Mentre
l'Europa fronteggia l'allarme integralista l'Italia taglia i militari
che presidiano le città: nel 2015 saranno 1.250 in meno
Mentre
l'Europa fronteggia l'allarme integralista l'Italia taglia i militari
che presidiano le città: nel 2015 saranno 1.250 in meno
Le
immagini le abbiamo fissate nelle nostre retine: quel commando che
agisce in pochi minuti nel centro di Parigi con organizzazione
militaresca.
- Ven, 09/01/2015 -
Nei nostri occhi e nelle nostre teste che temono un giorno
vicino l'incubo possa riguardare oltre che i nostri fratelli francesi
anche noi. Noi che i militari dalle trincee cittadine li abbiamo appena
tolti o quasi.
È così che l'Italia affronterà una guerra di
civiltà che volenti o nolenti ci vede forse non in prima linea ma certo
non nelle retrovie. Con le strade meno vigiliate. Lo ha deciso di
recente il governo Renzi: l'operazione «Strade Sicure», inaugurata
nell'agosto 2008 con l'impiego del personale delle Forze Armate nel
controllo del territorio stabilito da un decreto a firma dei ministri
dell'Interno e della Difesa del governo Berlusconi-ter, dal 1° gennaio
scorso è ridimensionata. Meno uomini di pattuglia, meno città
interessate. Se nel 2014 gli uomini e le donne in divisa impiegate
nell'operazione sono stati 4250, nel 2015 saranno soltanto 3mila.
Nelle
direttive impartite dalle prefetture si prevede lo sbianchettamento
delle ronde a piedi nelle «zone rosse» delle città: stazioni
ferroviarie, aeroporti, grandi infrastrutture. Cancellata anche la
vigilanza a bordo di veicoli nelle periferie. Lì dove spesso nasce e
prospera il germe dell'intolleranza, dove più si acquattano le cellule
tumorali dell'antioccidentalismo. Tirando le somme: 980 soldati in meno
in città, 385 in meno davanti ai centri di raccolta degli immigrati, che
pure sono notoriamente luoghi di reclutamento e di infiltrazione di
terroristi, e 115 in più, invece, a guardia di sedi di istituzioni,
ambasciate e abitazioni di possibili obiettivi.
Va detto che
l'operazione «Strade sicure» qualche perplessità l'aveva sollevata sin
dall'inizio. Da più parti si era ritenuto che l'addestramento degli
uomini in mimetica non fosse idoneo a contrastare la delinquenza di
strada. Obiezione, questa, non priva di fondamento. Ma la presenza di
uomini in divisa di pattuglia è comunque un notevole fattore deterrente.
E infatti «Strade sicure» qualche obiettivo l'ha centrato. Secondo i
numeri resi noti pochi mesi fa da Esercito Italiano, i suoi uomini, da
agenti di pubblica sicurezza, avrebbero in sei anni sequestrato oltre
due tonnellate di droga, oltre 620 armi e 12mila mezzi, eseguito quasi
di 14.500 arresti e controllato circa 2 milioni di persone e oltre un
milione di automezzi.
Una notizia preoccupante e che forse ora,
all'indomani dell'assalto al cuore dell'Europa, sarà riveduta. Ma non
certo una sorpresa. Malgrado la partecipazione in missioni di
peacekeeping , sicurezza e soccorso in Italia e all'estero, le forze
armate italiane sono da tempo sotto la spada di Damocle di robusti tagli
nell'ambito di una riorganizzazione in vista di un nuovo modello che
dovrebbe essere tracciato in un Libro bianco della Difesa da tempo
annunciato e ancora inedito.
Di certo c'è che l'Italia, tra i
grandi Paesi europei, è quello che destina alle spese militari le
risorse più esigue: poco più di 44 milioni di dollari secondo i dati del
Sipri ( Stockholm international peace research institute ) relativi al
2009, pari all'1,3 per cento del Pil. La Francia impiega il 2,3 per
cento del suo fatturato, il regno Unito il 2,5, la Russia il 3,5 e solo
la Germania (1,3) e la Spagna (1,2) sono ai nostri livelli.
fonte: http://www.ilgiornale.it
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