Tra i Paesi musulmani dove i cristiani vengono maggiormente massacrati non ci sono solo Siria, Iraq e Nigeria
Tra i Paesi musulmani dove i cristiani vengono maggiormente massacrati non ci sono solo Siria, Iraq e Nigeria
I cristiani nel mirino della jihad islamica. Non è una novità, ma a impressionare sono i numeri.
Francesco Curridori - Ven, 06/02/2015
fonte: http://www.ilgiornale.it
Secondo Open Doorse, organizzazione americana protestante,
tra gli uomini, le donne e i bambini uccisi per la loro fede sono stati
4.344, il quadruplo rispetto a due anni fa a causa della nascita dell’Isis
e del gruppo terroristico di Boko Haram in Nigeria. Se secondo Open
Doors i cristiani uccisi, torturati e imprigionati nel mondo sono 100
milioni, per Jean-Michel di Falco, Timothy Radcliffe e Andrea Riccardi,
autori del "Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo", l’80%
delle persecuzioni religiose avvengono contri i cristiani e in termini
assoluti il numero si aggirerebbe tra i 150 e 200 milioni.
In base
alla World Watch List 2015, pubblicata da Open Doors, tra i Paesi
musulmani dove i cristiani vengono maggiormente massacrati non ci sono
solo Siria, Iraq e Nigeria, ma anche Somalia, Afghanistan, Sudan, Iran,
Pakistan, Eritrea, Egitto, Brunei. Nella stessa lista compaiono per la
prima volta anche Messico, Turchia e Azerbaijan, mentre Sudan ed Eritrea
sono i Paesi dove i cristiani vivono sotto il giogo di persecuzioni
continue. Il primato però spetta alla Corea del Nord che nelle sue
prigioni tiene segregati circa 70mila cristiani. Nel periodo considerato
dall’organizzazione americana le chiese bruciate o distrutte sono state
circa 1.062. Dopo la pubblicazione delle vignette di Charlie Hebdo in
Niger la furia islamica si è abbattuta contro 45 chiese, causando la
morte di almeno 10 persone, più di cento feriti e arresti. In India,
secondo un rapporto dell’organizzazione non governativa Catholic Secular
Forum, nell’anno appena trascorso, 7mila seguaci di Cristo sono stati
vittime di aggressioni, mentre cinque sono stati uccisi. Sotto accusa è
il premier Narendra Modi che non ha mai condannato le violenze, nemmeno
dopo l’incendio di una chiesa a New Delhi.
Francesco Curridori - Ven, 06/02/2015
fonte: http://www.ilgiornale.it
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