Alcuni obiettivi colpiti dai jet giordani, che hanno messaggi di morte scritti sulle bombe
Dopo
l’esecuzione del tenente giordano Mouath al Kasasbeh, bruciato vivo dai
terroristi dell’Isis, la Giordania urla vendetta. A cavalcare
l’indignazione è prorpio re Abdallah II, che in una foto si mostra in
uniforme da combattimento. Abdallah II ha seguito l’Accademia militare
brittannica, sulle orme del padre Hussein. Ed i jet giordani preparano l’attacco all’Isis, con messaggi di morte scritti sulle bombe. Ci sarebbero già alcuni obiettivi colpiti. “Mostreremo
loro l’inferno”. “Da una coraggiosa pilota giordana a Baghdadi”: sono
alcuni dei messaggi scritti a mano dai militari di Amman sulle bombe
caricate sui caccia prima di lanciare la rappresaglia contro l’Isis.
“Non pensiate che Dio sia all’oscuro di quello che i malfattori stanno
facendo”, recita invece la scritta su un foglio mostrata da un pilota
prima del decollo.
La strategia della Giordania non è solo quella
militare. Il Paese ha rimesso in libertà nelle ultime ore un leader
jihadista noto per esser stato il padre spirituale del qaedista Abu
Mussab Zarqawi e di aver esplicitamente accusato di miscredenza il
regime saudita. Il 55enne Abu Muhammad al Maqdisi, alias Issam
Taher al Barqawi, con passaporto giordano ma di origini palestinesi,
potrebbe essere usato dalle autorità giordane per rivolgere ai suoi
seguaci sermoni anti-Stato islamico. Parlando già ad una tv
giordana, Abu Muhammad al Maqdisi ha affermato che la barbara uccisione
di Kassasbe “non è accettabile da nessuna fede, da nessun essere umano”.
Il leader qaedista, già autore di libelli contro la casa reale saudita
alleata della Giordania, si è anche presentato come il mediatore chiave
nel tentativo di scambio di prigionieri avviato da Amman con l’Isis le
settimane scorse. “Quando parlavo con loro (i miliziani dello Stato
islamico) mentivano e rimanevano vaghi. Non erano interessanti veramente
allo scambio”, ha affermato il 55enne. Sulla nascita lo scorso giugno
del cosiddetto Stato islamico guidato dal leader dell’Isis, Abu Bakr al
Baghdadi, Maqdisi ha detto che “lo Stato basato sulla legge islamica
deve unire e non dividere i musulmani”.
6 febbraio 2015
fonte: http://www.qelsi.it
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