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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

10/12/14

Luxleaks, media rivelano accordi fiscali segreti con altre 35 società, tra cui Skype e Telecom






Il Consorzio Internazionale dei Giornalisti ha in mano 50 nuovi documenti che provano l'accordi tra 35 nuove società e il Lussemburgo con l'obiettivo di ottenere agevolazioni fiscali spettacolari. Per Skype tasse solo sul 5% dei guadagni


Lussemburgo 10 dicembre 2014. All'inizio di novembre è scoppiato il caso Luxleaks, l'inchiesta sugli accordi fiscali segreti ed estremamente vantaggiosi siglati da alcune multinazionali con il Lussemburgo durante il governo dell'attuale presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. E oggi, a un mese di distanza, si parla già di Luxleaks 2.

Anche Telecom Italia tra le 35 società implicate
Ci sono infatti altre 35 società implicate nell'affaire che sta facendo tremare il Gran Ducato e Juncker. Tra queste ci sono nomi illustri come Telecom Italia e Skype, persino la Walt Disney, Koch Industries e Bombardier. A provarlo sarebbero alcuni nuovi documenti - una cinquantina, ottenuti dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti, e citati dal quotidiano belga Le Soir in questo articolo.

Skype: tasse sul 5% dei guadagni
Le Soir parla di deduzioni fiscali "spettacolari" per il colosso delle telefonate online: il 95%, riusciva cioè a pagare imposte solo sul 5% dei guadagni. Buona 'sorte' fiscale anche per la Walt Disney Lussemburgo che aveva ottenuto un'imposizione nello 0,28%. Gli accordi tra Lussemburgo e le società risalirebbero ad un periodo compreso tra il 2003 e il 2011.

I primi nomi coinvolti: da Amazon ad Apple
Fino ad ora nelle pagine dell'inchiesta Luxleaks erano già comparsi nomi molto più che illustri: tra i tanti - 340 multinazionali - c'erano anche Apple, Amazon, Ikea e Pepsi.

10 dic 2014
fonte: http://www.rainews.it/

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