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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

07/03/14

Il gioco delle tre carte prosegue, punto e accapo

Il Presidente Napolitano afferma che la disoccupazione in Italia è insopportabile, ennesimo e rituale richiamo al Governo. Renzi lo aveva già dichiarato all’atto della sua nomina, così come tutti indistintamente i ministri e i leader politici. Ma al contempo si inchinano ai diktat dell’Unione Europea e alle indicazioni dei banchieri. 



Lo scorso 28 febbraio l’ISTAT ha diffuso i dati su occupazione e disoccupazione in Italia, il tasso di disoccupazione è aumentato dello 0,2 per cento rispetto a dicembre 2013, raggiungendo il 12,9 per cento. In numeri assoluti, significa che ci sono 60 mila disoccupati in più rispetto a dicembre e 260 mila in più rispetto al gennaio 2013: in totale, 3.293.000 persone. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è aumentato dello 0,3 per cento rispetto a dicembre e dello 0,8 rispetto a un anno fa e ha raggiunto il 42,24 per cento. In questo paese un giovane su due è senza lavoro per il semplice motivo che il sistema impresa si è disciolto come neve al sole.
Non occorrono particolari studi di Economia per comprendere che la drammatica flessione dell’apparato produttivo e commerciale, espande la disoccupazione. Di insopportabile c’è solo una cosa, egregio signor Presidente Napolitano e  signor Presidente del Consiglio: la pressione fiscale che è indegna di un paese civile, dissuadendo qualunque soggetto italiano o estero dal fare impresa.
O si è capaci di mettere mano al sistema fiscale riducendolo drasticamente di almeno la metà o va tutto a carte quarantotto. Non ci sarà alcun miracolo per mano di un Governo che sta ricalcando gli schemi precedenti, cioè impegnato prioritariamente nel rispetto di quegli obblighi finanziari UE che si traducono in una emorragia inarrestabile. Non c’è un barlume di attenzione dell’Europa verso la condizione sociale e la dignità della vita dei popoli, esiste solo arida contabilità nella perversa logica del ripianamento dei debiti bancari, intrisi di titoli tossici e dissoluzione dei depositi. Stiamo assistendo al gioco delle tre carte: i responsabili della più grande truffa della storia europea recitano ogni giorno la parte dei buoni, mentre continuano ad inventare nuovi balzelli, piegati ad una burocrazia del tutto sterile  e indifferente.
“Scarsa competitività e riforme insufficienti per tagliare il debito pubblico ormai fuori controllo”, la Commissione UE farà un controllo mirato sulle politiche da mettere in atto durante il semestre europeo. Il ministero dell’Economia risponde: “riforme del governo in linea con l’Europa!”. La sceneggiata continua, da Monti a Letta a Renzi. 

5/3/2014 - NITANO . La nuova Italia

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