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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

07/03/14

UCRAINA LE OPZIONI E LE DIVISIONI EUROPEE



Le diplomazie internazionali sono al lavoro per cercare una exit strategy dalla crisi ucraina. Oggi a Bruxelles si riuniscono i leader dei 28 paesi UE. Sul tavolo delle discussioni gli aiuti economici stanziati per l'Ucraina, che dovrebbero aggirarsi attorno agli 11 miliardi nei prossimi due anni, e la possibilità di adottare sanzioni contro la Russia.
Alla vigilia del Consiglio europeo, appare tuttavia complicato trovare una posizione comune con gli stati fermi sulle loro diverse posizioni. Una stretta economica contro la Russia potrebbe avere pesanti ripercussioni anche sui membri dell’UE, in particolare sulle forniture energetiche e l’export di beni e servizi. I 28 condividono la necessità per l’Unione di avere un ruolo più attivo e incisivo nella crisi ma la spaccatura tra i sostenitori della linea dura e coloro che spingono per una mediazione diplomatica, tra i quali Italia e Germania, rischia di paralizzare i lavori.

Quali sono le divergenze in seno all'Unione Europea?
La crisi ucraina ha messo nuovamente in luce le contraddizioni del rapporto tra Unione Europea e Russia. Come sottolineato dal Financial Times, l'Unione Europea sembra intenzionata a reagire in maniera diversa: da un lato le posizioni più dure della Polonia e degli altri paesi dell'Est, dall'altro la cautela mostrata da Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna e Paesi Bassi. A pesare, oltre agli interessi economici, sono il forte grado di dipendenza energetica di alcuni di questi Paesi, ma anche le ripercussioni che eventuali danni arrecati all'economia russa potrebbero avere sul centro finanziario di Londra (la City è una delle destinazioni preferite dei flussi di denaro da parte dei magnati russi), o sugli stessi investimenti europei in Russia.
Quali sanzioni può imporre l’UE alla Russia?
Oggi scade l’ultimatum lanciato dall’UE alla Russia per ritirare le truppe dalla Crimea. Se ciò non dovesse accadere il Consiglio straordinario dell’UE riunitosi a Bruxelles potrebbe decidere di imporre sanzioni economiche e diplomatiche. Il Financial Times ne elenca 6 tipologie valutandone ripercussioni e rischi. Se l’UE dovesse imboccare questa strada, la risposta russa non si farà attendere. Secondo il Moscow Times la Russia è pronta a confiscare le proprietà europee, una mossa legalmente eccepibile e che potrebbe rivelarsi un boomerang per gli investimenti esteri dei quali Mosca ha un disperato bisogno.
Perchè Berlino non vuole isolare Mosca?
Mentre gli Stati Uniti continuano a premere sugli alleati per l’introduzione di sanzioni contro Mosca, il ministro degli esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha ribadito l’intenzione del governo tedesco di proporre una soluzione diplomatica. Angela Merkel è stata la principale fautrice della missione Ocse, incominciata ieri a Odessa, per accertare sul campo la situazione segnando così la ferma opposizione di Berlino all'isolamento russo. Il Guardian sottolinea come per la Germania, che dipende per un terzo dalle forniture russe di gas, uno stallo con Mosca potrebbe rallentare la crescita economica e danneggiare la proiezione orientale.
Verso la “Guerra del Gas”?
La dipendenza energetica dell’Europa dalle forniture di gas naturale russo sarebbe un elemento che non permetterebbe alla UE stessa di avere le mani libere nella politica verso Mosca. Secondo l’Economist, circa il 25% dei consumi europei viene prodotto dalla Russia, e gran parte di questo (circa l’80%) transita attraverso l’Ucraina. La UE sarebbe quindi realmente minacciata dalla crisi in Ucraina e dovrebbe intervenire, favorendo il ricorso allo shale gas e promuovendo un accordo sull’esportazione di gas nord-americano. Di opinione simile il Financial Times che consiglia alla Ue una riduzione dalla dipendenza (70%) dal gas russo. Tuttavia, altri analisti contestualizzano questo pericolo ritenendo che i nuovi corridoi già esistenti aumentino la capacità di esportazione complessiva proprio mentre i consumi europei sono in calo per la crisi economica (con gasdotti che lavorano a capacità ridotta): la minaccia reale nel breve periodo sarebbe solamente per alcuni Paesi membri dell’UE, come la Slovacchia o la Bulgaria, mentre per gli altri i pericoli sarebbero più modesti anche grazie alla capacità degli stoccaggi.
Quanto pesa la Russia per l’economia italiana?
L’Italia è il quinto partner commerciale per la Russia, superata solo da Cina, Germania, Paesi Bassi ed Ucraina. Come riportato dai dati MAE aggiornati a ottobre 2013, il valore dell’interscambio italo-russo è stato di 26,4 miliardi di dollari, in leggero calo rispetto al 2012 e contro un interscambio russo-tedesco nello stesso anno di 42 miliardi. In questo documento, la Italian Trade Agency presenta l’evoluzione delle relazioni commerciali tra Roma e Mosca mentre Il Sole 24 Ore elenca le principali ripercussioni che le tensioni con Kiev potrebbero avere sui mercati e il commercio internazionale
6.3.2014 ISPI

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