L’Italia
si scopre fragile e sospesa nel vuoto. All’indomani della maxi
operazione romana che ha prodotto 37 arresti per associazione mafiosa,
coinvolgendo incalliti delinquenti e uomini delle istituzioni, Roma
sembra essersi ridotta da capitale del belpaese ad emblema della
decadenza nazionale. L’Italia è aggredita da due fronti: quello della
speculazione internazionale con la divisa dell’euro, composta da falchi
pronti ad avventarsi sulla preda ormai tramortita, e quello della
corruttela, profondamente radicata nella classe politico-dirigente.
Inutile girarci attorno, il paese “istituzionale” è marcio, senza se e
senza ma !
Dinanzi a questo scenario il popolo Italiano si vede doppiamente tradito: nella sua storia, costata lacrime e sangue ed insidiata oggi da una pressione migratoria tutt’altro che solidaristica (in quanto mirata alla prevaricazione culturale e al disordine sociale) e nella prospettiva, in quanto vede distrutto il lavoro e rubato persino l’avvenire dei propri figli.
Dinanzi a questo scenario il popolo Italiano si vede doppiamente tradito: nella sua storia, costata lacrime e sangue ed insidiata oggi da una pressione migratoria tutt’altro che solidaristica (in quanto mirata alla prevaricazione culturale e al disordine sociale) e nella prospettiva, in quanto vede distrutto il lavoro e rubato persino l’avvenire dei propri figli.
E’ pur
vero che la corruzione esiste dalla notte del tempo, infatti Platone
distingueva “l’oro incorruttibile”, quello della conoscenza e del valore
morale, “dall’oro che contamina”, cioè quello dei beni materiali,
perciò proponeva che i “custodi” della città (i politici), dessero il
buon esempio: “non avranno proprietà private, mangeranno in mense
comuni, e solo a loro sarà fatto divieto di maneggiare o toccare oro e
argento o di farne sfoggio». Altri tempi, è vero, oggi sarebbe una
pretesa assurda vedere politici ben preparati e onesti costretti a
vivere in povertà, ma certamente andrebbe escogitato un freno reale agli
eccessi opposti, cioè quelli di una politica trasformata in un
gigantesco mercato d’affari, in cui le caste vecchie e nuove sguazzano
nell’oro (nell’euro) a spese del popolo che viaggia verso la povertà.
E’
mortificante assistere a questa imperante corruzione, mentre il paese
affonda sotto il peso di una pressione fiscale immorale ed
inaccettabile, che ha già distrutto ampia parte del tessuto produttivo
inducendo migliaia di aziende a chiudere o fuggire all’estero, mentre si
continua ad agitare l’evasione fiscale come scudo politico di comodo.
Chiacchiere ! La verità è che il popolo non può sostenere più la
manbassa predatoria di un sistema che appare capillare, diffuso in ogni
direzione, dal piccolo comune alle regioni e allo Stato, oltre a quella
del sistema bancario europeo sotto i panni della Troika, che gestisce il
denaro, la speculazione e il debito pubblico in simultanea.
Oggi come
ieri, non basta uscire dall’euro, bisogna mettere mano ad un superamento
del modello culturale della passiva rassegnazione, oltre che ad una
trasformazione radicale dello Stato, perché quello presente, volutamente
infarcito di ambiguità e contraddizioni, non è più in grado di
garantire i diritti, i servizi, l’ordine pubblico, la salute e la
dignità dei cittadini. Se nonostante la valanga di leggi e
provvedimenti, la corruzione è ancora virulenta e diffusa, al punto da
veder seduti allegramente allo stesso tavolo di un qualunque ristorante
politici e mafiosi, vuol dire semplicemente che da una parte ci sono i
furbi con le bandierine dei partiti in mano, che arraffano qualunque
cosa gli sta a portata, e dall’altra un popolo che continua a votare per
clientelismo o a non votare per ignoranza ed inutile protesta.
fonte: http://www.lanuovaitalia.eu
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