Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via email all'indirizzo edomed94@gmail.com Saranno immediatamente rimossi. L'autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.


Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

12/12/14

Il malaffare, l’"antipolitica" e le colpe di Napolitano

Il malaffare, l’"antipolitica" e le colpe di Napolitano

di Angelo Cannatà 
Ci sono persone che amano essere venerate come divinità. Non sbagliano mai. Non hanno colpe. Possiedono la verità. Napolitano, per esempio. L’ultimo discorso mostra – come meglio non si potrebbe – questo stile di pensiero. I cortigiani plaudono. Il Presidente ha parlato. “L’ha detto lui”, dunque non può che essere vero. E’ lecito praticare – di fronte a tante certezze – l’esercizio del dubbio? 

L’impressione, per dirla in modo chiaro, è che il testo letto all’Accademia dei Lincei contenga una forte carica di ambiguità. Vediamo. 

Si parla della necessità di combattere il malaffare. Giusto. Venezia, Milano e “Mafia Capitale” fanno orrore e vedono coinvolti destra e sinistra. Dopodiché si additano come “patologia” coloro che negli scandali non sono coinvolti, non rubano, nonsono collusi con la mafia. I conti non tornano. Vedere nei grillini una “patologia del sistema”, significa nascondere che non solo sono onesti ma restituiscono quanto gli spetta per legge. Ergo: il Presidente di fatto delegittima (come “antipolitica”), la forza parlamentare che lotta la corruzione, proprio mentre diceche la corruzione va combattuta. Protagora e Gorgia (insieme) non avrebbero fatto di meglio. 

Il richiamo ai sofisti non è casuale. Perché i fatti, davvero, vengono stravolti con un gioco linguistico: a sentire Napolitano chi denuncia gli scandali “in realtà” licavalca. Con un gioco di prestigio dialettico si cambiano i termini (e le carte in tavola), si fa sparire la verità e dal cilindro spuntano i 5Stelle – “patologia eversiva” – responsabili di tutti i mali d’Italia. Una favola. Alla quale non crede più nessuno. 

Piuttosto. Visto che il Capo dello Stato riconosce, finalmente, le responsabilità di Renzi (“banditore di smisurate speranze”, “per giunta senza alcun ben determinato retroterra”), è lecito chiedere chi l’ha nominato/sostenuto/consigliato/guidato? Non sono sue – Presidente – le “smisurate speranze” nel segretario fiorentino e nelsupertecnico Monti e nella inflessibile Fornero, nell’inconcludente Letta? Non è responsabile anche lei del fallimento di una politica che – con ostinazione – ha tolto ai cittadini la possibilità di scegliersi un governo? Nessuna autocritica. Mai. È imbarazzante la certezza del Capo dello Stato. 

Viene in mente Stirner. L’Unico. Benché provenga dalla tradizione marxista Re Giorgio adotta schemi e stili di pensiero che trascurano le cause economiche e sociali della crisi politica. Soprattutto: ha pensato di risolverla, la crisi, scrivendo il copione, dettando i tempi e dirigendo dalla cabina di regia. S’è sentito l’Unico in grado di capire guidare il Paese. Intendiamoci. Che l’abbia guidato è incontestabile; che l’abbia anche capito e trovato soluzioni giuste – visto il fallimento – è un altro discorso. No. Napolitano non è stato un buon Presidente. E non va giudicato per le intenzioni (Kant), ma per le responsabilità (Weber): se il risultato delle sue scelte è un disastro non può chiamarsi fuori. Le smisurate (e mal riposte) speranze in progetti e uomini sbagliati fanno parte della storia del Presidente Giorgio Napolitano. 

Infine. Il Nostro ritiene che il degrado sia frutto anche “d’infiniti canali di comunicazione, di giornali tradizionalmente paludati, opinion makers senza scrupoli”. I giornalisti. Ecco i responsabili: l’hanno tirato in ballo sulla trattativa Stato-mafia. Napolitano rifiuta l’evidenza: “lo Stato è sceso a patti dopo le stragi e oggi è ancora più succube delle organizzazioni criminali” (Ingroia). “Mafia Capitale” è figlia di un clima: di tolleranza e trattative, oltre che di squallidi interessi per il Dio denaro. 

Se questo è il quadro – nonostante i banalizzatori (non solo Ferrara) – l’auspicio di Re Giorgio “di una larga mobilitazione collettiva” contro l’antipolitica è fuori dalla realtà: il Paese si mobilita, oggi, contro corrotti e corruttori; sta con chi non rubae pensa, per intenderci, alla redistribuzione del reddito. Al salario di cittadinanza. Sarà un tema decisivo nelle prossime elezioni. Il popolo rivendica diritti. Ed ha superato – in larghi settori della società – la soglia minima di povertà. I cittadini votano guardando le proprie tasche vuote. E quelle, troppo piene, dei politici. Di quale mobilitazione va parlando Giorgio Napolitano? Per difendere chi? 

http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-malaffare-l%E2%80%99antipolitica-e-le-colpe-di-napolitano/

Giorgio Napolitano: “Critica alla politica è degenerata in patologia eversiva”

tramite: http://alfredodecclesia.blogspot.it/

Nessun commento:

Posta un commento