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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

12/06/14

GIORNATA MONDIALE CONTRO IL LAVORO MINORILE: L’IMPEGNO DELL’ITALIA E DELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO



ROMA\ aise\ - Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, indetta nel 2002 dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e che quest’anno è dedicata al tema della protezione sociale, con lo slogan “Extend social protection: combat child labour!”.
In occasione della ricorrenza, sono previste diverse iniziative in varie città italiane che vedono l’attivo coinvolgimento e il contributo di istituzioni, scuole, associazioni e attori del mondo del lavoro, dello sport, della musica e della danza. Previsto, sempre per oggi, il lancio della nuova edizione della campagna “Cartellino rosso al lavoro minorile”, promossa dall’Ilo con l’obiettivo di informare il pubblico sulla questione del lavoro minorile e rafforzare il movimento mondiale per l’eliminazione di questa piaga che coinvolge 168 milioni di minori nel mondo, di cui 85 milioni lavorano in condizioni particolarmente pericolose o dannose per la salute.
L’indagine di Save the Children. Sempre oggi, in occasione della Giornata 2014, l’organizzazione non governativa (Ong) Save the Children organizza presso il ministero della Giustizia, a Roma, una conferenza stampa di presentazione dei dati preliminari della nuova indagine sul lavoro precoce e il rischio di devianza minorile. L’iniziativa, promossa in collaborazione con il Dipartimento per la giustizia minorile del ministero della Giustizia, ha l’obiettivo di approfondire il rapporto tra il lavoro precoce e il coinvolgimento dei minori in circuiti illegali e anche la percezione che del lavoro hanno i ragazzi e le ragazze all’interno del circuito penale: se sia considerato uno strumento positivo, in un’ottica “rieducativa” e di emancipazione da comportamenti illegali e devianti. La ricerca si basa su oltre 700 questionari somministrati ai minori nel circuito penale, “focus group” con operatori, una ricerca partecipata e interviste approfondite di alcuni ragazzi con esperienze di lavoro minorile e attualmente nel circuito della giustizia minorile.
L’impegno di Unicef Italia. In proposito, Unicef Italia dedica quest’anno l’odierna Giornata al Bangladesh, uno dei Paesi più poveri al mondo, in cui 26 milioni di bambini vivono sotto la soglia di povertà, il 66 per cento delle donne tra i 20 e i 24 anni di età si sono sposate prima di aver compiuto 18 anni e solo il 37 per cento dei bambini viene registrato alla nascita. Secondo i dati disponibili, sono circa 4,5 milioni i bambini sfruttati in settori ad alto rischio quali l’edilizia, le riparazioni meccaniche ed elettriche, le fabbriche di tabacco, fino allo sfruttamento nella raccolta dei rifiuti e nella guida dei risciò. “Tutte queste attività comportano devastanti conseguenze in termini di salute e sopravvivenza”, ha ricordato il presidente dell’Unicef Italia, Giacomo Guerrera.
I numeri. Secondo le stime dell’Ilo, il numero globale dei minori lavoratori è sceso di un terzo dal 2000, da 246 a 168 milioni, di cui più della metà, 85 milioni, svolgono lavori pericolosi (nel 2000 erano 171 milioni). Il maggior numero di minori lavoratori si trova nella regione Asia e Pacifico (quasi 78 milioni, pari al 9,3 per cento del totale dei minori), mentre l’Africa sub-Sahariana continua ad essere la regione con la maggiore incidenza di lavoro minorile (59 milioni, oltre il 21 per cento). In America latina e Caraibi sono 13 milioni (pari all’8,8 per cento) i minori al lavoro e in Medio Oriente e Nord Africa 9,2 milioni (l’8,4 per cento).
L’agricoltura continua ad essere il settore con il più alto numero di bambini lavoratori (98 milioni, pari al 59 per cento), ma altrettanto preoccupante è la situazione nel settore dei servizi (54 milioni) e nell’industria (12 milioni), per lo più confinati nell’economia informale. Infine, il lavoro minorile tra le bambine è sceso del 40 per cento dal 2000, quello dei bambini del 25 per cento. Circa 5,5 milioni sono inoltre vittime delle nuove forme di schiavitù, come la tratta di esseri umani e i bambini soldato costretti a combattere nelle forze armate governative o nelle milizie private.
Il rapporto dell’Ilo. La Giornata mondiale contro il lavoro minorile ricorre a pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto globale dell’Ilo sulla protezione sociale 2014-2015, che sottolinea come molti minori non ricevano i sussidi all’infanzia e alla famiglia di cui hanno bisogno per realizzare il loro potenziale. Secondo il rapporto, gli investimenti nell’infanzia non sono sufficienti e ciò mette a rischio i diritti e il futuro di questi bambini, compreso il loro diritto ad essere protetti dal lavoro minorile. I governi stanziano in media lo 0,4 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) per sussidi all’infanzia e alle famiglie, passando dal 2,2 per cento in Europa occidentale allo 0,2 per cento in Africa, Asia e Pacifico.
Il rapporto su basa sui risultati del rapporto globale dell’Ilo sul lavoro minorile del 2013, secondo il quale sussidi in denaro e in natura destinati all’infanzia e alle famiglie, se associati all’accesso all’istruzione e ai servizi sanitari, possono contrastare in maniera significativa il lavoro minorile. I programmi di trasferimento di denaro per minori e le famiglie sono stati realizzati in diverse aree dell’America latina e sono in corso in diverse altre regioni del mondo. Ad esempio: il programma ”Bolsa Familia” in Brasile, il programma sul sussidio universale all’infanzia in Mongolia e la sovvenzione a sostegno dell’infanzia in Sudafrica. Anche le misure di protezione sociale svolgono un ruolo chiave nel porre fine al lavoro minorile. Alla luce di ciò, nel 2013, durante la terza Conferenza globale sul lavoro minorile di Brasilia, la comunità internazionale ha adottato la Dichiarazione di Brasilia che sottolinea la necessità del lavoro dignitoso per gli adulti, dell’istruzione gratuita e obbligatoria per i bambini e della protezione sociale per tutti.
L’impegno dell’Italia. In tema di lotta al lavoro minorile, anche l’Italia promuove iniziative volte all’adozione e all’attuazione di politiche e progetti di contrasto e sradicamento di tutte le modalità di sfruttamento dei minori attraverso il lavoro, dando priorità alle peggiori forme del lavoro minorile e a ogni mansione che possa comprometterne la sicurezza, la salute e lo sviluppo. A livello sovranazionale, la Cooperazione italiana sostiene gli sforzi (Global Compact, Linee Guida Ocse) per innalzare la responsabilità sociale delle imprese, migliorare gli standard di lavoro per gli adulti e per un’efficace prevenzione dello sfruttamento del lavoro minorile in tutte le sue forme. In questo ambito, l’Italia ha ratificato la Convenzione dell’Ilo numero138 sull’Età minima e quella numero182 sulle Forme peggiori di lavoro minorile. (aise)

12 giugno 2014

fonte: http://agenziaaise.it

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