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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

01/05/20

Le mani della Cina sull’Italia: ora indagano i Servizi Segreti. Non c’è solo Immuni…

Più di qualcuno ha da subito avanzato dubbi e perplessità sulla nuova app Immuni realizzata per contrastare – o almeno così dicono – la diffusione del covid-19. E più di qualcuno ha avanzato dubbi e perplessità su degli strani movimenti tra Italia e Cina. Ma finché sono giornalisti, analisti e commentatori, non si crea troppo rumore. Se ad alzare le antenne, però, ora sono anche i Servizi segreti, allora qualcosa sotto c’è. Fabio Martini ricostruisce il retroscena su La Stampa: “Negli ultimi giorni da quegli ambienti trapela una nuova pista di indagine: tracciare i ‘movimenti’ cinesi su due prede italiane, la app Immuni e Borsa Italiana. Certo, piste diversissime tra loro, che curiosamente portano ad uno stesso punto di partenza: Hong Kong, il ‘porto profumato’ della Repubblica popolare cinese”.


Nei giorni scorsi La Stampa aveva anticipato l’interesse dei proprietari della Borsa di Parigi per l’acquisizione di Borsa Italiana, la società che gestisce Piazza Affari, ma ora è affiorato anche l’interesse degli operatori di Hong Kong. E si capisce perché: “Borsa Italiana – si legge su La Stampa – è centro nevralgico di informazioni sulle imprese quotate. E ci sono cinesi anche tra i soci di Bending Spoons, la società chiamata a gestire Immuni, la app che dovrebbe realizzare il tracciamento della popolazione ai fini della lotta alla pandemia. Ad una società partecipata da cinesi toccherebbe gestire database preziosi e strategici, come quelli sullo stato di salute e ai movimenti di milioni di italiani”.


Per la Cina, l’Italia, ferita dal coronavirus, è tornata ad essere preda appetitosa. Sulla app “Immuni” il Copasir, il Comitato per i Servizi presieduto dal leghista Raffaele Volpi, sta cercando di capire un aspetto essenziale: visto che tra i soci della Bending Spoons c’è il fondo Nuo Capital, che investe in Italia con capitali cinesi, possibile che a gestire dati così sensibili non sia un soggetto pubblico? Scrive sempre Fabio Martini: “E ancora: Stephen Cheng, manager cinese presente nella Bending ha qualche parentela con un alto personaggio presente nel Comitato centrale del Pc cinese?”.


E non è finita: “Come mai la ministra dell’innovazione Paola Pisano avrebbe coperto col segreto i lavori istruttori che hanno portato alla scelta della Bending Spoons?”. Ci auguriamo che arrivino presto delle risposte su questo fronte perché la questione è decisamente delicata. 


fonte: https://www.ilparagone.it 

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