L’estenuante confronto tra Italia e India sulla sorte dei due fucilieri della Marina Militare, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, chiede e anzi pretende ormai una soluzione rapida, incisiva ed efficace. La vicenda si protrae da più di tre anni, la lunghezza dei tempi è ormai inaccettabile. L’importanza delle relazioni tra Roma e New Delhi è fuori discussione, ma lo anche è il principio di sovranità di ciascun Stato e, nel caso, il diritto dell’Italia a processare i due militari visto che il presunto delitto di cui sono accusati è stato commesso in acque internazionali. Come al solito, però, la politica ha trovato un’altra ghiotta occasione per speculare sulla questione quando, al contrario, proprio un sostegno univoco all’azione di governo avrebbe rafforzato i tentativi di trovare una soluzione. Le trattative in corso, del resto, sono in una fase delicata e il presunto ricorso all’arbitrato internazionale – soluzione inevitabile se fallissero i colloqui tra indiani e italiani rischia di implicare altri tempi molto lunghi. È proprio questo lo scenario da evitare: che per altri lunghi mesi, se non anni, la sorte di Latorre e Girone resti appesa a un intreccio di scontri politici, burocratici e diplomatici.
http://www.sicurezzacgs.it - 6 maggio 2015
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