Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via email all'indirizzo edomed94@gmail.com Saranno immediatamente rimossi. L'autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.


Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

11/12/14

A che punto è la guerra in Libia?

Il 9 dicembre ad Abu Dhabi rappresentanti di UE, USA, ONU e Paesi arabi hanno fatto il punto sulla crisi libica. I negoziati tra laici e islamisti potrebbero riprendere la prossima settimana

General Khalifa Haftar talk about military operations with Libyan army commanders in BenghaziVai vai vai alla scheda paese 
ADVERTISEMENT

In una nota inviata dall’ufficio di gabinetto del premier libico Abdullah Al Thinni si legge che il 9 dicembre Abu Dhabi ha ospitato un meeting di alto livello tra i maggiori stakeholder presenti in Libia, ovvero Unione Europea, Stati Uniti e ONU. L’incontro, al quale hanno preso parte anche i rappresentanti di diversi Paesi arabi (Egitto ed Emirati erano in prima fila per via del loro coinvolgimento diretto nella crisi libica), ha di fatto sostituito il “Ghadames II”, appuntamento annunciato nelle scorse settimane dall’UNSMIL (missione delle Nazioni Unite in Libia) per il 9 dicembre ma che, a un giorno dallo svolgimento, è stato posticipato alla prossima settimana.

L’episodio dimostra come non sia ancora stata risolta la disputa per il potere in corso nel Paese, con due governi e due parlamenti insediati rispettivamente a Tobruk (dove ha sede il governo ‘laico’ guidato da Al Thinni) e Tripoli (dove ha invece il proprio quartier generale l’esecutivo islamista).

L’8 dicembre Bernardino Leon, inviato speciale dell’ONU in Libia, era a Tripoli per incontrare Nuri Abu Sahmain, il presidente del Congresso Nazionale Generale (CNG), l’organismo a maggioranza islamista che dopo le elezioni di giugno avrebbe dovuto cedere il potere alla Camera dei Rappresentanti e che invece ha deciso di non riconoscere il nuovo parlamento. Dall’incontro è dunque emersa l’intenzione della comunità internazionale di voler ammettere anche il CNG al tavolo dei negoziati, perché è “l’unica maniera per porre fine alla crisi è avviare un dialogo nazionale sincero che miri a superare le divergenze”, come si legge in un comunicato congiunto emesso al termine dell’incontro di Abu Dhabi.

Ad Abu Dhabi era però presente il solo Al Thinni, il cui governo continua a operare regolarmente sebbene la Corte Costituzionale libica ne abbia decretato lo scioglimento a inizio novembre. Non resta pertanto che attendere il prossimo round dei negoziati, per capire se e come sarà possibile far arrivare a un accordo le due parti. Un altro elemento da chiarire è se al tavolo dei negoziati verranno invitati o meno esponenti dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) o il generale Khalifa Haftar. Quest’ultimo l’8 dicembre ha posto le sue condizioni per la riuscita del processo di riconciliazione: disarmo e dissoluzione delle milizie e consegna al governo di Tobruk dei punti strategici (porti, aeroporti, impianti petroliferi) in mano agli islamisti.

A complicare la situazione la notizia secondo cui l’Assemblea Costituente (l’unico organo ancora ufficialmente operativo in Libia) starebbe valutando la possibilità di sostituire la Camera dei Rappresentanti e il Congresso Nazionale Generale con un parlamento ad interim composto dai nuovi sindaci eletti a novembre (nonostante i disordini, in diverse circoscrizioni si è infatti votato per il rinnovo dei consigli municipali).

L’Italia osserva con attenzione l’evoluzione delle trattative. Il 9 dicembre, nel corso di un incontro a Washington con il segretario di Stato John Kerry, il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni si è pronunciato sulla crisi libica affermando che “la priorità di Italia e Stati Uniti è quella di sostenere la mediazione dell’inviato dell’ONU e di farlo anche con i Paesi vicini [..] benché consapevoli delle difficoltà che la mediazione in corso sta incontrando sul terreno”.

vai_alla_scheda_paese

Il ruolo di Khalifa Haftar

Nel permanente caos libico, la figura di Haftar potrebbe alla fine avere la meglio su quella di altri leader militari o politici. Tornato in patria dopo la caduta di Gheddafi, Haftar si è riproposto sulla scena nazionale con la campagna anti-islamista “Operazione Dignità”, di recente sostenuta anche dall’esecutivo di Tobruk. Nelle scorse settimane, inoltre, è circolata la notizia secondo cui la Camera dei Rappresentanti avrebbe ufficialmente decretato la riabilitazione del Generale e il reintegro di alcuni suoi ufficiali nell’Esercito Nazionale, mentre in questi giorni si è addirittura parlato di una nomina di Haftar a Comandante Supremo dell’Esercito.

La voce è circolata con un tempismo forse non casuale. La scorsa settimana i vertici dell’Esercito Nazionale Libico hanno dichiarato di non escludere la possibilità che un Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF) prenda in mano il potere nel Paese nel caso in cui governo e parlamento non saranno più capaci di gestire la situazione. Qualora ciò dovesse avvenire, la strada per l’ascesa di Haftar sarebbe spianata.

11 dicembre 2014
fonte. http://www.lookoutnews.it

Nessun commento:

Posta un commento