Il 15 febbraio 2012, è iniziato il
calvario dei due Sottufficiali Fucilieri della Marina Militare
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Un lungo periodo che
rappresenta uno dei momenti più oscuri della storia del nostro Paese.
Tre anni durante i quali l’Italia ha continuato a cedere sovranità
delegando le proprie funzioni ad uno Stato Terzo, come mai è avvenuto e
forse mai avverrà nella storia del mondo moderno, che non ci tramanda
casi in cui una Nazione abbia negato ai suoi cittadini il diritto della
tutela funzionale.
Ai due Sottufficiali della Marina Militare italiana, fucilieri della
prestigiosa Brigata S.Marco, invece, questo diritto è stato tolto
nonostante stessero operando perché incaricati dal Parlamento, ad
assicurare sicurezza anti pirateria marittima a una nave battente
Bandiera italiana. Nella fattispecie, infatti, il Belpaese ha preferito delegare ad uno Stato Terzo il diritto di giudicare l’operato di questi uomini, senza che, a distanza di tempo, fossero state ancora prodotte prove e formalizzati atti di accusa nei loro confronti.
Una storia peculiarmente italiana nel momento in cui improvvisamente
si sono accavallati agli eventi notizie di tangenti internazionali e
coinvolgimenti di lobby affaristiche che hanno indotto a considerare
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone “merce di baratto” con l’India.
Una vicenda in cui lo Stato continua a “mercanteggiare” la sorte dei due nostri militari,
ricorrendo a infinite ed inconcludenti iniziative politiche, piuttosto
che attivare immediatamente l’Arbitrato Internazionale e rimettere la
valutazione dei fatti ad una Corte Internazionale. Un’esitazione
incomprensibile e che induce a pensare che l’incertezza nel decidere è forse suggerita dal timore che possano emergere verità scomode per qualcuno che in passato ha preferito percorrere la strada delle cessione di sovranità riconsegnando i due all’India.
Un evento in cui esiste solo una certezza: qualsiasi cosa sia
accaduta si è verificata durante lo svolgimento di un compito
istituzionale affidato a due rappresentanti dello Stato incaricati di
garantire sicurezza a una porzione di territorio nazionale. Per il resto
solo un susseguirsi di congiunture a cui si sovrappongono interessi
personali ed economici che hanno prevalso sulle garanzie che uno Stato
di Diritto dovrebbe assicurare.
Lo stesso Premier indiano ha recentemente pubblicamente affermato che
nel contrasto alla pirateria devono essere applicate le leggi
internazionali, ma l’Italia sembra non voler seguire questa strada.
Preferisce, invece, continuare a mercanteggiare a danno della sovranità
nazionale, proponendo al mondo un Paese sempre più timido nell’affermare i propri diritti ed a tutelare quelli dei propri cittadini.
Peraltro, continuiamo a contrattare con uno Stato il cui Ministro degli Interni ha ammesso che Girone rappresenta per l’India un ostaggio,
qualora Latorre rimanesse in italia per continuare le cure mediche di
cui ha bisogno. Un’affermazione grave per una “grande democrazia”, in
quanto gli Stati semmai fanno prigionieri e gli ostaggi, sono invece,
appannaggio di fazioni eversive o di pirati.
I due Marò sono lontani dalla loro Patria e dalle loro famiglie,
colpevoli solo di aver detto “Obbedisco” quel famoso 22 marzo 2013
quando fu loro assicurato che una volta rientrati a Delhi tutto sarebbe
stato risolto in tre, quattro settimane.
La grande vergogna, invece, continua e l’Italia
prosegue a trattare, forse perché così – forse – ha stabilito qualche
esponente del Club Bilderberg o della Trilaterale.
Fernando Termentini 12 gennaio 2015
fonte: http://www.stopeuro.org
Nessun commento:
Posta un commento