Scritto da Salvatore Todaro il 4 marzo 2014.
L’EDITORIALE. Martedì, 4 Marzo 2014
E’ un momento di caos internazionale,
oltre che nazionale. In queste ore si decidono i destini della Crimea,
regione dell’Ucraina, e dunque dell’Europa: i russi vogliono attaccare
definitivamente per conquistarla, gli americani vogliono impedire che
una presa di posizione del genere possa passare inosservata, gli ucraini
e gli europei osservano secondo anche ciò che Stefano Lupo ci racconta
nel proprio dossier approfonditissimo di oggi.
Sono le ore in cui si decidono anche i
destini nazionali. Matteo Renzi è a tutti gli effetti presidente del
Consiglio, e il suo arrivo ha già portato due tasse aumentate (le accise
sulla benzina, e la possibilità dei Comuni di alzare la Tasi), e un
paio di dimissioni (quelle del sottosegretario Gentile, che aveva
scambiato il governo del Paese per un posto in cui si coprono le magagne
dei figli). Oggi la legge elettorale fortissimamente voluta dal
segretario PD approda (o dovrebbe approdare) in Aula, mentre lui si gode
la prima crisi mondiale del suo mandato, in collegamento con gli altri
leader europei – come detto.
Abbiamo vinto l’Oscar.
Bene, in tutto questo panorama, molto
amaro e poco dolce, molto brutto e poco “bello” – aggettivo così tanto
in voga da valere due Oscar con “La vita è bella” del 1999 e con “La
grande Bellezza” del 2014 – sul web si combatte una battaglia di
libertà: quella per la conservazione di due termini sacri, come Papà e
Mamma.
E accade infatti che, in quel di Milano,
recependo un’ordinanza comunale che si rifà di fatto a una direttiva
nazionale, delle scuole appongano – ai piedi delle pagine da firmare –
la dicitura Genitore 1 e Genitore 2, anziché Papà e Mamma. Questo per
venire incontro alle esigenze di “famiglie diverse” di oggi e del
futuro, dove non ci sono o potrebbero non più esserci le figure
tradizionali di Papà e Mamma.
E’ una cosa vergognosa.
Premesso che, entrando nel merito della
questione, è ancora tutto da dimostrare il fatto che un bambino possa
avere due genitori dello stesso sesso, e questa è una battaglia che non
ci stancheremo mai di combattere e che grazie a Dio non è stata ancora
persa… in secondo luogo, qualunque sia e sarà l’esito di tale battaglia,
resta il diritto di continuare a riconoscere un papà e una mamma in
tutti quei casi (la stragrande maggioranza) il bambino goda di una
famiglia “normale”.
Un attacco senza precedenti.
E nella fotografia, scattata da una
madre che poi ha dato vita alla battaglia silenziosa che nel web sta
trovando voce, c’è la ribellione della persona che firma, e che cancella
quella bruttissima (non vi ricorda i campi di concentramento…?) scritta
numerica per indicare il genitore, e ripristina la parola “mamma” – che
non c’è niente di male a usare ancora. Come la parola papà. Come la
parola famiglia.
Come scrivevo anche nell’intervista
immaginaria di domenica scorsa, le guerre nascono anche per questo. Le
guerre nascono nelle piccole cose, nelle piccole decisioni, nei piccoli
scontri: si arriva alle grandi guerre o ai grandi problemi di una
nazione o di un popolo proprio perché si parte da queste inezie che si
potrebbero evitare: scrivere Genitore1/Genitore 2 invece che Papà/Mamma è
un chiaro modo di provocare, oltre che di rendere banale il tentativo
delle “coppie di fatto” di conquistare i propri diritti.
La conquista dei diritti non deve ledere la libertà degli altri. Attenti: le guerre nascono anche per questo.
Fonte: Italia Post
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