomenti che tamponarono sul
momento, ma non chiusero la falla dei tanti interrogativi a lungo
rimasti senza risposta. La sentenza definitiva sul giallo dello
sbianchettamento, poi, l’avrebbe pronunciata anni dopo, nel 2004, un
altro illustre presidente della Repubblica, il picconatore Francesco
Cossiga che, sul dossier Mitrokhin disse: «Chi è stato? I servizi segreti. Su ordine di chi? Il più adatto, ovvio, era Sergio Mattarella»…
Come se non bastasse, a questo bisogna aggiungere qualche altra
quisquiglia. Sempre da ministro della difesa, ebbe il coraggio di negare
la presenza di uranio impoverito nei proiettili USAti dalla Nato in
Kosovo e nei Balcani. Da non sottovalutare che è lui che ha fregato agli italiani il Referendum per cancellare la vergognosa Legge Fornero.
Ed infine, è con il suo contributo che il 13 gennaio 2014 la Corte
Costituzionale emise la Sentenza n. 1/2014 con cui il 4 dicembre 2013
bocciò le norme elettorali previste dal cosiddetto Porcellum. Porcellum
con il quale è stato eletto incostituzionalmente il Parlamento che oggi
altrettanto incostituzionalmente lo ha eletto Capo dello Stato.
Armando Manocchia
Mattarella presidente della repubblica 665 voti
Imposimato 127
Schede bianche 105
Feltri 46
Rodotà 17
Napolitano 2
Bonino 2
Martino 2
31 gennaio 2015
fonte: http://www.imolaoggi.it
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