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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

01/02/15

Marò, Il sequestro dei fucilieri di Marina Latorre e Girone - aspettando la soluzione indiana... in silenzio




IL SEQUESTRO DEI FUCILIERI DI MARINA LATORRE E GIRONE -
ASPETTANDO LA 'SOLUZIONE' INDIANA …..... IN SILENZIO.
1 Febbraio 2015
Stefano Tronconi
Silenzio …... tre anni sono passati e siamo sempre lì.
Dopo tre anni di illegale sequestro e malgrado ormai tutti sappiano che i due marò sono del tutto estranei ai fatti loro contestati ….. l'Italia rimane in silenzio. Tutto viene lasciato nelle mani dell'India.
E come potrebbe essere altrimenti? Sotto la spinta 'colpevolista' dei vertici della marina militare italiana e la costante e discreta regia dell'ormai ex-Presidente Napolitano:
- il governo Monti ha da subito riconosciuto la giurisdizione indiana ed ha consegnato i due fucilieri;
- il governo Letta aveva già dato luce verde alla loro condanna schierandosi a favore del 'giusto' e 'veloce' processo indiano, salvo poi essere preso in contropiede dall'uscita delle prove che scagionano Girone e Latorre;
- il governo Renzi non ha saputo fare di meglio che provare a percorrere la strada della violazione dei diritti degli imputati per la mancata formulazione di un capo d'accusa, come se la dimostrata innocenza dei due fucilieri fosse un dettaglio insignificante.
Silenzio. Il silenzio di tre governi italiani, ed un Paese intero, che, malgrado la provata innocenza dei suoi due soldati, si sono piegati ed umiliati di fronte all'India ed al mondo. Tre governi italiani, ed un Paese intero, che hanno rinunciato a rivendicare ed a pretendere giustizia ancora una volta dimostrandosi un Paese piccolo, piccolo.
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L'India da quasi un anno ha voltato pagina. Ed ha cambiato quel 'verso' che l'Italia sa cambiare solo a parole. Ha tra l'altro un nuovo governo che nulla ha a che fare con il sequestro di Girone e Latorre e con la manipolazione delle indagini.
Il nuovo primo ministro indiano, Modi, però non è tipo da amare i Paesi che si fanno piccoli, piccoli. Non è tipo da amare chi non riesce neppure ad avere il coraggio delle proprie ragioni.
In questi primi mesi di governo, Modi non ha esitato a rinsaldare i rapporti con un Paese come gli Stati Uniti che per anni gli avevano negato perfino il visto d'ingresso.
Non ha esitato a rimettere su un binario positivo i rapporti difficili da anni con la Danimarca che aveva rifiutato l'estradizione in india di un cittadino danese accusato di terrorismo.
Non ha esitato a riposizionare la tradizionale politica 'terzomondista' del Partito del Congresso per stringere nuove e più forti relazioni in particolare con Germania e Giappone.
Perché ai suoi occhi l'India è un Paese che merita e deve giocare nella serie A del mondo. Ma dell'Italia e dei marò non ha ritenuto di doversi occupare perché l'Italia in serie A non gioca più da tempo.
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I marò non sono stati 'incastrati' da Modi, dal suo governo o dal suo partito. I marò sono stati 'incastrati' dal governo e dal Partito del Congresso e soprattutto dall'Italia.
Il nuovo governo indiano non ha mai assunto davanti ai giudici una posizione ostile nei confronti dei marò. Ha lasciato semplicemente che la questione venisse risolta dai giudici stessi perché non ritiene di dover spendere capitale politico su una questione del genere. Non c'è fretta perché l'Italia non gioca nella serie A del mondo. E poi fretta non dimostra di averne in primo luogo l'Italia.
Se i giudici indiani una soluzione non la dovessero trovare il governo indiano della vicenda dovrà prima o poi seriamente occuparsene. Perché oltre a non poter mettere in scena un processo con l'impianto accusatorio completamente manipolato, l'India sa di non disporre neppure delle leggi applicabili alla vicenda dei marò.
Ma se ne occuperà senza fretta, perché è l'Italia a starsene in silenzio. Ufficialmente perché il governo italiano è impegnato in delicate trattative per risolvere la vicenda, di fatto perché il governo italiano è semplicemente in attesa di essere chiamato da Modi a firmare qualsiasi soluzione venisse proposta. Nei tempi e nei modi più congeniali all'India.
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Dopo tanto scrivere, vale ormai la pena che anch'io attenda in silenzio. Tra una settimana, un mese od un trimestre la soluzione 'indiana' arriverà …..
 
 

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