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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

09/01/15

L'insostenibile tracotanza dell'Islam



Prendo spunto dalla terribile strage avvenuta ieri a Parigi, presso la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, in cui sono morti dodici persone innocenti per mano di due terroristi islamici, per esprimere uno stato d’animo che immagino condivisibile dalla maggioranza degli italiani. Adesso basta! È il momento di alzare la voce e gridare basta all’insostenibile tracotanza dell’Islam, alla follia di un terrorismo che viene biasimato a parole dalle nazioni di confessione musulmana, ma è foraggiato, incoraggiato, giustificato nei fatti. Un terrorismo che la signora Boldrini si è subito affrettata a ridimensionare, sostenendo che l’Islam è un’altra cosa, che non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. Ma in che mondo vive? Dalla strage dell’11 settembre 2001 in poi, il mondo islamico non ha fatto altro che soffiare sul fuoco, alimentando l’odio, esacerbando i sentimenti. Avendo vissuto per tre mesi in Afghanistan, a stretto contatto con la popolazione locale, ho capito che non esiste un Islam buono e uno cattivo. Esiste solo un Islam assetato di conquista, che invidia e insieme odia l’Occidente e sogna di distruggere la nostra civiltà. Ci sono tante brave persone di fede musulmana, sia chiaro, ma sono impotenti o indifferenti. Sono le prime vittime dei carnefici di un dio della guerra che non può esistere.
Allah akbar! I seminatori dell’odio insegnano ai bambini, nelle madrase e nelle moschee che il buon muslim non deve limitarsi ai suoi doveri religiosi, a osservare i cinque pilastri della fede (professione di fede, preghiera rituale, elemosina, pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita e digiuno nel Ramadan) ma deve imporre la shari’a agli infedeli, piegarli all’obbedienza verso Allah. È il Profeta a ricordarlo. Io l’ho letto, il Corano. È un libro interessante ma trasuda odio, iniquità e menzogne. Ho anche letto e studiato la vita di Maometto. C’è stato un tempo in cui lo si considerava un impostore e un turpe profittatore, tant’è che Dante lo fece marcire nell’Inferno. In lui convissero la mentalità del mistico e quella dell’abile e astuto uomo d’affari. Fu un capo politico energico e spesso impietoso, un guerriero amante della spada e della razzia, un uomo legato agli appetiti e ai sensi e un astuto opportunista, non solo un riformatore religioso. La moderna ricerca ha stemperato la critica negativa nei suoi confronti e ha messo in luce la sua fondamentale sincerità e la veridicità della sua ispirazione religiosa. Ma certamente, egli agì assecondando il principio del “Cicero pro domo sua”, aggiungendo sovente nuove e provvidenziali “rivelazioni” divine (piovute dal cielo ad hoc) al fine di legittimare il proprio operato. Probabilmente era affetto da isteria. Questa è la verità storica, piaccia o no a chi mi legge. Affermarla è un rischio che voglio correre. Tanto, di rischi ne corriamo ogni giorno in un mondo alla deriva, in un Paese – l’Italia – dove la prepotenza dei musulmani attecchisce e ci disorienta, le loro pretese trovano sempre un politico coglione, un giudice idiota e un intellettuale di merda che se ne fa carico. Com’è possibile sostenere l’integrazione se chi deve integrarsi non intende rispettare le nostre tradizioni, le nostre leggi, la nostra civiltà, e vuole imporci il ritorno al Medio Evo? Spiegatemelo, per favore.
È il momento di avere coraggio, di dire le cose chiaramente, infischiandosene del politically correct, di essere accusati di razzismo, tacciati del titolo di islamofobici o, peggio ancora, di fare la fine di chi la mette sul ridere. Dell’Islam dobbiamo diffidare, per quanto non sia tutto da buttare. Perché l’Islam è un altro pianeta, rispetto al nostro. Un pianeta senza acqua né ossigeno. L’Islam è incompatibile con la civiltà giudaico-cristiana, con la democrazia e la libertà, con i diritti della donna. L’islam non ha mai rinunciato né mai rinuncerà alla propria vocazione beduina, fondata sulla sottomissione. Non parlatemi più di tolleranza, dialogo e accoglienza. Non in queste ore tragiche. Puoi metterti in casa un pitone gigante, offrirgli i topi vivi e il latte ma poi non meravigliarti se mentre dormi ti inghiotte. È quello che sta accadendo e accadrà sempre più in Europa. Gli orrori degli ultimi anni – dagli attentati nelle metropolitane al raid punitivo di ieri, dalle recenti scelleratezze dell’Isis agli attacchi alle chiese e lo sterminio dei cristiani – sono i tasselli di una strategia che è chiara, le tessere di un mosaico orribile. I subumani che in nome di Allah e della Jijhad uccidono, violentano e distruggono tutto ciò che secondo loro non è conforme alla visione di una società teista, agli antipodi del concetto di stato laico, sono solo la punta dell’iceberg. Sulla terra vivono un 1,5 miliardi di musulmani. È vero, signora Boldrini, fortunatamente non tutti hanno la voglia o la capacità di farci la guerra, ma quelli che la fanno, la preparano o semplicemente la sognano aumentano di giorno in giorno e si nutrono della nostra pusillanimità e ingenuità, della viltà di chi dovrebbe tutelarci, della stupidità di chi ci governa senza averne i meriti e la capacità.
Personalmente, amando la storia e la geopolitica, ma essendo anche un conoscitore della civiltà araba e del contributo che essa ha dato alla civiltà, non ho mai guardato il mondo islamico dall’alto verso il basso, né considerato chi professa una fede diversa dalla mia un nemico. Il fatto è che nel terzo millennio, la tensione è cresciuta di pari passo con l’odio e l’intolleranza e oggi diffido dei musulmani. Mi sforzo di non essere generalista né passionale, tuttavia comincio a sentire un forte prurito nelle mani oltre che nell’emisfero sinistro del cervello. Ho l’impressione che abbiamo concesso troppo, che essere cristiani e democratici ci abbia fregato. Oggi mi rendo conto di quanto fossero profetiche le parole di Oriana Fallaci e condivido l’allarmismo di Magdi Allam. Di quest’ultimo, voglio ricordare una frase che induce a riflettere. “Mentre gli islamici che uccidono gli infedeli sono legittimati da ciò che ha ordinato loro Allah nel Corano e da quanto ha fatto Maometto, i cristiani che uccidono per qualsivoglia ragione lo fanno in flagrante contrasto con ciò che è scritto nei Vangeli”. Questo è il punto. Gesù ci ha insegnato a non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi. Per Maometto, gli altri, cioè i non credenti, sono un ostacolo da rimuovere. Che fiducia puoi dare a chi considera la propria follia lecita, in linea con i precetti religiosi? Anche l’orrore trova giustificazione. Osama bin Laden distingueva fra il terrore buono e quello cattivo. “Quello che pratichiamo noi è terrore buono” disse, come riportò un articolo de La Repubblica due mesi dopo l’attacco alle Torri gemelle. In questo momento, scossi dal macello di Parigi, siamo tutti francesi. Come eravamo tutti newyorchesi dopo l’11 settembre 2001. Ma non basta indignarsi. Dobbiamo ribellarci, vigilare, reagire. Ognuno, nel proprio piccolo, deve vincere l’inedia, evitare la trappola del relativismo, rifiutare il buonismo e il pietismo. Dobbiamo tirare fuori gli attributi se vogliamo evitare che in futuro i nostri nipoti vivano in un Paese islamizzato. Dobbiamo riscoprire la fierezza dei nostri padri e rimandare a casa chi ci odia e rappresenta una minaccia per la nostra sicurezza. Ospitali e tolleranti (fino a un certo punto) coi nostri fratelli musulmani SI', cagasotto e permissivi NO. E comunque, c’è un solo modo per fare abbassare le arie ai tracotanti: il bastone.

Giuseppe Bresciani - giovedì 8 gennaio 2015

fonte: http://www.giuseppebresciani.com

 

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