In Italia sono 11.024 le partecipate pubbliche, per un totale di 977.792 addetti.
Nel report sulle società pubbliche in Italia, l’Istat dà i numeri di quello che è il più grande scandalo d’Italia: centri nevralgici di potere fine a se stesso, poltronifici
mantenuti coi soldi dei contribuenti, strutture pachidermiche incapaci
di produrre ricchezza né di garantire qualsivoglia servizio.
Nonostante il premier Matteo Renzi continui a promettere di ridurre la
stazza di questo Moloch pubblico, le partecipate restano intoccate. E i
costi continuano a lievitare.
Il 25,6% delle unità analizzate nel rapporto dell’Istat è partecipato
al 100% da soggetti pubblici, il 29,1% rientra in una forchetta
compresa tra il 50% e il 99,9%, mentre il 27,1% risulta partecipato per
una quota inferiore al 20%.
“La dimensione media delle imprese partecipate – fa sapere sempre
l’Istituto di statistica – è di 124 addetti per impresa”. È la prima
volta che l’Istat pubblica un rapporto sull’intero universo delle
partecipate pubbliche. Prima di oggi i “censimenti” dell’Istituto di
statistica si limitavano infatti alle controllate. Tra le partecipate
pubbliche le imprese attive sono solo 7.685, il 69,7% del totale. Le non
attive sono 1.454, 994 quelle fuori dal campo di osservazione del
registro Asia imprese. Le 891 residuali impiegano 9.963 addetti. Dal
report aggiornato al 2012 emerge, poi, che tra le 7.685 imprese attive
sono quasi 2 mila, per la precisione 1.896, le partecipate pubbliche con
zero addetti.
tramite: http://www.imolaoggi.it
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