Non si arresta l’ondata di sbarchi sulle coste italiane.
Nel fine settimana sono arrivati in settemila. Altri 873 sono approdati
lunedì a Pozzallo, in Sicilia, mentre un centinaio di clandestini a bordo di un gommone sono stati soccorsi nel canale di Sicilia. Parlare di emergenza è un eufemismo. Ormai l’Italia
è esposta ad una invasione senza precedenti. In Sicilia i centri di
accoglienza sono stracolmi, al collasso. Numeri alla mano, nei primi
mesi del 2015 il ritmo degli sbarchi è cresciuto del 43% rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente. L’arrivo del bel tempo rischia nei
prossimi giorni di favorire ancor di più questo autentico esodo di
massa dalle coste della Libia, la cui situazione interna è incandescente
e fuori controllo.
Alfano vuole piazzare quote di clandestini nelle province
Il guaio è che anche il governo italiano mostra segni evidenti di
difficoltà nell’arginare e governare il fenomeno. Con una circolare
inviata ai prefetti, il Viminale ha cercato nei giorni
scorsi di reperire locali disponibili ad accogliere profughi e
clandestini in varie regioni, in prevalenza al centro e al sud.
L’obiettivo era di trovare posti letto per circa 6.500 persone. La
direttiva, però, non è andata a buon fine. D’altronde molte regioni già
in passato si sono fatte carico dell’accoglienza. Nel frattempo i numeri
continuano a salire. Ora si cercano locali per alloggiare circa 9 mila
clandestini. Così il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha deciso di adottare il braccio di ferro. Una nuova circolare del dipartimento per l’immigrazione, diretto dal prefetto Mario Morcone, intima ai rappresentati del governo di piazzare i profughi dividendoli in quote per provincia.
Sindaci stressati per trovare posti letti per i clandestini
All’inizio si era parlato di 100 per provincia. Cifre approssimative,
in verità. Numeri che ballano. Basti penare che in una infuocata
riunione tenutasi nella prefettura di Roma con i Sindaci dei comuni
della provincia, la ripartizione ipotizzata dagli uffici del governo
prevede una prima dislocazione di circa 350 clandestini. Un problema nel
problema. Dal momento che ci sono comuni, come Cave, Colleferro, Guidonia, Pisoniano, San Vito Romano
che già ospitano molte comunità straniere. Nè è facile per i sindaci
reperire locali idonei ad alloggiarli. Opporre alle oggettive difficoltà
che stanno incontrando gli amministratori locali la minaccia di passare
alla requisizione degli stabili, come è nelle intenzioni del Viminale,
con tutta franchezza non ci sembra una buona idea.
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