Ecco che cosa dovremmo fare, se fossimo veramente uno Stato di diritto e una nazione dedita al bene comune
Ecco che cosa dovremmo fare, se fossimo veramente uno Stato di diritto e una nazione dedita al bene comune
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fronte alla sconvolgente inchiesta «Mafia Capitale» - il cui giro
d'affari principale è legato alla gestione dei clandestini e dei rom e
al persistere degli sbarchi e delle stragi di clandestini - se fossimo
veramente uno Stato di diritto e una nazione dedita al bene comune, un
governo preposto a salvaguardare l'interesse supremo degli italiani
avrebbe dovuto procedere con decreti legge per rendere immediatamente
esecutivi:
1) La fine degli ingressi illegali dei clandestini e, di conseguenza, delle operazioni Mare Nostrum o Frontex.
2) La fine del fiume di denaro pubblico destinato alle cooperative o
associazioni per tutte le attività legate ai clandestini e agli
immigrati irregolari.
3) Lo scioglimento di tutte le aziende pubbliche o parificate di
proprietà dei Comuni, delle Province e delle Regioni con i bilanci in
perdita, trasferendo le loro competenze a aziende private vincolate al
rispetto della missione sociale.
4) Promuovere la gestione imprenditoriale delle istituzioni dello
Stato, assicurando un corretto rapporto tra competenze, personale e
bilancio, per garantire il miglior risultato al minor costo e nei tempi
più rapidi.
5) Sanzionare nel modo più severo, alla stregua del tradimento della
Patria, tutti coloro che risultano coinvolti nello sperpero e
nell'appropriazione indebita del denaro pubblico.
Se fossimo un Paese che si rispetti, in cui tutti i cittadini sono
uguali di fronte alla legge, si sarebbe già dovuto non solo sciogliere
la giunta e il consiglio comunale di Roma, ma inquisire tutta la filiera
coinvolta nella criminale operazione di appropriazione indebita di
denaro pubblico, che vede coinvolti la criminalità organizzata, quasi
tutti i principali partiti politici, alti livelli della burocrazia dei
ministeri e settori delle forze dell'ordine che si occupano di
immigrazione, le cooperative catto-comuniste che hanno il monopolio
della gestione dei centri di accoglienza, dei campi rom e delle mense
per i poveri, in aggiunta agli imprenditori collusi.
È l'immigrazione il principale affare della Cupola di «Mafia
Capitale»: «Noi quest'anno abbiamo chiuso... con quaranta milioni di
fatturato, ma tutti i soldi e gli utili li abbiamo fatti sugli zingari,
sull'emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori
finiscono a zero». Ed è sempre Salvatore Buzzi, braccio destro e sodale
di Massimo Carminati, capo della Cupola affaristica che ha di fatto
governato Roma, a sentenziare: «Tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli
immigrati? Il traffico di droga rende meno».
Corrompere tutti per poter ricattare tutti. Così la criminalità
organizzata ha messo le mani sull'amministrazione della capitale
d'Italia. Ma la stessa cosa accade anche negli altri Comuni, Province,
Regioni, ministeri e in tutte le istituzioni dello Stato dove scorre
incontrollato un fiume di denaro pubblico. È lì la radice del male.
«Mafia Capitale» non è un fatto a sé stante, bensì la conferma che la
vera Mafia è lo Stato stesso. Lo Stato che, dopo aver lucrato e
sperperato, ci addebita il costo di una burocrazia-poltronificio
elefantiaca, onerosa e per di più inefficiente, imponendoci il più alto
livello di tassazione al mondo, ci perseguita addossandoci la colpa di
questo sfacelo in quanto evasori fiscali o dissipatori del nostro denaro
e, pertanto, nel nome dell'austerità, ci obbliga a fare sempre più
sacrifici rassegnandoci a perdere le nostre case, le nostre aziende, la
nostra dignità, fino a ridurci in uno stato di povertà materiale e
prostrazione umana.
Mi auguro che, a fronte della reazione di un governo preoccupato di
arginare il caso e di farlo passare nel dimenticatoio quasi si trattasse
di un incidente di percorso, gli italiani insorgano per porre fine
all'ingiustizia di essere ridotti in povertà perché viene anteposto
l'interesse dei clandestini, degli immigrati e dei rom, e perché un
fiume di denaro va a finire nelle tasche di criminali di professione,
politici corrotti, cooperanti ipocriti, burocrati malavitosi e
imprenditori spregiudicati. Ora basta!
www.magdicristianoallam.it
tramite: http://www.ilgiornale.it 7 dic 2014
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