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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

01/02/15

“…a ciascun Poliziotto non resterebbe che fare una sola cosa: mettere le 4 firme e presentare domanda di proscioglimento perché con queste “regole” saremmo automaticamente condannati prima ancora di uscire di servizio.”

regole di ingaggio 

31 gennaio 2015

“Carissimi colleghi, in un contesto di frenetiche vicende che ci hanno coinvolto tutti negli ultimi mesi, ho motivo di ritenere che la nostra comunità interna non abbia pienamente percepito la gravità e il pericolo che derivano dalle “regole di ingaggio” che il Dipartimento della pubblica sicurezza vuol propinarci. Se dovesse mai passare il progetto relativo ai “protocolli operativi” che dopo le festività ci è stato nuovamente riproposto, a ciascun Poliziotto non resterebbe che fare una sola cosa: mettere le 4 firme e presentare domanda di proscioglimento perché con queste “regole” saremmo automaticamente condannati prima ancora di uscire di servizio. Nei giorni scorsi ho partecipato al Viminale ad una riunione che doveva riaprire la discussione sull’argomento dopo le festività natalizie. Nei mesi scorsi abbiamo chiesto a gran voce regole di ingaggio chiare e utili per i poliziotti, ma anche per i cittadini. E con grande forza abbiamo contrastato – attraverso pubblici interventi che hanno avuto rilievo su vari media nazionali – la prima proposta fatta dal Dipartimento. Adesso col 2015 riaprono il tavolo e cosa fanno? Ci propinano la stessa minestra riscaldata!!! Abbiamo pertanto come SAP abbandonato il tavolo ministeriale e non parteciperemo più ad alcun confronto, confidando anche sul fatto che le altre organizzazioni sindacali adottino la stessa scelta.
Non vogliamo essere coinvolti, neppure moralmente, in questo folle progetto di regole di ingaggio che condannerebbe i Poliziotti al “macello giurisdizionale”, disciplinare e civile con le richieste di risarcimento danni che pioverebbero a valanga da parte dei soliti facinorosi e violenti che inquinano le nostre strade e le nostre piazze. L’intero progetto è vergognosamente ispirato a linee guida che individuano la negatività della “piazza” esclusivamente nei Poliziotti. Non sono norme a tutela, ma censorie, che individuano nuovi obblighi, forme di disciplina e soprattutto ci espongono in maniera sfacciata a sicure condanne in sede penale e civile. L’impianto complessivo non garantisce né i colleghi né i manifestanti. Servono poche regole, chiare, per sapere con certezza cosa si deve fare.


Polizia di Stato 

Non si può imporre in capo ai Poliziotti quello che neppure la legge pretende, come ad esempio la “proporzionalità” nell’uso dei mezzi di coazione fisica. Come si potrà, in questo caso, intervenire anche soltanto con una banale carica di alleggerimento per un blocco stradale o ferroviario, visto che il diritto alla salute dei manifestanti potrebbe essere astrattamente considerato prevalente rispetto agli eventuali ritardi e disagi nella circolazione dei treni e nel traffico stradale?
Come si può pensare di affrontare in un contesto di guerriglia urbana, come avvenuto nei giorni scorsi a Cremona, una legione di persone travisate e armate utilizzando lo sfollagente per colpire “solo” gli arti superiori e inferiori, evitando le articolazioni? Come è possibile, tanto per proseguire negli esempi, pensare di entrare in un locale dove vi sono persone in preda ad allucinazioni, in stato alterato per abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti, e “congelare” la situazione fino all’arrivo del personale sanitario, in attesa di eventuale loro intervento e trattamento sanitario obbligatorio? Chi ha lavorato su strada sa che occorrono anche numerose ore per tutto questo procedimento!
Queste regole sono una baggianata portata avanti nel solco di quel pregiudizio ideologico che caratterizza chi pensa che i Poliziotti debbano essere “bonificati nella mente” mediante corsi di riappacificazione. La cosa davvero sconcertante è che il Dipartimento non si sia opposto e che Mamma Amministrazione abbia supinamente sacrificato i suoi figli…
Noi non parteciperemo a questo tavolo di lavoro fino a quando il Dipartimento della pubblica sicurezza non avrà cestinato lo scellerato tomo e non si produrrà un nuovo progetto costituito da poche e chiare norme, che siano davvero a tutela dell’operatore di Polizia e di chi svolge pubbliche funzioni come quella da noi operata.
Abbiamo evitato di pubblicare sul nostro sito il fascicolo relativo alla proposta di regole di ingaggio, ma è opportuno che tutta la comunità interna ne sia a conoscenza. Invitiamo pertanto le Segreterie Provinciali, Regionali SAP e i colleghi tutti a contattare la Segreteria Generale per farsi inviare tramite mail la documentazione.” 

Fonte: SAP

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