Prendo spunto dalla terribile strage avvenuta
ieri a Parigi, presso la sede del giornale satirico Charlie Hebdo,
in cui sono morti dodici persone innocenti per mano
di due terroristi islamici, per esprimere uno stato d’animo che immagino
condivisibile dalla maggioranza degli italiani. Adesso basta! È il
momento di alzare
la voce e gridare basta all’insostenibile tracotanza dell’Islam, alla
follia di
un terrorismo che viene biasimato a parole dalle nazioni di confessione
musulmana, ma è foraggiato, incoraggiato, giustificato nei fatti. Un
terrorismo
che la signora Boldrini si è subito affrettata a ridimensionare,
sostenendo che
l’Islam è un’altra cosa, che non dobbiamo fare di tutta l’erba un
fascio. Ma in
che mondo vive? Dalla strage dell’11 settembre 2001 in poi, il mondo
islamico
non ha fatto altro che soffiare sul fuoco, alimentando l’odio,
esacerbando i
sentimenti. Avendo vissuto per tre mesi in Afghanistan, a stretto
contatto con la
popolazione locale, ho capito che non esiste un Islam buono e uno
cattivo.
Esiste solo un Islam assetato di conquista, che invidia e insieme odia
l’Occidente e sogna di distruggere la nostra civiltà. Ci sono tante
brave
persone di fede musulmana, sia chiaro, ma sono impotenti o indifferenti.
Sono le prime vittime dei carnefici di un dio della guerra che non può
esistere.
Allah akbar! I seminatori dell’odio insegnano
ai bambini, nelle madrase e nelle moschee che il buon muslim non deve limitarsi ai suoi doveri religiosi, a osservare i
cinque pilastri della fede (professione di fede, preghiera rituale, elemosina, pellegrinaggio
alla Mecca almeno una volta nella vita e digiuno nel Ramadan) ma deve imporre
la shari’a agli infedeli, piegarli
all’obbedienza verso Allah. È il Profeta a ricordarlo. Io l’ho letto, il Corano. È un libro interessante ma trasuda
odio, iniquità e menzogne. Ho anche letto e studiato la vita di Maometto. C’è
stato un tempo in cui lo si considerava un impostore e un turpe profittatore,
tant’è che Dante lo fece marcire nell’Inferno. In lui convissero la mentalità del mistico e quella dell’abile e
astuto uomo d’affari. Fu un capo politico energico e spesso impietoso, un
guerriero amante della spada e della razzia, un uomo legato agli appetiti e ai
sensi e un astuto opportunista, non solo un riformatore religioso. La moderna
ricerca ha stemperato la critica negativa nei suoi confronti e ha messo in luce
la sua fondamentale sincerità e la veridicità della sua ispirazione religiosa.
Ma certamente, egli agì assecondando il principio del “Cicero pro domo sua”, aggiungendo sovente nuove e provvidenziali
“rivelazioni” divine (piovute dal cielo ad
hoc) al fine di legittimare il proprio operato. Probabilmente era affetto
da isteria. Questa è la verità storica, piaccia o no a chi mi legge. Affermarla
è un rischio che voglio correre. Tanto, di rischi ne corriamo ogni giorno in un
mondo alla deriva, in un Paese – l’Italia – dove la prepotenza dei musulmani
attecchisce e ci disorienta, le loro pretese trovano sempre un politico
coglione, un giudice idiota e un intellettuale di merda che se ne fa carico. Com’è
possibile sostenere l’integrazione se chi deve integrarsi non intende
rispettare le nostre tradizioni, le nostre leggi, la nostra civiltà, e vuole
imporci il ritorno al Medio Evo? Spiegatemelo, per favore.
È il momento di avere coraggio, di dire le
cose chiaramente, infischiandosene del politically
correct, di essere accusati di razzismo, tacciati del titolo di
islamofobici o, peggio ancora, di fare la fine di chi la mette sul ridere.
Dell’Islam dobbiamo diffidare, per quanto non sia tutto da buttare. Perché
l’Islam è un altro pianeta, rispetto al nostro. Un pianeta senza acqua né
ossigeno. L’Islam è incompatibile con la civiltà giudaico-cristiana, con la
democrazia e la libertà, con i diritti della donna. L’islam non ha mai
rinunciato né mai rinuncerà alla propria vocazione beduina, fondata sulla sottomissione.
Non parlatemi più di tolleranza, dialogo e accoglienza. Non in queste
ore tragiche. Puoi metterti in casa un pitone gigante, offrirgli i topi vivi e il
latte ma poi non meravigliarti se mentre dormi ti inghiotte. È quello che sta
accadendo e accadrà sempre più in Europa. Gli orrori degli ultimi anni – dagli
attentati nelle metropolitane al raid punitivo di ieri, dalle recenti
scelleratezze dell’Isis agli attacchi alle chiese e lo sterminio dei cristiani
– sono i tasselli di una strategia che è chiara, le tessere di un mosaico
orribile. I subumani che in nome di Allah e della Jijhad uccidono, violentano e distruggono tutto ciò che secondo
loro non è conforme alla visione di una società teista, agli antipodi del
concetto di stato laico, sono solo la punta dell’iceberg. Sulla terra vivono un
1,5 miliardi di musulmani. È vero, signora Boldrini, fortunatamente non tutti
hanno la voglia o la capacità di farci la guerra, ma quelli che la fanno, la
preparano o semplicemente la sognano aumentano di giorno in giorno e si nutrono
della nostra pusillanimità e ingenuità, della viltà di chi dovrebbe tutelarci,
della stupidità di chi ci governa senza averne i meriti e la capacità.
Personalmente,
amando la storia e la geopolitica, ma essendo anche un conoscitore della
civiltà araba e del contributo che essa ha dato alla civiltà, non ho mai
guardato il mondo islamico dall’alto verso il basso, né considerato chi
professa una fede diversa dalla mia un nemico. Il fatto è che nel terzo
millennio, la tensione è cresciuta di pari passo con l’odio e l’intolleranza e
oggi diffido dei musulmani. Mi sforzo di non essere generalista né passionale,
tuttavia comincio a sentire un forte prurito nelle mani oltre che nell’emisfero
sinistro del cervello. Ho l’impressione che abbiamo concesso troppo, che essere
cristiani e democratici ci abbia fregato. Oggi mi rendo conto di quanto fossero
profetiche le parole di Oriana Fallaci e condivido l’allarmismo di Magdi Allam.
Di quest’ultimo, voglio ricordare una frase che induce a riflettere. “Mentre gli islamici che uccidono gli infedeli
sono legittimati da ciò che ha ordinato loro Allah nel Corano e da quanto ha
fatto Maometto, i cristiani che uccidono per qualsivoglia ragione lo fanno in
flagrante contrasto con ciò che è scritto nei Vangeli”. Questo è il punto. Gesù
ci ha insegnato a non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi.
Per Maometto, gli altri, cioè i non credenti, sono un ostacolo da rimuovere.
Che fiducia puoi dare a chi considera la propria follia lecita, in linea con i
precetti religiosi? Anche l’orrore trova giustificazione. Osama bin Laden
distingueva fra il terrore buono e quello cattivo. “Quello che pratichiamo noi
è terrore buono” disse, come riportò un articolo de La Repubblica due mesi dopo l’attacco alle Torri gemelle. In questo
momento, scossi dal macello di Parigi, siamo tutti francesi. Come eravamo tutti
newyorchesi dopo l’11 settembre 2001. Ma non basta indignarsi. Dobbiamo
ribellarci, vigilare, reagire. Ognuno, nel proprio piccolo, deve vincere
l’inedia, evitare la trappola del relativismo, rifiutare il buonismo e il
pietismo. Dobbiamo tirare fuori gli attributi se vogliamo evitare che in futuro
i nostri nipoti vivano in un Paese islamizzato. Dobbiamo riscoprire la fierezza
dei nostri padri e rimandare a casa chi ci odia e rappresenta una minaccia per
la nostra sicurezza. Ospitali e tolleranti (fino a un certo punto) coi nostri fratelli
musulmani SI', cagasotto e permissivi NO. E comunque, c’è un solo modo per fare abbassare le arie ai tracotanti: il bastone.
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