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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

08/12/14

Corruttela e rassegnazione, due sponde e una voragine.



Corruttela e rassegnazione, due sponde e una voragine.


Venerando_F
di Francesco Venerando Mantegna

L’Italia si scopre fragile e sospesa nel vuoto. All’indomani della maxi operazione romana che ha prodotto 37 arresti per associazione mafiosa, coinvolgendo incalliti delinquenti e uomini delle istituzioni, Roma sembra essersi ridotta da capitale del belpaese ad emblema della decadenza nazionale. L’Italia è aggredita da due fronti: quello della speculazione internazionale con la divisa dell’euro, composta da falchi pronti ad avventarsi sulla preda ormai tramortita, e quello della corruttela, profondamente radicata nella classe politico-dirigente. Inutile girarci attorno, il paese “istituzionale” è marcio, senza se e senza ma !
Dinanzi a questo scenario il popolo Italiano si vede doppiamente tradito: nella sua storia, costata lacrime e sangue ed insidiata oggi da una pressione migratoria tutt’altro che solidaristica (in quanto mirata alla prevaricazione culturale e al disordine sociale) e nella prospettiva, in quanto vede distrutto il lavoro e rubato persino l’avvenire dei propri figli.
E’ pur vero che la corruzione esiste dalla notte del tempo, infatti Platone distingueva “l’oro incorruttibile”, quello della conoscenza e del valore morale, “dall’oro che contamina”, cioè quello dei beni materiali, perciò proponeva che i “custodi” della città (i politici), dessero il buon esempio: “non avranno proprietà private, mangeranno in mense comuni, e solo a loro sarà fatto divieto di maneggiare o toccare oro e argento o di farne sfoggio». Altri tempi, è vero, oggi sarebbe una pretesa assurda vedere politici ben preparati e onesti costretti a vivere in povertà, ma certamente andrebbe escogitato un freno reale agli eccessi opposti, cioè quelli di una politica trasformata in un gigantesco mercato d’affari, in cui le caste vecchie e nuove sguazzano nell’oro (nell’euro) a spese del popolo che viaggia verso la povertà.
E’ mortificante assistere a questa imperante corruzione, mentre il paese affonda sotto il peso di una pressione fiscale immorale ed inaccettabile, che ha già distrutto ampia parte del tessuto produttivo inducendo migliaia di aziende a chiudere o fuggire all’estero, mentre si continua ad agitare l’evasione fiscale come scudo politico di comodo. Chiacchiere ! La verità è che il popolo non può sostenere più la manbassa predatoria di un sistema che appare capillare, diffuso in ogni direzione, dal piccolo comune alle regioni e allo Stato, oltre a quella del sistema bancario europeo sotto i panni della Troika, che gestisce il denaro, la speculazione e il debito pubblico in simultanea.
Oggi come ieri, non basta uscire dall’euro, bisogna mettere mano ad un superamento del modello culturale della passiva rassegnazione, oltre che ad una trasformazione radicale dello Stato, perché quello presente, volutamente infarcito di ambiguità e contraddizioni, non è più in grado di garantire i diritti, i servizi, l’ordine pubblico, la salute e la dignità dei cittadini. Se nonostante la valanga di leggi e provvedimenti, la corruzione è ancora virulenta e diffusa, al punto da veder seduti allegramente allo stesso tavolo di un qualunque ristorante politici e mafiosi, vuol dire semplicemente che da una parte ci sono i furbi con le bandierine dei partiti in mano, che arraffano qualunque cosa gli sta a portata, e dall’altra un popolo che continua a votare per clientelismo o a non votare per ignoranza ed inutile protesta.

fonte: http://www.lanuovaitalia.eu

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