Uno dei settori in cui la "cupola" era più influente era quello delle politiche sociali: Luca Odevaine, membro del Tavolo di coordinamento nazionale sull'immigrazione, al telefono spiega: "Avendo questa relazione continua con il Ministero, sono in grado un po’ di orientare i flussi". Il braccio destro di Carminati: "Tu c'hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati?"
Per la “cupola” di Roma l’emergenza immigrati era
una miniera d’oro: i fondi per i centri d’accoglienza sono un piatto
ricco e il sodalizio criminale ipotizzato dagli inquirenti fa in modo
che parte di questi finanziamenti finisca nelle tasche delle cooperative
amiche. Gli inquirenti lo chiamano “Sistema Odevaine“:
“La gestione dell’emergenza immigrati è stato ulteriore terreno,
istituzionale ed economico, nel quale il gruppo riconducibile a Buzzi si
è insinuato con metodo eminentemente corruttivo – si legge
nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal gip Flavia Costantini
– alterando per un verso i processi decisionali dei decisori pubblici,
per altro verso i meccanismi fisiologici dell’allocazione delle risorse
economiche gestite dalla P.A.”.
Un sistema studiato per far arrivare i soldi pubblici ai gestori amici “che si dividono il mercato“.
E il mercato dei fondi statali per i centri di accoglienza per gli
immigrati è immenso. Gli inquirenti parlano della “possibilità di trarre
profitti illeciti immensi (…) paragonabili a quelli degli investimenti illeciti realizzati in altri settori criminali come lo smercio di stupefacenti. Le intercettazioni parlano chiaro. Al telefono con Pierina Chiaravalle, Salvatore Buzzi, numero uno della cooperativa “29 giugno” e braccio operativo dell’organizzazione, domanda: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”.
Buzzi: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”
Il centro del sistema è Luca Odevaine. Ex vice capo di gabinetto del sindaco Walter Veltroni e capo della polizia provinciale di Roma, “Odevaine è un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche
più significative nel settore dell’emergenza immigrati”, scrivono i pm.
Perché è così importante la sua figura? “La qualità pubblicistica di
Odevaine risiede nell’essere appartenente al Tavolo di coordinamento
nazionale insediato presso il Ministero dell’Interno –
Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione” e al contempo è
“esperto del presidente del C.d.A. per il Consorzio “Calatino Terra
d’Accoglienza”» , ente che soprintende alla gestione del C.A.R.A. di Mineo“. Un’intercettazione in cui Odevaine parla con il suo commercialista fotografa il suo ruolo: “Avendo questa relazione continua con il Ministero – spiega l’ex vice capo segreteria di Veltroni – sono in grado un po’ di orientare i flussi
che arrivano da… da giù… anche perché spesso passano per Mineo… e poi…
vengono smistati in giro per l’Italia… se loro c’hanno strutture che
possono essere adibite a centri per l’accoglienza da attivare subito in emergenza… senza gara… (inc.) le strutture disponibili vengono occupate… e io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”.
Odevaine: “Sono in grado un po’ di orientare i flussi che arrivano da… da giù… io insomma gli faccio avere parecchio lavoro…”
Odevaine è ben pagato, secondo Salvatore Buzzi. Parlando con Giovanni Campennì, il braccio operativo dell’organizzazione spiega: “Mò c’ho quattro… quattro cavalli che corrono… col PD, poi con la PDL ce ne ho tre e con Marchini c’è… c’ho rapporti con Luca (Odevaine, ndr) quindi va bene lo stesso… lo sai a Luca quanto gli do? Cinquemila euro al mese… ogni mese… ed io ne piglio quattromila”.
Il piatto è ghiotto anche nella sola città di Roma e la cupola è
talmente potente da deviare in sede di bilancio pluriennale risorse in
favore delle strutture di accoglienza. Gli inquirenti sottolineano la
“capacità del sodalizio indagato, di interferire nelle decisioni dell’Assemblea Capitolina in occasione della programmazione del bilancio pluriennale 2012/2014
e relativo bilancio di assestamento di Roma Capitale, avvalendosi degli
stretti rapporti stabiliti con funzionari collusi dell’amministrazione
locale, al fine di ottenere l’assegnazione di fondi pubblici per rifinanziare “i campi nomadi”, la pulizia delle “aree verdi” e dei “Minori per l’emergenza Nord Africa”, tutti settori in cui operano le società cooperative di Salvatore Buzzi”.
Buzzi: “Solo in quattro sanno
quello che succede e sono nell’ordine Bianchini, Marino, Zingaretti e
Meta”. Carminati: “E allora vai a battere co’ questi”
All’epoca dei fatti alla guida del dipartimento Promozione dei
Servizi Sociali e della salute del Comune di Roma (che gestisce la
questione immigrati) c’era Angelo Scozzafava, con il
quale la “cupola” aveva ottimi rapporti: “Le indagini hanno evidenziato
l’ipotesi di una remunerazione dell’attività funzionale di costui da
parte di gruppo criminale – scrivono gli inquirenti – con la promessa
dell’assegnazione di un appartamento in una cooperativa” perché “Scozzi”
come lo chiamano i sodali, “si fa promotore di attività a favore del
gruppo presso altri organi dell’amministrazione comunale, per spingere su finanziamenti a favore del campo nomadi“.
Ma dopo le elezioni comunali del 2013 le cose cambiano: il 14 giugno
2013 Buzzi raccontava al telefono a Carminati di trovarsi al Campidoglio
“in giro per i Dipartimenti a saluta’ le persone”. La decisione veniva
accolta favorevolmente accolta dall’ex Nar che riteneva necessario
“vendere il prodotto amico mio, eh. Bisogna vendersi come le puttane
ades…adesso”. A quel punto Buzzi raccontava la difficoltà di muoversi
nell’ambito della nuova situazione politica romana in quanto in quel
momento “solo in quattro sanno quello che succede e sono nell’ordine Bianchini, Marino, Zingaretti e Meta“, e Carminati rispondeva in maniera eloquente: “E allora mettiti la minigonna e vai a batte co’ questi, amico mio”.
di Marco Pasciuti | 2 dicembre 2014
fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it
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