Nessuna novità dalle "trattative riservate" e tra pochi giorni scade la licenza per malattia
A dodici giorni dalla fine del permesso per cure mediche, «Massimiliano
è un uomo forte, ma allo stesso tempo è provato e segnato da questa
esperienza». È questo l'amaro commento di Elio Vito, presidente della
Commissione Difesa della Camera, dopo l'incontro a Taranto con
Massimiliano Latorre, alle prese con le conseguenze dell'ictus e
dell'operazione al cuore a cui si è sottoposto a Milano. Sul tavolo del
governo indiano c'è la proposta di soluzione avanzata dall'esecutivo
italiano e anche per questo Vito ha «una diversa consapevolezza».
«Naturalmente non spetta a noi prendere le decisioni - ha spiegato a
margine della visita a casa Latorre con i colleghi della commissione -
ma pensiamo che non dobbiamo discutere in questi giorni se Latorre deve o
meno tornare in India, ma dobbiamo pensare a come Salvatore Girone deve
tornare in Italia». La prospettiva prioritaria individuata, quindi, è
quella di riavere entrambi i fucilieri in Patria. Le condizioni fisiche
di Latorre (costretto ad una quotidianità angosciosa tra cure sanitarie
in ospedale e la spada di Damocle della fine del permesso), infatti,
allontanerebbero l'eventualità di un rientro a Nuova Delhi: «La salute
del fuciliere tarantino non giustifica - ha aggiunto Vito - il suo
rientro in India. Il viaggio potrebbe aggravare la situazione». Ogni
risoluzione si dovrà basare su «una strategia che restituisca l'onore e
la dignità» ai due marò, che sino a prova contraria, «hanno diritto a
essere considerati innocenti, tenendo inoltre presente che hanno già
espiato, pur essendo innocenti, una pena assai grave: oltre tre anni di
detenzione».
La visita a Taranto della commissione Difesa della Camera evidenzia
l'attenzione del Parlamento per la crisi internazionale con l'India, un
segnale di vicinanza ai fucilieri e alle loro famiglie: «I due marò - ha
specificato Vito - non devono essere lasciati soli perché la loro
vicenda riguarda tutto il nostro Paese. Questa commissione si è occupata
costantemente della loro condizione».
Sullo sfondo c'è la scelta di disimpegno dalle missioni internazionali
antipirateria, in attesa di una risoluzione positiva della vicenda dei
militari pugliesi, i quali, ha puntualizzato Vito, «hanno diritto a
vedere riconosciuta la cosiddetta immunità funzionale nelle loro
attività; hanno diritto che, per qualsiasi incidente dovesse accadere,
prevalga il diritto internazionale e siano sottoposti alla nostra
giurisdizione». Di contro ci sono gli effetti virtuosi della presenza
dei militari in una zona nella quale gli endemici attacchi dei pirati
stavano mettendo a rischio la sicurezza di tanti mercatili (anche
italiani): «Nei giorni scorsi in Parlamento, si è deciso di porre
termine a questa esperienza della presenza di nostri militari su navi
mercantili privati, ma vanno ringraziati i fucilieri Latorre e Girone e
tutti i nostri militari perché gli attacchi dei pirati sono diminuiti,
al punto di arrivare allo zero». «I nostri militari - ha concluso Vito -
vanno ringraziati perché hanno svolto operazioni rischiose, delicate,
nell'interesse della nostra comunità, del nostro Paese, delle nostre
navi, del nostro personale».
La visita dei parlamentari ha rincuorato Massimiliano Latorre: «È una
vicenda - ha commentato la compagna Paola Moschetti - che dura da troppo
tempo, ma questo non è stato un elemento che ci ha fatto perdere la
speranza. La Commissione Difesa si è sempre interessata del caso con
iniziative e visite, compresa quella a Nuova Delhi dello scorso anno e
di questo ringraziamo tutti i componenti».
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