Attenzione alla dittatura del gender nelle scuole e fuori: l’allarme non è solo delle Sentinelle in piedi, anche affermati scrittori come il docente di filosofia Stefano Zecchi, le cui riflessioni negli anni si sono incentrate sulla dicotomia tra bellezza e nichilismo, è
preoccupato del pressing che viene esercitato per eliminare l’idea che
l’identità possa definirsi anche in base all’appartenenza sessuale.
La politica diventa biologismo
C’è secondo Zecchi un motivo culturale che conduce a propagandare la
filosofia gender e cioè che l’estremismo radicale con cui prima la
sinistra affermava che il comunismo era la salvezza per i popoli è stato
trasferito nella convinzione che i generi vadano aboliti. “Dire
che i generi non sono più maschio e femmina – afferma – ma addirittura
56 tipi diversi diventa la battaglia per un’identità politica.
Come prima credevano sinceramente che il comunismo salvasse il genere
umano e si riconoscevano nella moralità ineccepibile, così oggi
sostengono che il gender salva dall’abbrutimento. Ma così la politica
diventa biologismo, selezione della specie, darwinismo deteriore. Basta
leggere i loro testi”.
Speculazioni sul convegno di Milano
Di questo e altro si parlerà il 17 gennaio a Milano in un
convegno sulla famiglia che è stato presentato da Repubblica come un
consesso di persone secondo le quali i gay vanno curati. Una mistificazione cui hanno reagito due dei relatori del convegno, Costanza Miriano e Mario Adinolfi, da tempo nel mirino degli attivisti lgbt perché contrari all’adozione da parte di coppie gay.
Costanza Miriano reagisce
“Noi che andiamo in giro a difendere la famiglia – scrive Costanza
Miriano su Fb – non abbiamo nessuna intenzione di farne un quadretto a
tinte pastello. Noi sappiamo che un padre e una madre sono una
condizione necessaria ma non sufficiente alla crescita serena dei figli.
Ci sono pessimi padri e pessime madri. Però che la condizione è
necessaria dobbiamo dirlo, e se questa è percepita come omofobia, non so
che farci. Se le lettere in cui dico alle mie amiche che vale la pena
sposarsi sono oscurantiste, non so che farci. Se i capitoli in cui
scrivo che maschi e femmine sono diversi e parlano due lingue sono
considerati stereotipi da bigotta, non so che farci.
Mario Adinolfi replica
“Ma voglio che vi sia ben chiaro che qualsiasi cosa ci farete –
rincara la dose Adinolfi sempre su Fb – qualsiasi cosa vi inventerete
per intimidirci ancora, il nostro sorriso e la nostra parola non li
spegnerete. Sono il sorriso e la parola dell’anima cristiana e popolare
del nostro paese, che sta resistendo all’offensiva antropologica di chi
vuole trasformare le persone in cose e varare leggi che renderebbero i
figli meri oggetti di compravendita”.
Francesco Severini - 5 gennaio 2015
fonte: http://www.secoloditalia.it
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