12 dic – l’agenzia europea per il controllo delle frontiere (Frontex,
che ha sede a Varsavia) accusa il suo “ufficio” italiano di essere un
po’ troppo di manica larga nel decidere di avviare i salvataggi in mare.
Quelle azioni che, finché c’era stata “Mare Nostrum” (che, però, era
condotta e anche pagata solo dall’Italia) costituivano la ragione
fondamentale del dispiegamento delle forze marittime nel Mediterraneo.
L’invito a rientrare nei ranghi è contenuto in una lettera – il cui
testo è stato rivelato dall’Adnkronos – inviata dal direttore della
divisione operativa di Frontex, Klaus Rosler, al direttore centrale per
l’immigrazione del ministero dell’Interno, Giovanni Pinto. Nella lettera
Rosler si dice “preoccupato” per i continui interventi di Frontex oltre
le 30 miglia marine, il limite operativo dell’operazione “Triton”.
Quando alla fine dell’estate scorsa fu annunciata la interruzione,
peraltro mai avvenuta, di “Mare Nostrum”, tutte le associazioni
umanitarie denunciarono che “Triton” sarebbe rimasta circoscritta entro
le 30 miglia dalla costa e che questo limite di azione avrebbe
certamente provocato un aumento del numero delle vittime del
Mediterraneo. La risposta fu che, in caso di reale emergenza, quel
limite non avrebbe avuto alcun valore. In casi simili, infatti,
l’obbligo di intervenire è assoluto. Già, ma quando e come si individua
questo genere di emergenza?
Molto spesso l’allarme viene lanciato dalle barche in difficoltà
attraverso telefonate fatte con i satellitari. E’ successo anche lo
scorso 20 novembre: ricevuta la richiesta di aiuto, è scattata
l’operazione di soccorso.
Secondo il direttore operativo di Frontex, è esattamente quanto non andava fatto. Rosler, infatti, nella lettera scrive che una telefonata satellitare non può essere di per sé considerata un evento idoneo a determinare un’azione di “Search and rescue” (cioè di ricerca e soccorso). E raccomanda che in casi del genere siano prima intraprese “azioni per investigare e verificare e solo in seguito, in caso di difficoltà, attivare un altro assetto marittimo”.
Frontex, inoltre, non considera “necessario e conveniente sotto il profilo dei costi” l’utilizzo di pattugliatori (offshore patrol vessel) “per queste attività di verifica iniziale al di fuori dell’area”.
Altre indicazioni di Frontex al Centro operativo di Roma sono di “tenere in considerazione il luogo e la distanza tra i possibili obiettivi e gli assetti di Frontex” (per esempio, se un naufragio avviene in prossimità delle coste libiche “coinvolgere i centri operativi di controllo più vicini”) e, infine, di utilizzare la lingua inglese per “tutte le comunicazioni in ambito Frontex”. Il frequente uso della lingua italiana, sottolinea Rosler, “dovrebbe essere evitato”, perché “non del tutto in linea con il piano operativo e con le procedure internazionali”. Non è chiaro se l’ultimo avvertimento sia un banale richiamo al protocollo operativo o nasca dall’esigenza di controllare meglio le comunicazioni tra il centro Frontex di Roma e le navi militari italiane impegnate dell’operazione. Per evitare che – memori di Mare Nostrum – i nostri siano troppo zelanti nei salvataggi oltre le trenta miglia.
Altre indicazioni di Frontex al Centro operativo di Roma sono di “tenere in considerazione il luogo e la distanza tra i possibili obiettivi e gli assetti di Frontex” (per esempio, se un naufragio avviene in prossimità delle coste libiche “coinvolgere i centri operativi di controllo più vicini”) e, infine, di utilizzare la lingua inglese per “tutte le comunicazioni in ambito Frontex”. Il frequente uso della lingua italiana, sottolinea Rosler, “dovrebbe essere evitato”, perché “non del tutto in linea con il piano operativo e con le procedure internazionali”. Non è chiaro se l’ultimo avvertimento sia un banale richiamo al protocollo operativo o nasca dall’esigenza di controllare meglio le comunicazioni tra il centro Frontex di Roma e le navi militari italiane impegnate dell’operazione. Per evitare che – memori di Mare Nostrum – i nostri siano troppo zelanti nei salvataggi oltre le trenta miglia.
TISCALI
http://www.imolaoggi.it - venerdì, 12, dicembre, 2014
leggi anche: http://edoardo-medini.blogspot.it/2014/12/la-demenziale-convivenza-tra-triton-e.html
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