Uno in ospedale, l’altro in India, tutti e due in attesa di un processo
ormai perduto nella giungla della giustizia indiana. Se da un lato
l’intero Paese, in particolare i politici, inviano auguri di pronta
guarigione a Massimiliano Latorre, che ha appena subito un intervento al
cuore, i militari italiani, oltre a sperare in una rapida ripresa,
pretendono che questa vicenda si concluda presto, e con onore, per due
servitori della pace che qualunque cosa abbiano fatto (ammesso che
abbiano fatto qualcosa, questo è tutto da accertare) lo hanno fatto
servendo il Tricolore, l’Europa e la Nato.
Dal blindatissimo Policlinico San Donato, dove Massimiliano è
ricoverato con l’Arma dei Carabinieri che veglia sulla sua tranquillità,
non arrivano dichiarazioni ufficiali, se non il «bisogno di riposo e
serenità», sottolineato dalla compagna Paola Moschetti. Ma la situazione
è molto tesa. Fabrizio Cicchitto, parlamentare di Ncd, fa «i più
calorosi auguri di buona guarigione a Massimiliano Latorre, che è stato
sottoposto a un’operazione al cuore. Sono vicino a lui e alla sua
famiglia: sono sicuro che Massimiliano supererà anche questa
disavventura con la tenacia che l’ha sempre contraddistinto. La
sofferenza che Latorre, unitamente al collega Girone, sta vivendo è
ingiusta e mi auguro che si possa arrivare il prima possibile a una
soluzione positiva della vicenda che li vede coinvolti».
Elio Vito (FI), presidente della Commissione Difesa della Camera, ha
espresso «i più sinceri ed affettuosi auguri di pronta guarigione a
Massimiliano Latorre, insieme ai miei sentimenti di vicinanza e
solidarietà a lui ed a Salvatore Girone ed alle loro famiglie. Il
Governo italiano ha ora ancora più urgente il dovere di procedere con
decisione per ottenere la definitiva ed onorevole libertà dei due
fucilieri di Marina».
Auguri e richiami all’azione del Governo arrivano da Barbara Matera,
europarlamentare pugliese di Forza Italia; dal compagno di partito
Giuseppe Galati e da Annagrazia Calabria che via web afferma: «Devono
tornare a casa».
Ma al di là delle buone intenzioni la vicenda è tutta ancora in alto
mare e Antonello Ciavarelli, delegato del Co.Ce.R. Interforze, il
sindacato delle stellette, si è lasciato andare ad una amara
dichiarazione: «Sento il dovere di esprimere a gran voce la ferma e
unanime volontà, di tutti gli appartenenti al Comparto Difesa, Sicurezza
e Soccorso pubblico affinché la triste e ingiusta vicenda dei nostri
fucilieri trattenuti in India si concluda urgentemente e positivamente».
E ancora: «I prossimi consigli Interforze saranno determinanti per le
posizioni che i rappresentanti dei militari prenderanno a riguardo della
tutela dei due innocenti colleghi. Senza dubbio - prosegue il delegato
Cocer - sarà indispensabile un incontro immediato con questo Governo,
già chiesto nel lontano giugno al quale non è seguita neanche una
concreta risposta. Vi è sensibilità da parte di diversi parlamentari
indipendentemente dalle parti. Il ciò conforta perché evidenzia che il
problema non è di questo o di quell’altro partito, ma è di tutti gli
italiani. Il governo dovrà rispondere non solo ai militari, ma a tutta
la Nazione, di ciò che succederà ai nostri sottufficiali soprattutto
nell’immediato futuro».
«L’Italia - aggiunge Ciavarelli - è detentrice di una cultura più che
bimillenaria di democrazia e umanità, se non si riuscirà a risolvere
tale situazione che credibilità potrà avere il Governo nell’affrontare
le cosiddette riforme interne o nei confronti delle relazioni
internazionali?». E infine si chiede: «Non è ora che lo stesso Governo
si assuma le proprie responsabilità e smetta di affidarsi al senso
dell’onore e di dignità dei due colleghi che si stanno facendo carico di
salvare la dignità della nostra Patria?».
Il malumore di chi porta la divisa è forte e tangibile, per questa
vicenda. Il Cocer Interforze si riunirà domani, per discutere e
intraprendere delle iniziative a supporto dei due fucilieri di Marina.
In modo provocatorio ci sono militari che vogliono offrirsi loro stessi
come «garanzia» e recarsi in India al posto di Latorre. «Se gli indiani
hanno bisogno di ostaggi - ha affermato un sottufficiale - Possiamo
andare a turno in India, in attesa che questa vicenda si risolva».
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