31 gennaio 2015
“Carissimi
colleghi, in un contesto di frenetiche vicende che ci hanno coinvolto
tutti negli ultimi mesi, ho motivo di ritenere che la nostra comunità
interna non abbia pienamente percepito la gravità e il pericolo che
derivano dalle “regole di ingaggio” che il Dipartimento della pubblica sicurezza vuol propinarci. Se dovesse mai passare il progetto relativo ai “protocolli operativi” che dopo le festività ci è stato nuovamente riproposto, a
ciascun Poliziotto non resterebbe che fare una sola cosa: mettere le 4
firme e presentare domanda di proscioglimento perché con queste “regole”
saremmo automaticamente condannati prima ancora di uscire di servizio.
Nei giorni scorsi ho partecipato al Viminale ad una riunione che doveva
riaprire la discussione sull’argomento dopo le festività natalizie. Nei
mesi scorsi abbiamo chiesto a gran voce regole di ingaggio chiare e
utili per i poliziotti, ma anche per i cittadini. E con grande forza
abbiamo contrastato – attraverso pubblici interventi che hanno avuto
rilievo su vari media nazionali – la prima proposta fatta dal
Dipartimento. Adesso col 2015 riaprono il tavolo e cosa fanno? Ci
propinano la stessa minestra riscaldata!!! Abbiamo pertanto come SAP
abbandonato il tavolo ministeriale e non parteciperemo più ad alcun
confronto, confidando anche sul fatto che le altre organizzazioni
sindacali adottino la stessa scelta.
Non vogliamo essere coinvolti,
neppure moralmente, in questo folle progetto di regole di ingaggio che
condannerebbe i Poliziotti al “macello giurisdizionale”,
disciplinare e civile con le richieste di risarcimento danni che
pioverebbero a valanga da parte dei soliti facinorosi e violenti che
inquinano le nostre strade e le nostre piazze. L’intero progetto è
vergognosamente ispirato a linee guida che individuano la negatività
della “piazza” esclusivamente nei Poliziotti. Non sono norme a tutela,
ma censorie, che individuano nuovi obblighi, forme di disciplina e
soprattutto ci espongono in maniera sfacciata a sicure condanne in sede
penale e civile. L’impianto complessivo non garantisce né i colleghi né i
manifestanti. Servono poche regole, chiare, per sapere con certezza
cosa si deve fare.
Non
si può imporre in capo ai Poliziotti quello che neppure la legge
pretende, come ad esempio la “proporzionalità” nell’uso dei mezzi di
coazione fisica. Come si potrà, in questo caso, intervenire anche
soltanto con una banale carica di alleggerimento per un blocco stradale o
ferroviario, visto che il diritto alla salute dei manifestanti potrebbe
essere astrattamente considerato prevalente rispetto agli eventuali
ritardi e disagi nella circolazione dei treni e nel traffico stradale?
Come si può pensare di affrontare in un
contesto di guerriglia urbana, come avvenuto nei giorni scorsi a
Cremona, una legione di persone travisate e armate utilizzando lo
sfollagente per colpire “solo” gli arti superiori e inferiori, evitando
le articolazioni? Come è possibile, tanto per proseguire negli esempi,
pensare di entrare in un locale dove vi sono persone in preda ad
allucinazioni, in stato alterato per abuso di sostanze alcoliche o
stupefacenti, e “congelare” la situazione fino all’arrivo del personale
sanitario, in attesa di eventuale loro intervento e trattamento
sanitario obbligatorio? Chi ha lavorato su strada sa che occorrono anche
numerose ore per tutto questo procedimento!
Queste regole sono una baggianata portata
avanti nel solco di quel pregiudizio ideologico che caratterizza chi
pensa che i Poliziotti debbano essere “bonificati nella mente” mediante
corsi di riappacificazione. La cosa davvero sconcertante è che il
Dipartimento non si sia opposto e che Mamma Amministrazione abbia
supinamente sacrificato i suoi figli…
Noi non parteciperemo a questo tavolo di
lavoro fino a quando il Dipartimento della pubblica sicurezza non avrà
cestinato lo scellerato tomo e non si produrrà un nuovo progetto
costituito da poche e chiare norme, che siano davvero a tutela
dell’operatore di Polizia e di chi svolge pubbliche funzioni come quella
da noi operata.
Abbiamo evitato di pubblicare sul nostro
sito il fascicolo relativo alla proposta di regole di ingaggio, ma è
opportuno che tutta la comunità interna ne sia a conoscenza. Invitiamo
pertanto le Segreterie Provinciali, Regionali SAP e i colleghi tutti a
contattare la Segreteria Generale per farsi inviare tramite mail la
documentazione.”
Fonte: SAP
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