14 Gennaio 2015, trentacinquesimo mese di sequestro.
Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti
(Il proclama del 23 agosto 1977, con il quale l'allora governatore del Massachusetts Michael Dukakis assolveva i due anarchici italiani dal crimine a loro attribuito, esattamente 50 anni dopo la loro esecuzione sulla sedia elettrica)
Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti Vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due.
Oltre a questa vicenda vera e drammatica mi viene in mente il film di Nanni Loy " detenuto in attesa di giudizio " con protagonista Alberto Sordi e Lino Banfi, un film degli anni settanta che denunciava la mala giustizia del bel paese, la trama impressionante per la corrispondenza con il sequestro dei Marò raccontava che :
Il geometra romano Giuseppe Di Noi, da anni trasferitosi in Svezia, sposato con una donna svedese e stimato professionista, decide di portare in vacanza in Italia la sua famiglia. Alla frontiera italiana l'uomo viene fermato e arrestato senza che gli venga fornita alcuna spiegazione. Dopo tre giorni di carcere a Milano, apprende - grazie all'interessamento di un agente di custodia - di essere accusato di "omicidio colposo preterintenzionale" di un cittadino tedesco. Convinto che si tratti di un equivoco, il malcapitato viene tradotto di carcere in carcere, fino alla località immaginaria di Sagunto (nei pressi di Salerno) ed internato in una cella di isolamento, in quanto, essendo considerato "latitante", gli viene impedito di usufruire degli arresti domiciliari.
(Il proclama del 23 agosto 1977, con il quale l'allora governatore del Massachusetts Michael Dukakis assolveva i due anarchici italiani dal crimine a loro attribuito, esattamente 50 anni dopo la loro esecuzione sulla sedia elettrica)
Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti Vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due.
Oltre a questa vicenda vera e drammatica mi viene in mente il film di Nanni Loy " detenuto in attesa di giudizio " con protagonista Alberto Sordi e Lino Banfi, un film degli anni settanta che denunciava la mala giustizia del bel paese, la trama impressionante per la corrispondenza con il sequestro dei Marò raccontava che :
Il geometra romano Giuseppe Di Noi, da anni trasferitosi in Svezia, sposato con una donna svedese e stimato professionista, decide di portare in vacanza in Italia la sua famiglia. Alla frontiera italiana l'uomo viene fermato e arrestato senza che gli venga fornita alcuna spiegazione. Dopo tre giorni di carcere a Milano, apprende - grazie all'interessamento di un agente di custodia - di essere accusato di "omicidio colposo preterintenzionale" di un cittadino tedesco. Convinto che si tratti di un equivoco, il malcapitato viene tradotto di carcere in carcere, fino alla località immaginaria di Sagunto (nei pressi di Salerno) ed internato in una cella di isolamento, in quanto, essendo considerato "latitante", gli viene impedito di usufruire degli arresti domiciliari.
Di Noi subisce un
autentico calvario giudiziario, costellato di trattamenti umilianti e
spersonalizzanti. L'incubo si protrae molto oltre il previsto. Il
magistrato inquirente lo rimprovera di non poterlo ascoltare in quanto
privo di un avvocato. L'uomo si trova, suo malgrado, coinvolto in una
sommossa e trasferito dapprima in un carcere per reclusi ergastolani,
dove scampa a stento ad una violenza, e poi in una struttura
psichiatrica. Occorrono l'ostinazione di sua moglie, l'appassionato
interessamento del suo avvocato (nominato solo perché consigliatogli da
un altro detenuto) nonché la benevolenza del magistrato inquirente
altrimenti in ferie, per arrivare ad una spiegazione logica.
Ricevuto presso il
nosocomio, Di Noi apprende dai legali che un viadotto della
superstrada Battipaglia-Matera (struttura inesistente nella realtà) -
costruita anni prima da una ditta italiana dove egli lavorava come
geometra - era crollato per cause poi ritenute naturali, cagionando la
morte di un automobilista tedesco in transito. Di Noi, trasferitosi nel
frattempo in Svezia e senza alcuna comunicazione internazionale, non
rispondendo al mandato di comparizione, era tecnicamente ritenuto
latitante e da ciò l'arresto. Chiarita oramai la sua posizione, il
povero geometra riacquista la libertà, ma è un uomo ormai fortemente
segnato, fisicamente e psicologicamente.
Ed eccoci ad oggi,
nonostante una serie di pasticci nella gestione di questo caso da parte
di tre governi della Repubblica, è arrivata all' alba una notizia
secondo cui la corte suprema Indiana ha prorogato di tre mesi il rientro
di Massimiliano Latorre dalla licenza di convalescenza dopo il grave
ictus occorsogli ad agosto e l' operazione cardiaca a cui è stato
sottoposto pochi giorni orsono, se da una parte vi è da gioire per
questa soluzione, dall' altra aumenta l' apprensione per l' ostaggio
Salvatore Girone obbligato a rimanere sospeso nel limbo indiano appunto
come garanzia per un processo farsa che lo stato delle caste vorrebbe
condurre verso i nostri soldati, fatto questo già di per se grave e
inaudito viste le caratteristiche dell' immunità funzionale a cui la
stessa india si è avvalsa nel caso dei Caschi Blu Indiani stupratori in
Africa e giudicati in India...
Quello che fa rabbia al
Popolo Sovrano e espresso oggi perfettamente e molto chiaramente dal
Presidente della Commissione Difesa Elio Vito e dai rappresentanti del
CoCeR in una conferenza stampa alla camera è che fino ad oggi nessuno,
nemmeno uno tra i vari Napolitano, Monti, Di paola, Letta , Mauro,
Bonino, Renzi, Mogherini, Pinotti e Gentiloni si sia mai dato da fare
per esigere il rimpatrio dei due soldati Italiani in nessuna sede
internazionale mentre invece sul versante dei rapporti economici vi è
una fortissima comunione d' intenti ( vero Confindustria ? ) sia per
stabilimenti industriali che nella esportazione di macchinari e sia
nella fornitura di commesse militari, settore questo in cui l' India è
particolarmente attiva vista la guerra non dichiarata in cui è impegnata
da circa trenta anni con il Pakistan oltre che per garantirsi il
riconoscimento di competitor nelle acque asiatiche con il gigante Cina
per garantirsi la supremazia sul controllo delle rotte delle super
petroliere Giapponesi che fanno rotta dallo stretto di Hormuz fino
appunto al Giappone e tutto il sud-est asiatico, prova di questo è il
rifacimento di due portaerei che stiamo attuando tramite Fincantieri
oltre alle varie forniture di unità navali minori, come pure la notizia
trapelata negli ultimi giorni che ci aggiorna sulle commesse di Oto
Melara, un azienda di La Spezia ( gruppo Finmeccanica ) che si è
aggiudicata una fornitura di sistemi d' arma di ultima generazione da
installare su unità navali per la modica cifra di 243,5 milioni di
dollari USA, somma questa che è propedeutica ad ulteriori affari visto
che il ministro della difesa indiana ha dichiarato che la flotta
militare arriverà entro il 2020 a circa 200 unità per "mostrare i
muscoli" in quell' area, abbiamo già fornito ad esempio per i
sottomarini acquistati dagli indiani i siluri di ultima generazione per
200 milioni di Dollari oltre come già detto a pattugliatori d' alto mare
e navi rifornitrici e siamo in attesa di sapere per la gara di appalto
in cui gareggia la Beretta per fucili d' assalto...
Vorremmo sapere quando
questa farsa finirà e sopratutto se qualcuno prenderà le giuste
decisioni oltremare, ad esempio è di oggi una dichiarazione dell' ex
ministro degli Esteri Salman Khursheed :
La vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone "non potrà mai risolversi nei tribunali" e per questo "l'unica via di uscita è una soluzione politica".
La colpa è "di burocrati incapaci che avevo quando ero ministro degli Esteri e che continuano a essere ancora la'".
"La vicenda - ha ancora detto l'ex ministro che milita nel partito del Congresso, ora all'opposizione - si è ormai complicata al punto tale che solo un intervento ad alto livello da parte del primo ministro potrà risolverla".
Questo perchè, ha insistito, sul piano giudiziario essa non potrà essere risolta neppure fra 100 anni".
"Sono convinto che quindi la soluzione deve essere politica e che i due militari devono essere rimandati in Italia perche' al punto in cui il caso si trova attualmente, appare irrisolvibile".
"La vicenda - ha ancora detto l'ex ministro che milita nel partito del Congresso, ora all'opposizione - si è ormai complicata al punto tale che solo un intervento ad alto livello da parte del primo ministro potrà risolverla".
Questo perchè, ha insistito, sul piano giudiziario essa non potrà essere risolta neppure fra 100 anni".
"Sono convinto che quindi la soluzione deve essere politica e che i due militari devono essere rimandati in Italia perche' al punto in cui il caso si trova attualmente, appare irrisolvibile".
Dovremo aspettare il 2065 affinchè si arrivi ad una soluzione ?
Una brutta pagina sta per esser scritta nei libri di storia... che vergogna !
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