Dopo
il fallimento della via diplomatica, il governo tenta con l'arbitrato:
"Si sono create le condizioni migliori che ci siano mai state per
procedere per questa via"
Dopo
il fallimento della via diplomatica, il governo tenta con l'arbitrato:
"Si sono create le condizioni migliori che ci siano mai state per
procedere per questa via"
La via diplomatica è fallita e il governo italiano procederà con l'arbitrato internazionale sul caso dei due marò.
Questa la ricostruzione del Corriere della Sera, che
anticipa che entro la metà del mese prossimo, probabilmente prima, il
governo ritirerà la proposta che aveva fatto all'India per una soluzione diplomatica
negoziata e comunicherà al governo di Delhi l'intenzione di procedere
con un contenzioso per stabilire dove risieda la giurisdizione nella
vicenda dei fucilieri di marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre e
se andranno processati in India, in Italia come sostiene il governo o
in un Paese terzo.
Se nel giro di pochi giorni Delhi non darà una risposta chiara all'offerta italiana, spiega il Corriere, il caso prenderà la forma di un confronto pubblico e internazionale. "Si sono create le condizioni migliori che ci siano mai state per procedere all'arbitrato", riferiscce al Corriere una fonte vicina alla trattativa.
La proposta di mediazione diplomatica
italiana è dalla fine dell'estate scorsa sul tavolo di Ajit Doval,
consigliere per la sicurezza nazionale di Modi, ma non sarebbe mai
decollata. Il gruppo di avvocati internazionali — guidati da Sir Daniel
Bethlehem — che lavora sul caso per l'Italia, spiega il Corriere,
ha nei mesi scorsi costruito la situazione legale per evitare di essere
in fallo: ha cessato di riconoscere processualmente la giurisdizione
indiana e ha ottenuto a metà aprile il prolungamento della licenza per
malattia in Italia di Latorre, che scade il prossimo 15 luglio, così da
non trattenerlo in un modo considerabile illegale.
La Corte Suprema
indiana inizierà il 7 luglio a discutere il caso della giurisdizione
sollevato dall'Italia, di revisione di una sentenza della Corte che
affermava la giurisdizione indiana. Il ricorso unilaterale all'arbitrato
dovrà dunque essere presentato (se ne occuperà probabilmente la Corte
permanente di arbitrato dell'Aja) prima del 7 luglio per evitare la
sovrapposizione, ma anche prima che scada la licenza di Latorre. La
seconda metà di giugno sarebbe dunque la finestra ultima per muovere il
passo. Ci sarà da valutare la posizione di Girone, attualmente in
libertà provvisoria a Delhi: la Corte Suprema indiana potrebbe
mantenerla, ma se la reazione sarà dura Girone dovrà probabilmente
rimanere chiuso nell'ambasciata italiana.
Nessun commento:
Posta un commento