Quanto accaduto nelle acque indiane è stato documentato ma foto e filmati con i riscontri dell’innocenza sono spariti
Un giallo nella vicenda dei marò: lo scontro all’origine del caso,
avvenuto in acque internazionali il 15 febbraio del 2012, con Latorre e
Girone a bordo della nave italiana Enrica Lexie, è stato filmato e
fotografato. In quelle immagini, mai mostrate, c’è la prova
dell’innocenza dei due fucilieri.
Su questo ha indagato Toni Capuozzo, giornalista di lungo corso, da
tempo impegnato per fare luce sulla vicenda. Nei giorni scorsi si è
recato in India, acquisendo una serie di importanti notizie raccontate
nella puntata di ieri sera della trasmissione «Terra!», Su Rete 4.
Capuozzo, attraverso una serie di fonti «che preferiscono rimanere
anonime e non potrebbe essere altrimenti», ha appurato che il tentativo
di abbordaggio dell’Enrica Lexie da parte di un barchino, respinto poi
dall’intervento dei fucilieri, è stato fotografato e filmato.
«C’è una premessa da fare - spiega il giornalista - nella dotazione di
questi nuclei di protezione militare era prevista la presenza di una
macchina fotografica e di una telecamera. In quel caso il loro nucleo
venne mandato senza. A me risulta che per la fretta vennero inviati
così». Ma tutti hanno i telefonini... e a bordo della Enrica Lexie
c’erano almeno una macchina fotografica privata e una, forse due
telecamere. «Durante l’incidente - aggiunge Capuozzo - vengono fatte
delle fotografie e vengono riprese delle immagini». Le foto, svela
ancora il reportage di Terra!, ma solo le foto e non il filmato, vengono
inviate al Centro Operativo Interforze italiano, tramite Internet, e
«restano dentro un cassetto. Non mi risulta che siano neanche state date
alla Procura Militare di Roma». Sul perché questo avvenga Capuozzo
avanza tre ipotesi: le fotografie non mostrano nulla di rilevante;
oppure: le immagini mostrano qualcosa, ma aggraverebbero l’ipotesi di
colpevolezza dei marò e dunque vengono lasciate in un cassetto. Infine
le fotografie mostrano qualcosa di utile a confermare la loro innocenza,
ma non vengono mostrate per essere esibite in sede processuale e
comunque non far risaltare la grave responsabilità di aver inviato il
team senza la strumentazione al completo.
Ma queste immagini sono in possesso anche delle autorità indiane,
infatti «il verbale del sequestro effettuato nel porto di Kochi parla di
45 oggetti - spiega ancora Capuozzo - tra i quali ci sono le armi, ma
anche della strumentazione di bordo e tra questa una macchina
fotografica e una o due telecamere». Allora, ragiona il giornalista, «se
quelle immagini dimostrassero la colpevolezza dei due marò le autorità
indiane le avrebbero mostrate». Invece, probabilmente, è il contrario.
http://www.iltempo.it/esteri/2014/03/04/maro-scomparse-le-prove-1.1225880?localLinksEnabled=false
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