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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

20/04/15

Chi brindò alla fine di Gheddafi chieda scusa senza lacrime di coccodrillo

Chi brindò alla fine di Gheddafi chieda scusa senza lacrime di coccodrillo

Solo di fronte a quelle immagini terribili di sangue, dolore e disperazione, solo di fronte agli sguardi persi di uomini persi, privi dell’ultimo filo di speranza, solo di fronte all’ennesima tragedia del mare qualcuno si sta svegliando.  E assistiamo alla sfilata delle buone intenzioni, del faremo il possibile e dell’agiremo affinché non accada più. Intanto è accaduto ed è questa l’unica realtà. Il resto è muffa.  E chi brindò alla cacciata di Gheddafi (e non spese neppure una parola sulla crudeltà della sua morte) dovrebbe quantomeno farsi un esame di coscienza perché è da quel momento che la situazione è precipitata.

Ora tutti dicono che era meglio Gheddafi ma…

Persino i Cinquestelle lo ammettono, per bocca di Alessandro Di Battista: «I due responsabili principali delle tragedie sono il ministro Alfano, di cui noi abbiamo chiesto le dimissioni almeno 800 volte, e l’ex presidente Napolitano perché è lui che ha spinto soprattutto per l’appoggio agli Usa e ai francesi per la distruzione violenta di Gheddafi». Una dichiarazione condivisibile solo in parte perché macchiata comunque da toni propagandistici. Dov’erano i grillini al tempo delle polemiche sul baciamano o sulla partecipazione di Berlusconi alla festa per la posa della prima pietra dell’autostrada libica? O sull’accordo anti-barconi, che il centrosinistra considerava razzista e disumano? Matteo Renzi non ha il coraggio di dire tutta la verità, nient’altro che la verità e fa solo una piccola concessione: «In Libia quattro anni fa la comunità internazionale è intervenuta per cacciare un dittatore terribile come Gheddafi ma non si è posta il problema del dopo».

La sinistra non ammette le proprie colpe

La verità è semplice: chi ha voluto la guerra in Libia ha creato la catastrofe. «Gheddafi – come disse Maurizio Gasparri in tempi non sospetti – era un dittatore, ma siamo passati da un personaggio senescente, e ormai più folcloristico che pericoloso, a dei fondamentalisti a poche miglia di mare dalle coste italiane. I responsabili sono quelli che denunciammo da tempo: Sarkozy, Cameron e Obama con la complicità di chi, dal Quirinale, incoraggiò quella guerra sbagliata». Del resto lo stesso Gheddafi fu profetico: «La scelta è tra me e il terrorismo islamico».

E ora si pagano gli errori commessi

«Dopo la poco lungimirante e assurda eliminazione di Gheddafi –ha detto Altero Matteoli – abbiamo ceduto al nostro innato spirito di accoglienza senza avere la consapevolezza che il fenomeno migratorio stava assumendo i connotati di una vera e propria invasione, ingestibile anche sul piano prettamente umanitario». Da Londra arriva la rabbia di Nigel Farage: dietro l’ecatombe di migranti nel Mediterraneo c’è anche «il fanatismo con cui Cameron e Sarkozy vollero bombardare la Libia» col risultato di “destabilizzare” quel Paese. Farage sostiene che in Libia imperversa «la ferocia» e che per «i cristiani è ormai virtualmente impossibile» viverci. «Dobbiamo essere onesti – ha aggiunto – e ammettere che eliminando Gheddafi, per quanto cattivo potesse essere, abbiamo direttamente causato il problema».


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