Redazione
6 marzo 2014
La Nato aumenterà il livello di cooperazione con l’Ucraina e ha intenzione di rivedere quello con la Russia. Lo ha detto ieri il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, al termine di un incontro con l’ambasciatore di Mosca presso l’Alleanza. La Nato, ha detto Rasmussen, ”intensificherà la partnership con l’Ucraina e rafforzerà la cooperazione a sostegno delle riforme democratiche”. In questo quadro “rafforzeremo il nostro sforzo per costruire la capacità militare dell’Ucraina, comprese più esercitazione e addestramento comuni.”Abbiamo deciso di rivedere tutta la cooperazione Nato-Russia” e di sospendere la missione congiunta per la distruzione delle armi chimiche siriane, ha precisato Rasmussen. Il segretario generale della Nato ha sottolineato come la situazione in Ucraina “presenti serie implicazioni per la sicurezza e la stabilità” della regione e come la Russia “continui a violare” la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Per questo motivo, l’Alleanza ha deciso di sospendere la sua prima missione congiunta con la Russia, la scorta alla nave americana Cape Ray, incaricata di distruggere le armi chimiche siriane. Tuttavia, la sospensione non avrà alcuna ripercussione sullo smantellamento dell’arsenale di Damasco. “Allo stesso tempo, vogliamo lasciare la porta aperta al dialogo” ha detto Rasmussen (nella foto a fianco) mantenendo le riunioni del Consiglio Nato-Russia a livello di ambasciatori. L’agenzia di stampa nazionale russa Itar-Tass ha diffuso ieri la notizia che il parlamento ucraino avrebbe già registrato una proposta per l’ingresso di Kiev nella Nato aggiungendo che il disegno di legge è stato avanzato da deputati del partito di Iulia Timoshenko ‘Patria’, secondo cui lo status di Paese non allineato non ha garantito all’Ucraina nessuna sicurezza. La notizia è destinata ad alimentare le preoccupazioni di Mosca per un ulteriore ampliamento est della Nato che con l’adesione dell’Ucraina avrebbe i suoi confini a poca distanza da Mosca.
Il Pentagono intanto ha più che raddoppiato il numero dei propri aerei da combattimento nel Baltico. Lo ha annunciato il Segretario alla Difesa, Chuck Nagel confermando che gli stati Uniti invieranno altri 6 aerei F-15 più un aerocisterna in aggiunta ai 4 F-15 che provvedono attualmente a garantire la difesa delle repubbliche Baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania), prive di aerei da combattimento e che come la polonia hanno mostrato preoccupazione per le tensioni militari in atto in Ucraina. L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) invierà inoltre in Ucraina 35 osservatori militari (2 sono italiani) per monitorare la situazione. Ad aumentare le tensioni e soprattutto a gettare più di un ombra sul nuovo governo ad interim ucraino e sulla “rivoluzione democratica che secondo il luogo comune diffuso in Occidente sarebbe in atto a Kiev è emersa ieri una telefonata tra il ministro degli Esteri estone Urmas Paet e il commissario Ue agli Affari Esteri Catherine Ashton (insieme nella foto sotto) che contiene nuove inquietanti, rivelazioni.
Pubblicata da Russia Today e rilanciata in questi giorni su Youtube, la telefonata risale al 25 febbraio e Paet (che è appena tornato da Kiev dove ha incontrato esponenti della Nuova Coalizione e rappresentati del movimento di piazza Maidan) afferma che i cecchini che aprirono il fuoco sulla piazza “uccidevano persone su entrambi i fronti, manifestanti e poliziotti. C’è l’impressione sempre più forte che dietro i cecchini non ci sia il presidente Yanukovych (poi rimosso e fuggito in Russia) ma qualcuno della nuova coalizione”. Paet cita la testimonianza di Olga Bogomolets, medico e fisico vicina ai manifestanti di piazza Maidan, che gli racconta come le ferite sui cadaveri tanto della polizia quanto dei manifestanti portassero le impronte “della stessa mano, gli stessi proiettili”. Una rivelazione che, nelle parole dello stesso Paet, screditano il nuovo governo di Kiev sin dagli esordi.
Il ministro degli Esteri estone racconta anche come la popolazione non abbia più fiducia nella classe politica, nonostante il cambio di governo: “L’impressione è che non ci sia fiducia verso i politici. Le persone di Maidan e della società civile dicono che gli esponenti del nuovo governo hanno un passato losco.” Racconta inoltre di un clima tesissimo, di intimidazione verso i membri del parlamento: “giornalisti che erano con me hanno visto che in pieno giorno un deputato è stato picchiato davanti al Parlamento da questi ragazzi con dei fucili.
Foto: Ue, Usaf, Nato, Reuters - Analisi Difesa
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