Solo di fronte a quelle immagini terribili di sangue,
dolore e disperazione, solo di fronte agli sguardi persi di uomini
persi, privi dell’ultimo filo di speranza, solo di fronte all’ennesima
tragedia del mare qualcuno si sta svegliando. E assistiamo alla sfilata
delle buone intenzioni, del faremo il possibile e dell’agiremo affinché non accada più. Intanto è accaduto ed è questa l’unica realtà. Il resto è muffa. E chi brindò alla cacciata di Gheddafi
(e non spese neppure una parola sulla crudeltà della sua morte)
dovrebbe quantomeno farsi un esame di coscienza perché è da quel momento
che la situazione è precipitata.
Ora tutti dicono che era meglio Gheddafi ma…
Persino i Cinquestelle lo ammettono, per bocca di Alessandro Di
Battista: «I due responsabili principali delle tragedie sono il ministro
Alfano, di cui noi abbiamo chiesto le dimissioni almeno 800 volte, e
l’ex presidente Napolitano perché è lui che ha spinto soprattutto per
l’appoggio agli Usa e ai francesi per la distruzione violenta di
Gheddafi». Una dichiarazione condivisibile solo in parte perché
macchiata comunque da toni propagandistici. Dov’erano i grillini al
tempo delle polemiche sul baciamano o sulla partecipazione di Berlusconi
alla festa per la posa della prima pietra dell’autostrada libica? O
sull’accordo anti-barconi, che il centrosinistra considerava razzista e
disumano? Matteo Renzi non ha il coraggio di dire tutta la verità,
nient’altro che la verità e fa solo una piccola concessione: «In Libia
quattro anni fa la comunità internazionale è intervenuta per cacciare un
dittatore terribile come Gheddafi ma non si è posta il problema del
dopo».
La sinistra non ammette le proprie colpe
La verità è semplice: chi ha voluto la guerra in Libia ha creato la
catastrofe. «Gheddafi – come disse Maurizio Gasparri in tempi non
sospetti – era un dittatore, ma siamo passati da un personaggio
senescente, e ormai più folcloristico che pericoloso, a dei
fondamentalisti a poche miglia di mare dalle coste italiane. I
responsabili sono quelli che denunciammo da tempo: Sarkozy, Cameron e
Obama con la complicità di chi, dal Quirinale, incoraggiò quella guerra
sbagliata». Del resto lo stesso Gheddafi fu profetico: «La scelta è tra
me e il terrorismo islamico».
E ora si pagano gli errori commessi
«Dopo la poco lungimirante e assurda eliminazione di Gheddafi –ha
detto Altero Matteoli – abbiamo ceduto al nostro innato spirito di
accoglienza senza avere la consapevolezza che il fenomeno migratorio
stava assumendo i connotati di una vera e propria invasione, ingestibile
anche sul piano prettamente umanitario». Da Londra arriva la rabbia di
Nigel Farage: dietro l’ecatombe di migranti nel Mediterraneo c’è anche
«il fanatismo con cui Cameron e Sarkozy vollero bombardare la Libia» col
risultato di “destabilizzare” quel Paese. Farage sostiene che in Libia
imperversa «la ferocia» e che per «i cristiani è ormai virtualmente
impossibile» viverci. «Dobbiamo essere onesti – ha aggiunto – e
ammettere che eliminando Gheddafi, per quanto cattivo potesse essere,
abbiamo direttamente causato il problema».
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