Agli Stati Uniti che annunciano le prime sanzioni contro la Russia accusandola di aver violato la sovranità ucraina, l’India e la Cina rispondono invitando alla calma e alla moderazione. Secondo Beijing, la crisi ucraina ha bisogno di un approccio prudente. “Più complesso è il problema, tanto più è necessario poterlo gestire prudentemente“, ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi. “La priorità ora è esercitare calma e moderazione ed evitare un’ulteriore escalation“. Nel frattempo, New Delhi ha detto che Mosca ha interessi “legittimi” in Ucraina e che si dovrebbe discutere per trovare una soluzione soddisfacente al problema. “Osserviamo ciò che accade in Ucraina con preoccupazione… La questione è conciliare diversi interessi tra cui i legittimi russi, speriamo che siano discussi e negoziati in modo soddisfacente“, aveva detto il consigliere per la sicurezza nazionale indiano Shivshankar Menon. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov avvertiva a sua volta Washington contro passi “frettolosi e sconsiderati” sulla crisi in Ucraina, che potrebbero danneggiare le relazioni Russia-USA. Lavrov ha detto al segretario di Stato USA che eventuali sanzioni contro la Russia “colpirebbero inevitabilmente gli Stati Uniti come un boomerang“.
In effetti, il Consiglio della Federazione della Russia prepara una legge per confiscare beni esteri in risposta alle sanzioni dell’occidente contro Mosca. “Il disegno di legge prevede la concessione di tali poteri (di confisca dei beni) al presidente e al governo, per proteggere la nostra sovranità“, dichiarava il capo del Comitato per la legge costituzionale del Senato Andrej Klishas, autore dell’iniziativa. “Non c’è dubbio che corrisponda agli standard europei. Basta ricordare l’esempio di Cipro, quando l’espropriazione fu imposta quale condizione per gli aiuti dall’Unione europea“.
Anche il presidente del Consiglio della Federazione, Valentina Matvenko, annunciava che il Senato sostiene l’adesione della Crimea alla Russia. “Se il popolo decide con il referendum l’integrazione della Crimea alla Russia, il Senato sosterrà sicuramente questa decisione“, aveva detto Matvenko durante l’incontro con il presidente del parlamento della Crimea Vladimir Konstantinov. Il capo della Duma Sergej Naryshkin, dichiarava “Rispetteremo la decisione storica della popolazione di Crimea e ne sosterremo la scelta“. Da parte sua, il presidente del parlamento di Crimea dichiarava che le autorità della penisola si aspettano tale decisione da Mosca, “Non abbiamo fretta, ma la situazione attuale la richiede… cerchiamo di rispondere ai sentimenti diffusi nella popolazione, come incertezza e paura. Dobbiamo dargli fiducia e offrire una chiara via d’uscita dalla crisi. Domandiamo alla Russia di accoglierci. Ecco perché abbiamo approvato l’adesione alla Federazione Russa. Ora la palla è nel suo campo decidendo il futuro della Crimea. Spero che la decisione sia definitiva“. Il Viceprimo ministro della Crimea Rustam Temirgalev dichiarava alla BBC che la “Crimea ora è Russia. I parlamentari della Crimea hanno chiesto a Mosca di accogliere la regione ucraina nell’ambito della Federazione russa.” Mosca decideva anche di avviare delle grandi esercitazioni della difesa aerea presso il poligono di Kapustin Jar, a circa 450 chilometri ad est dall’Ucraina. Vi parteciperanno 3500 truppe e oltre 1000 tra sistemi S-300, Buk-M1 ed altri mezzi della difesa aerea. “E’ la prima volta che tutte le unità della difesa aerea del distretto, comprese anche unità della difesa costiera della Flotta del Nord, si riuniscono in un unico luogo“, dichiarava il portavoce del Distretto militare occidentale della Russia, Colonnello Oleg Kochetkov. “E’ la più grande esercitazione mai tenuta dalle unità della difesa aerea del Distretto militare occidentale“. Inoltre il ministero della Difesa russo dichiarava che, il 3 marzo, un ICBM RS-12M Topol che trasportava un carico simulante “una testata avanzata“, era stato lanciato da Kapustin Jar. L’RS-12M Topol (SS-25 Sickle) è un missile balistico intercontinentale con una gittata di 10000 chilometri e trasporta una testata nucleare da 550 kiloton.
Il Pentagono a sua volta annunciava l’intenzione di inviare sei caccia F-15C e un aereo-cisterna KC-135 a pattugliare i cieli di Estonia, Lettonia e Lituania. Inoltre, il cacciatorpediniere lanciamissili USS Truxtun, della classe Arleigh Burke, si dirige verso il Mar Nero per esercitazioni da svolgersi “per un periodo indeterminato di tempo”. Il Truxtun fa parte del George HW Bush Carrier Strike Group, recentemente entrato nel Mediterraneo. Il gruppo comprende anche il Carrier Air Wing 8, il cacciatorpediniere USS Roosevelt e l’incrociatore USS Philippine Sea. Il Truxtun si unirà alla fregata USS Taylor ormeggiata a Samsun, in Turchia, dopo essersi arenata a febbraio. L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, OSCE, annunciava l’invio di 35 “osservatori” in Ucraina e il segretario della Difesa USA Hagel dichiarava, “All’inizio di questa settimana, ho detto al dipartimento della Difesa di sospendere tutti gli impegni militari e le esercitazioni con la Russia“, tra cui due manovre trilaterali con russi, canadesi e norvegesi. “Inoltre, il dipartimento della Difesa porta avanti misure volte a sostenere i nostri alleati, tra cui il rafforzamento dell’addestramento congiunto tramite il nostro distaccamento aeronautico in Polonia … e l’incremento della nostra partecipazione alla missione di polizia aerea della NATO sul Baltico. Penso che tutti in questo comitato sappiano… che è tempo per una leadership saggia, costante e ferma, è tempo per tutti noi di stare con il popolo ucraino sostenendone l’integrità territoriale e la sovranità”. Infine, la macchina propagandistica statunitense, oramai a corto di risorse dopo aver sfruttato nazisti, invertiti e prostitute, ha tirato fuori il decrepito buffone hollywoodiano Dalai Lama, che ha incoraggiato “gli Stati Uniti a dimostrare fiducia nella difesa della democrazia” in una riunione al Congresso di Washington. Il mese precedente il 79enne agente della CIA era intervenuto presso il think tank neoconservatore American Enterprise Institute.
Nel frattempo, l’inviato speciale delle Nazioni Unite, l’agente neocon Robert Serry, arrivava il 5 marzo in Crimea, ma dopo qualche ora doveva andarsene dopo essere stato fermato. “L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Ucraina, Robert Serry, era in Crimea per avere un’idea della situazione nella penisola. Il 5 marzo, intorno alle ore 17, aveva visitato la guarnigione Karl Marx della Guardia Costiera ucraina a Simferopoli, dove aveva incontrato il Capo di Stato Maggiore e gli ufficiali. Alle ore 18, si era diretto alla conferenza stampa presso l’Hotel Moskva. Ma sulla strada, il veicolo venne circondato da tre auto non identificate. Senza presentare alcun documento, gli uomini hanno chiesto che Serry e il suo assistente tornassero immediatamente all’aeroporto per “motivi di sicurezza personale”. Quando gli chiesi se sapevano chi eravamo hanno insistito che ce ne andassimo verso l’aeroporto, ignorando i desideri di Serry e del suo assistente di recarsi all’hotel per raccogliere la loro roba. Serry e il suo assistente lasciarono l’auto per raggiungere a piedi la conferenza stampa. Questi uomini li inseguirono, Serry prima era entrato in un caffè e poi si recò all’aeroporto per prendere un volo per Istanbul“. Il Primo ministro della Crimea Sergej Aksjonov aveva detto che non aveva invitato il rappresentante delle Nazioni Unite: “Non gli abbiamo inviato alcun invito e non siamo stati avvertiti del suo arrivo. La procedura usuale non è stata osservata“. Per meschina vendetta, a dimostrazione del grado di confusione inconsulta in cui sprofonda Washington per le sconfitte subite in Siria e Ucraina, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti limitava i movimenti dell’ambasciatore della Siria alle Nazioni Unite, Dr. Bashar al-Jafari, e della delegazione diplomatica siriana all’ONU, imponendogli di non andare oltre un raggio di 25 miglia da New York City. La delegazione diplomatica siriana ha protestato contro tale sanzione illegale.
Il 6 marzo, nella città ucraina di Donetsk, la popolazione innalzava la bandiera russa sugli edifici del governatorato, tra cui gli edifici del Tesoro e dell’amministrazione regionale. “Abbiamo appeso un cartello che avverte che l’ente non funziona temporaneamente. Ora non si devono trasferire fondi a Kiev, lasciateli qui. Prepariamo un governo ad interim e quindi indiremo un referendum sullo status della regione di Donetsk e l’elezione di autorità legittime. Già formiamo gruppi di autodifesa per garantire la sicurezza dei cittadini”, aveva dichiarato il governatore “popolare” Pavel Gubarev. Infine, il Presidium del partito polacco Samooborona (Autodifesa) chiedeva al governo polacco di prendere misure per dialogare con la Federazione russa al fine di evitare la guerra civile in Ucraina. Nella dichiarazione, il partito polacco afferma che “il nuovo governo dell’Ucraina è golpista, anticostituzionale e contrario all’accordo tra l’opposizione e il Presidente Viktor Janukovich, adottato in presenza del ministro degli Esteri della Polonia, ed inizia la repressione delle minoranze nazionali in Ucraina. Autodifesa teme un palese attacco al popolo russo e che le altre minoranze, come l’ungherese e polacca, possano essere oggetto di discriminazione. Le forze scioviniste continuano a terrorizzare la popolazione dell’Ucraina. ‘Autodifesa’ comprende la posizione delle autorità russe, che vogliono stabilizzare la situazione in Ucraina. La Polonia, vicino occidentale dell’Ucraina, deve dialogare con Mosca per intraprendere un’azione congiunta per stabilizzare la situazione in Ucraina. Le autorità polacche hanno una speciale responsabilità verso le regioni dell’ovest ucraino, e una missione di pace russo-polacca potrebbe impedire ulteriore caos nello Stato ucraino“.
Alessandro Lattanzio, 8/3/2014
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