Non è la #voltabuona per una politica estera
di Maria Giovanna Maglie
Si chiama col nome giusto: fallimento,
vuoi per manifesta incapacità sua e di chi lo circonda e consiglia,
vuoi perché proprio non c’è l’idea, né il progetto, figuriamoci la
passione, vuoi perché spararle grosse sul patrio suolo è evidentemente
più facile che spuntarla nel mondo, e se sei un premier debole come tale vieni riconosciuto e trattato. Ha fallito il vertice europeo sull’immigrazione, visto che a parte un po’ di soldi, di accoglienza profughi sul vasto territorio dell’Unione non si parla; ha fallito la visita lampo a Washington,
visto che nonostante l’apprezzamento per il vino toscano e il dinamismo
di Matthew, Obama non ha ritenuto neanche di dover informare il premier
italiano sull’uccisione di un cittadino italiano risalente a tre mesi prima, perché la notizia era ancora riservata; ha fallito l’accordo con l’Onu sulla Libia, perché né Washington ha incoraggiato né Ban ki Moon si sogna di permettere che l’Italia sia a capo di una missione internazionale. Ecco, questo è il bilancio del governo in politica estera, e non mi soffermo sugli sberleffi che ci fa l’India per i marò,
che tanto questa ormai è letteratura dell’orrore; non mi soffermo sulla
sparizione della denominazione italiana dai prodotti alimentari, perché
in questo caso insieme ai baldi giovinotti renziani andrebbero passati
per le armi tutti i parlamentari italiani eletti in Europa e un paio di
governi prima di questo. Della pericolosa farsa con l’Iran ha scritto prima e molto più efficacemente di me su L’Intraprendente Giulio Terzi.
Tutti zitti? Pare proprio di si. Sarà
anche che gli italiani tra le varie questioni vitali che dimenticano di
osservare e tenere nel debito conto, mettono al primo posto il prestigio
e perfino la dignità nazionali nel mondo, sarà che in Italia le
campagne le decidono giornali e talk show, certo è che nella narrazione
fantastica di RenziBullo sulle magnifiche sorti e progressive del Paese,
possiamo mettere a pieno titolo la politica estera. Una grande soddisfazione secondo l’occupante di Palazzo Chigi, un disastro micidiale secondo il buon senso e il principio della realtà.
Cominciamo dall’ultima notizia in ordine di tempo: la morte in Pakistan di Giovanni Lo Porto, prigioniero da tre anni, ucciso dal fuoco amico di un drone americano,
resa nota da Washington mercoledì scorso, subito dopo una visita
ufficiale italiana, non appena declassificata, cioè pubblica. Che vuol
dire? Semplice, che la scorsa settimana, l’amministrazione Obama non ha
detto una parola alla delegazione italiana sulla fine del nostro
concittadino perché non l’ha ritenuta affidabile nel gestire
informazioni riservate, cioè classified, ancora per qualche
giorno. Non ha ritenuto che il primo ministro italiano avrebbe tenuto la
bocca chiusa, si sarebbe controllato, non avrebbe spifferato la cosa in
conferenza stampa e così via. Per altro, nonostante abbracci e sorrisi,
gli aveva appena comunicato, questo sì con chiarezza, che: l’Italia non
sarà a capo di una missione internazionale in Libia; l’Italia invece
deve mantenere il suo contingente a Herat in Afghanistan per sei mesi in più, fino alla fine dell’anno.
Veniamo alla dolorosa questione dei
clandestini che invadono le coste italiane, ai quali, come ha scritto
Bloomberg, facciamo da taxi. Renzi ha chiesto il Consiglio europeo
straordinario di giovedì, come se dovesse scaturirne una decisione
straordinaria, e Renzi alla conclusione ha addirittura parlato di
risultato e soddisfazione enormi. Invece ci viene concesso solo il
triplicamento dei fondi per l’operazione Triton, e sempre pochi restano, non viene affrontato il problema della gestione dei flussi immigratori e non ci sono impegni concreti su accoglienza e interventi di prevenzione, al contrario un certo numero du nazioni, Inghilterra
in testa, ha esplicitamente dichiarato che non entra neanche uno
spillo. C’è una chicca che tengo a far notare: una task force europea
controllerà la cosiddetta fotosegnalazione dei migranti, nel senso che
non si fidano.
È andata male anche all’Onu. L’Italia chiedeva l’autorizzazione a entrare nelle acque libiche e bombardare i barconi degli scafisti,
ma il Palazzo di Vetro ha detto di no, anche se un incontro tra premier
italiano e segretario generale è in programma tra pochi giorni.
Forse se personaggi che dovrebbero
essere stato consegnati al passato, come Enrico Letta e perfino Romano
Prodi, si consentono di intervenire così criticamente e pesantemente, è
perché le critiche pesanti le ascoltano in informati ambienti
internazionali. Peccato che nel fantastico mondo dell’opposizione che si
sogna addirittura come futuro Partito Repubblicano, il massimo del guizzo sia sulla disputa tra Tajani e la Rossi.
24 aprile 2015
fonte: http://www.lintraprendente.it
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