Se c’è una città impietosa con il ceto medio, capace di
tartassarlo, annichilirlo, sommergerlo di tasse e balzelli fino ad
impoverirlo, questa è Roma. La Capitale d’Italia balza
al primo posto quanto a spesa media annuale per tributi e servizi
pubblici locali calcolata su una famiglia del ceto medio con due figli a
carico. A dirlo è l‘Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali nel Rapporto annuale
che fotografa la situazione delle famiglie capitoline. Dati alla mano,
una coppia del ceto medio con un figlio che studia paga per i servizi
pubblici locali 5.932 euro all’anno. E’ la punta più alta in assoluto. A
Torino la stessa coppia paga 5.784 euro, a Napoli 5.768, a Milano, 5.683.
Roma è la città con la tassazione più alta d’Italia
Insomma, la “cura” Marino ha letteralmente stroncato
il ceto medio. Le cose, secondo il rapporto, vanno un po’ meglio per le
coppie a basso reddito. Qui la Capitale occupa una
posizione di metà classifica. L’impatto è più tenue per le famiglie che
versano in condizioni economiche maggiori e più precarie. Questo, però,
non attenua il fatto che, in questi ultimi anni, il complesso delle
tassazioni e delle tariffe imposte dalla giunta Marino per garantire i
servizi essenziali abbia raggiunto livelli insopportabili. Le voci sono
ormai conosciute dai romani. Si va dai tributi locali ai rifiuti, dalle
tariffe per l’acqua al trasporto pubblico, dal ticket per i parcheggi
all’asilo nido, dalla mensa scolastica ai servizi culturali in genere
come musei e mostre.
Roma ai primi posti per le tasse sulla casa
Non solo. Anche per quanto riguarda l’Irpef il ceto
medio romano se la vede brutta. La solita coppia con un reddito di 50
mila euro paga 955 euro di quota Irpef al Comune, seconda soltanto a
Napoli (1.015 euro). Per non parlare della Tarsi/Imu,
ossia della iniqua tassa sulla casa, che incide, per chi percepisce quel
reddito, di 2.369 euro l’anno. Insomma, con Ignazio Marino in
Campidoglio, la Capitale è riuscita a conquistare il primato della città
con la più alta tassazione. Il guaio è che, nonostante i romani siano i
più torchiati in assoluto, i servizi per quali pagano fior di tasse,
spesso funzionano male o non funzionano affatto.
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