Le diplomazie internazionali sono al lavoro per cercare una exit
strategy dalla crisi ucraina. Oggi a Bruxelles si riuniscono i leader
dei 28 paesi UE. Sul tavolo delle discussioni gli aiuti economici
stanziati per l'Ucraina, che dovrebbero aggirarsi attorno agli 11
miliardi nei prossimi due anni, e la possibilità di adottare sanzioni
contro la Russia.
Alla vigilia del Consiglio europeo, appare tuttavia
complicato trovare una posizione comune con gli stati fermi sulle loro
diverse posizioni. Una stretta economica contro la Russia potrebbe avere
pesanti ripercussioni anche sui membri dell’UE, in particolare sulle
forniture energetiche e l’export di beni e servizi. I 28 condividono la
necessità per l’Unione di avere un ruolo più attivo e incisivo nella
crisi ma la spaccatura tra i sostenitori della linea dura e coloro che
spingono per una mediazione diplomatica, tra i quali Italia e Germania,
rischia di paralizzare i lavori.
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Quali sono le divergenze in seno all'Unione Europea?
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La crisi ucraina ha messo nuovamente in luce le contraddizioni del rapporto tra Unione Europea e Russia. Come sottolineato dal Financial Times,
l'Unione Europea sembra intenzionata a reagire in maniera diversa: da
un lato le posizioni più dure della Polonia e degli altri paesi
dell'Est, dall'altro la cautela mostrata da Germania, Italia, Francia,
Gran Bretagna e Paesi Bassi. A pesare, oltre agli interessi economici,
sono il forte grado di dipendenza energetica di alcuni di questi Paesi,
ma anche le ripercussioni che eventuali danni arrecati all'economia
russa potrebbero avere sul centro finanziario di Londra (la City è una
delle destinazioni preferite dei flussi di denaro da parte dei magnati
russi), o sugli stessi investimenti europei in Russia.
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Quali sanzioni può imporre l’UE alla Russia?
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Oggi
scade l’ultimatum lanciato dall’UE alla Russia per ritirare le truppe
dalla Crimea. Se ciò non dovesse accadere il Consiglio straordinario
dell’UE riunitosi a Bruxelles potrebbe decidere di imporre sanzioni
economiche e diplomatiche. Il Financial Times
ne elenca 6 tipologie valutandone ripercussioni e rischi. Se l’UE
dovesse imboccare questa strada, la risposta russa non si farà
attendere. Secondo il Moscow Times
la Russia è pronta a confiscare le proprietà europee, una mossa
legalmente eccepibile e che potrebbe rivelarsi un boomerang per gli
investimenti esteri dei quali Mosca ha un disperato bisogno.
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Perchè Berlino non vuole isolare Mosca?
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Mentre
gli Stati Uniti continuano a premere sugli alleati per l’introduzione
di sanzioni contro Mosca, il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter
Steinmeier, ha ribadito l’intenzione del governo tedesco
di proporre una soluzione diplomatica. Angela Merkel è stata la
principale fautrice della missione Ocse, incominciata ieri a Odessa, per
accertare sul campo la situazione segnando così la ferma opposizione di
Berlino all'isolamento russo. Il Guardian
sottolinea come per la Germania, che dipende per un terzo dalle
forniture russe di gas, uno stallo con Mosca potrebbe rallentare la
crescita economica e danneggiare la proiezione orientale.
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Verso la “Guerra del Gas”?
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La
dipendenza energetica dell’Europa dalle forniture di gas naturale russo
sarebbe un elemento che non permetterebbe alla UE stessa di avere le
mani libere nella politica verso Mosca. Secondo l’ Economist,
circa il 25% dei consumi europei viene prodotto dalla Russia, e gran
parte di questo (circa l’80%) transita attraverso l’Ucraina. La UE
sarebbe quindi realmente minacciata dalla crisi in Ucraina e dovrebbe
intervenire, favorendo il ricorso allo shale gas e promuovendo un
accordo sull’esportazione di gas nord-americano. Di opinione simile il Financial Times che consiglia alla Ue una riduzione dalla dipendenza (70%) dal gas russo. Tuttavia, altri analisti
contestualizzano questo pericolo ritenendo che i nuovi corridoi già
esistenti aumentino la capacità di esportazione complessiva proprio
mentre i consumi europei sono in calo per la crisi economica (con
gasdotti che lavorano a capacità ridotta): la minaccia reale nel breve
periodo sarebbe solamente per alcuni Paesi membri dell’UE, come la
Slovacchia o la Bulgaria, mentre per gli altri i pericoli sarebbero più
modesti anche grazie alla capacità degli stoccaggi.
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Quanto pesa la Russia per l’economia italiana?
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L’Italia
è il quinto partner commerciale per la Russia, superata solo da Cina,
Germania, Paesi Bassi ed Ucraina. Come riportato dai dati MAE aggiornati
a ottobre 2013, il valore dell’interscambio italo-russo è stato di 26,4
miliardi di dollari, in leggero calo rispetto al 2012 e contro un
interscambio russo-tedesco nello stesso anno di 42 miliardi. In questo
documento, la Italian Trade Agency presenta l’evoluzione delle relazioni commerciali tra Roma e Mosca mentre Il Sole 24 Ore elenca le principali ripercussioni che le tensioni con Kiev potrebbero avere sui mercati e il commercio internazionale
6.3.2014 ISPI
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