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Signore, Signori, Signor*, come piace a voi,
oggi voglio scrivervi per chiedervi Perché. Il perché più importante
di tutti, il primo, quello che giustifica le vostre azioni ed il vostro
ancor più cocente Non-Fare.
Perché odiate la vostra terra, la vostra gente, la vostra storia? Perché vi odiate?
Una vita di rancore ed insuccessi, la rabbia ringhiosa del
non-appartenente non bastano, da sole, a giustificare il vostro zelo nel
distruggere tutto ciò che rimane di questa Europa, di questi Europei
che ovunque, nel mondo, vogliono una sola cosa: rimanere se stessi.
E perché tanto amore, tanta adorazione per chi non è come voi, per
chi vi odia, disprezza, deride? Perché vi assiepate nelle
manifestazioni, intrigate nei parlamenti, strillate sui social network per affossare la vostra specie?
Non ne verrò mai a capo. Perché non siete tutti corrotti, tutti
venduti, tutti in mala fede. Vedo tra voi persone di valore, che
disperdono in propri talenti in atteggiamenti sofisticati, in
auto-commiserazioni, in mea culpa che offrite – che regalate! – ad un
mondo che non li comprende.
Poi ci sono i perduti, i capi delle vostre missioni, gli indignati
per professione, i perbenisti, i benpensanti, magari con tante case al
mare, con tante lezioni di danza per le figlie, con tante scarpe
nell’armadio. Gli eroi dei “mi piace” facili, ma di loro non voglio parlare: sono condannati a morire nel branco, di vecchiaia, in un mondo che non sarà più loro.
Ma a tutti dico: placidamente, nei vostri letti, oppure nei ghetti
che vi siete costruiti, fra molti anni – ma non così tanti, in fondo –
saprete di non aver combattuto la buona battaglia. Saprete che la vostra
buona fede, il vostro credo inclusivo, così pulito, così dolce, così
conforme è stato soltanto un tassello del Quadro. Quel Quadro che ci
oltrepassa, che scavalca le generazioni e ci segna come continuità nella
Storia. Sarete le tinte fosche di questo dipinto, perché i colori
dell’arcobaleno, se distesi, distesi, distesi su se stessi per decenni
portano al grigio, all’oscurità che già ci avvolge.
Abbiamo bisogno di mani forti, di anime generose, di sorrisi in
battaglia. I muri ideali e materiali che vogliamo costruire sono fatti
per salvare anche voi, perché le barriere di oggi diventino il baluardo
di una rinascita nostra, europea, vera. Le cime che non vogliamo
abbandonare sono quelle della Tradizione, gli unici luoghi in cui i
morti non sono dimenticati e ci incoraggiano a non cadere.
Non abbattete quei muri. Non giocate per il nemico. Loro ridono,
vedendo il seme della distruzione avvinghiarsi alle nostre pietre
millenarie. Smettetela di affilare i coltelli che vi uccideranno, di
accogliere chi vi soppianterà. Ritornate a Casa.
di J. du Lys
http://ordinefuturo.net
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