Più
che un braccio di ferro, un ricatto. Più che una detenzione, un
sequestro di persona. Ciò che il protocollo diplomatico finora proibiva
di ammettere – con buona pace del presidente Napolitano e (ultimo ma non
ultimo) del ministro degli Esteri Gentiloni- ce lo sbattono in faccia
gli stessi indiani.
Come
un ceffone. Con la stessa, sgradevole, tracotanza dimostrata fin
dall’inizio di quel lontano 15 febbraio 2012. Il fuciliere di Marina
Salvatore Girone, da quasi tre anni prigioniero dei fantasmi togati di
New Delhi, in attesa di un processo neppure istruito, è ufficialmente un
ostaggio.
Ecco la sostanza di quanto dicono all’ Economic Times ,
fonti governative un Paese che prentende di insegnarci civiltà
giuridica mentre in casa propria gli stupri scalano il Guinness dei
primati. Il giornale è tornato sulla vicenda dei nostri due marò in
vista del 12 gennaio, ovvero la data della scadenza del permesso
concesso dalla Corte Suprema a Massimiliano Latorre, rientrato a
settembre in Italia per curarsi dopo l’ictus che lo aveva colpito
qualche giorno prima. «Girone- spiegano i soliti ignoti del ministero
degli Interni indiano- è l’unica garanzia per il ritorno di Latorre».
Ergo: per questo al fuciliere non è stato concesso di poter trascorrere
il Natale in patria come invece accadde l’anno prima. Dall’altro ieri
Latorre- che ha chiesto di prolungare di due mesi la permanenza in
Italia per motivi di salute- si trova, invece, protetto dai carabinieri
in una stanza dell’ospedale milanese di San Donato. Sta ancora male e
dovrebbe essere operato al cuore dopo l’Epifania. Gli indiani non
sprecano, nemmeno stavolta, l’occasione per mostrare una disarmante
protervia: «Il ministero- ironizza l’anonimo funzionario locale- aveva
già detto che in India erano disponibili le migliori cure per Latorre. E
poi, se era così malato non era certo opportuno un lungo viaggio…».
L’impalpabile governo italico tace impotente. Seguendo l’infruttuosa
regola dell’understatement: sminuire, incassare senza repliche. Il Cocer
Interforze, che affronterà la questione mercoledì, per bocca di Alfio
Messina, si dice «parecchio preoccupato».
La
compagna di Latorre, su Facebook, lei, almeno lei si sfoga. «Eppure
sono innocenti…Eppure stavano svolgendo il loro dovere…», scrive Paola
Moschetti facendo un bilancio dell’2014. «Un anno che non può essere
definito positivo «perché aver visto il mio compagno rischiare la sua
vita in un ospedale indiano e a distanza di quattro mesi esatti avere
ancora serie problematiche di salute non può rappresentare motivo di
felicità». E «vedere la luce di un terzo anno sapendo che la situazione
giudiziaria che coinvolge ingiustamente lui e il suo collega è ancora
irrisolta non regala tranquillità. Desideri per il 2015? si chiede la
donna. «Mi auspico che Massimiliano possa superare i suoi problemi di
salute e ritrovare anche solo parte di quella serenità che l’ingiustizia
che subisce gli sta togliendo di giorno in giorno; che Salvatore possa
finalmente far rientro dai suoi cari, e che sia restituito a noi tutti
parte di quel che ci è stato sottratto ponendo fine a questa acuta
sofferenza».
Renzi ieri è tornato dalle sue dorate vacanze sulla
neve. Del caso non parla. Unica a protestare, con una lettera al numero
uno indiano, Pranab Mukherjee, la presidentessa di Federcasalinghe…
Accontentiamoci?
di Redazione - 4 gennaio 2015
fonte: http://www.qelsi.it
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