Ecco finalmente una notizia che aumenterà in tutti noi il sentimento
europeista. La Corte europea dei diritti umani, istituzione attiva dal
1959 cui aderiscono tutti i Paesi europei pur non essendo un’emanazione
della Ue, ha condannato la Francia per aver tenuto troppo a lungo in
custodia cautelare 10 pirati somali catturati nel 2008 nell’Oceano
Indiano. I giudici della Corte di Strasburgo affermano che le autorità
francesi hanno violato il diritto alla libertà e alla sicurezza dei
pirati, come previsto dall’articolo 5, paragrafo 3, della Convenzione
europea dei diritti umani.
Pur
avendoli catturati in “flagranza di reato” a bordo delle navi francesi
Le Ponant e Carre d’As assaltate armi in pugno dai criminali che avevano
preso in ostaggio i 32 membri degli equipaggi, le autorità francesi
hanno compiuto una grave violazione dei diritti umani.
Una volta portati in Francia, invece di farli comparire davanti a un
giudice “senza attendere”, i poliziotti francesi li hanno tenuti in
custodia cautelare per 48 ore. Un fatto gravissimo per la Corte europea,
specie considerando che i militari francesi li avevano già
precedentemente trattenuti per oltre 4 giorni in un caso e più di 20 ore
nell’altro. Una violazione inaudita dei loro diritti nonostante i
pirati siano stati catturati in seguito ai blitz delle forze speciali
della Marina francese.
Nel
condannare Parigi i giudici della Corte europea dei diritti umani hanno
tenuto a precisare di non hanno messo in dubbio il fatto che la Francia
abbia avuto bisogno di tempo per trasportare i sospetti dal Golfo di
Aden in un tribunale francese. La sentenza di condanna è dovuta al fatto
che i pirati una volta sbarcati dovevano essere portati davanti a un
giudice immediatamente, non dopo alcune ore.
La sentenza ha il sapore della beffa anche nella pena inflitta alle
autorità francesi che dovranno versare tra i 7 e i 9 mila euro ai dieci
pirati somali come risarcimento per danni morali, oltre a pagare più di
25 mila euro per le spese processuali sostenute.
Una decisione incredibile tenuto conto anche della particolare
efferatezza del crimine compiuto da criminali incalliti, pronti a
uccidere con armi da guerra ostaggi indifesi se non fosse stato pagato
un riscatto complessivo di 4,1 milioni di dollari.
Farabutti il cui crimine è stato interrotto dai militari francesi che si
sono limitati a uccidere un solo pirata, che aveva opposto resistenza,
catturando gli altri per assicurarli alla giustizia.
Nonostante
si macchino di un crimine internazionale con i “poveri” pirati somali i
cavilli legali si sono sprecati fino a far apparire come una
barzelletta la lotta alla pirateria condotta dalla comunità
internazionale.
In molti casi le navi militari che catturavano pirati sono state
costrette a liberarli riportandoli sulla costa somala dopo averli
sfamati e ospitati per giorni e dopo aver constatato che nessun Paese
della regione dell’Oceano Indiano accettava di incarcerarli e
processarli.
Anche le convenzioni stipulate dall’Unione Europea con Seychelles e
Kenya, che si sono resi disponibili a intentare processi, hanno
mostrato limiti non indifferenti. I processi si tengono infatti molti
mesi dopo gli abbordaggi e i testimoni, membri degli equipaggi delle
navi sequestrate e delle navi militari he li avevano catturati, si
trovavano già molto lontano dall’Africa Orientale e dai tribunali. Senza
testimoni molti processi sono stati archiviati e i pirati sono tornati
in libertà pronti a riprendere gli abbordaggi.
Più o meno quello che accade in Italia alle centinaia di scafisti catturati dalla Marina durante l’operazione Mare Nostrum.
Non è andata così bene alle ciurme di pirati che, sempre nel 2008,
cercarono di abbordare alcuni mercantili russi non sapendo che imbarcano
mitragliatrici e cannoncini a tiro rapido gestiti da ex militari. Dalle
indiscrezioni raccolte non risulta che i russi abbiano mai “fatto
prigionieri” e da diversi anni le navi russe non vengono più attaccate
dai pirati somali.
Quanto alla Corte europea dei diritti umani, la sentenza contro la
Francia sarà pure giustificata dalle legge ma non può non suscitare
amarezza. Invece di tutelare i pirati riempendolo loro le tasche di euro
i giudici di Strasburgo avrebbero fatto più bella figura a multare
l’India per i mille giorni di fermo senza processo dei Fucilieri di
Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. In proporzione, se la
Francia deve pagare ai pirati qualche migliaio di euro per poche ore di
ritardo nelle pratiche giudiziarie ai due marò dopo quasi tre anni
l’India dovrebbe versare milioni.
Foto Eunavfor, AP, Ministero Difesa Francese
di Gianandrea Gaiani9 dicembre 2014
da Libero Quotidiano del 6 dicembre
tramite: http://www.analisidifesa.it
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