«
Gli Stati Uniti e alcuni alleati cominceranno l’addestramento di altri 5mila miliziani “moderati” siriani a partire da questa primavera. Lo ha confermato il portavoce del Pentagono,
l’ammiraglio John Kirby. Washington si aspetta di dare il via al training in stretto coordinamento con Turchia, Qatar e Arabia Saudita. “Stiamo proseguendo a lavorare con Ankara per pianificare gli sforzi congiunti al fine di formare ed equipaggiare le forze moderate dell’opposizione siriana” ha sottolineato Kirby aggiungendo che anche Doha e Riad fanno parte del gruppo, in quanto dovrebbero fornire strutture ad hoc». La notizia è stata riferita dal sito Analisidifesa.it in un post del 9 gennaio.
La notizia, in particolare dopo la strage perpetrata presso la redazione di Charlie Hebdo e il supermecato kosher in Francia, fa sorgere diverse domande:
– Si sa benissimo, lo sanno anche gli americani, che molti dei
cosiddetti ribelli moderati da loro addestrati in questi
anni sono passati armi e bagagli nelle fila di Al Nusra (la
filiale di al Qaeda in Siria) e nell’Isis. Riportiamo in
proposito un brano di un’intervista all’ex ministro degli
Esteri italiano Emma Bonino dello scorso agosto: «
Nel maggio-giugno 2013, all’epoca tra l’altro in cui in Siria vengono allo scoperto i tagliagole, era ormai chiarissimo, evidente e noto che i cosiddetti moderati e laici tra i ribelli siriani erano stati tutti epurati. Anche il Sirian Free Army era infiltrato da Al Nousra e dall’Isis».
Perseverare in questa direzione, soprattutto dopo il massacro parigino assume connotati inquietanti.
– I due uomini che hanno fatto strage a Charlie Hebdo
erano professionisti. Quelle tecniche, quella freddezza,
quelle capacità si imparano da istruttori di alto livello,
non certo da beduini del deserto (tra l’altro erano molto più
professionali delle teste di cuoio che hanno compiuto il
rocambolesco blitz nel supermercato kosher). Affermare che i
due abbiano ricevuto un pregresso addestramento in un campo
Usa forse è pensar male. Ma a pensar male spesso ci si azzecca…
così torniamo al punto uno.
– L’iniziativa prevede la collaborazione di Arabia
Saudita, Qatar e Turchia. Sono tre Stati che da tempo sono oggetto
di indiscrezioni, anche autorevoli, circa il loro sostegno all’Isis e al fronte Al Nusra. Invece
di chiedere spiegazioni su tali inconfessabili legami
evidentemente gli Usa preferiscono cercare la loro
collaborazione. Un’opzione che suscita non poche
perplessità.
– La notizia evidenzia che Assad è ancora
considerato un nemico degli Usa e dell’Occidente,
nonostante al momento sia l’unico vero oppositore dell’Isis
e di Al Nusra e delle altre formazioni terroristiche
scatenate in quell’angolo di mondo. Gli Usa lo sanno bene, i suoi
vertici militari e i suoi più alti esponenti politici lo hanno
detto più volte che i raid aerei che sta compiendo la coalizione
internazionale contro l’Isis servono a poco. Lo hanno
ripetuto fin troppo spesso: senza scarponi in campo, così nel
gergo militare, le guerre non si vincono. Bene, ad oggi gli unici
scarponi che si oppongono a quelle forze oscure sono i
militari di Damasco. Fare la guerra ad Assad è, di fatto, un
favore all’Isis, ad al Nusra e alle altre organizzazioni
terroristiche che stanno insanguinando l‘Europa.
– Dopo la strage parigina e le minacce di ulteriori
attentati in Europa provenienti dal fronte del terrore, forse
le autorità europee dovrebbero chiedere conto agli Usa di
queste iniziative, a dir poco bizzarre. Non avviene, forse per
timore reverenziale verso l’autorevole partner
d’oltreoceano, forse per qualche altro inconfessabile motivo.
Resta lo sconcerto per tale mutismo che stride con i vacui
proclami anti-terrorismo che rimbalzano da un capo all’altro
del Vecchio continente.
http://www.piccolenote.it - 16 gemmaio 2015
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