Marò, un nuovo giallo. Questa volta riguarda il ricorso dell’Italia all’arbitrato internazionale,
più volte individuato come la strada giusta per scuotere una vicenda
assurda che si trascina da tre anni. Nel silenzio generale tra continui
stop and go del Tribunale di Nuova Delhi il Corriere della Sera ha
riportato la notizia che il governo si accingerebbe finalmente a
ricorrere all’istituto internazionale per i nostri marò. Fallita la via diplomatica,
dunque, entro la metà di giugno il governo dovrebbe ritirare finalmente
la proposta “amichevole” per procedere all’arbitrato per stabilire dove
risiede la giurisdizione nella vicenda che coinvolge Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Il governo indiano finora non avrebbe preso neppure in considerazione
la soluzione concordata messa nero su bianco dall’Italia per mettere la
parola fine al calvario dei due marò. L’arbitrato comporta invece un
coinvolgimento pubblico internazionale.
Marò, arbitrato internazionale?
Finora la notizia per la soluzione del caso marò non ha riscontri ufficiali. L’articolo sul Corriere, a firma di Danilo Taino,
ha suscitato la reazione dell’opposizione non informata dal governo
Renzi. Il primo a sollevare perplessità è stato Maurizio Gasparri:
«Apprendo dai giornali che il governo si accingerebbe finalmente a
ricorrere all’arbitrato internazionale per la vicenda dei nostri marò
ingiustamente trattenuti dall’India da oltre tre anni.
Si tratta indubbiamente della strada giusta da percorrere – ha
dichiarato il senatore azzurro in una nota congiunta con Elio Vito –
anche se non priva di rischi e difficoltà, indicata più volte
all’unanimità dal Parlamento, ma spiace dover constatare che anche
questa decisione la si debba apprendere dai giornali e non venga
comunicata nelle sedi istituzionali proprie. Come è avvenuto d’altra
parte, per la stessa “trattativa” con l’India sulla vicenda dei marò, i
cui contenuti non sono mai stati chiari né tantomeno comunicati alle
Camere, ma per condurre inutilmente la quale si è comunque perso un
altro anno di tempo!».
Il silenzio del governo
Come da copione il governo non brilla per iniziativa. «Non commento,
sono indiscrezioni», non una parola di più dalla Farnesina sul braccio
di ferro che coinvolge i nostri marò. Bocche cucite da parte del
ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che ha preferito dribblare sulla notizia riportata dal quotidiano di via Solferino. Anche Matteo Renzi,
troppo impegnato nella sua crociata riformista, sembra aver dimenticato
la sorte dei marò, finiti nel dimenticatoio dopo la telefonata spot
fatta a poche ore dall’insediamento a Palazzo Chigi.
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