Tutta acqua al mulino di Matteo Salvini: dopo "Mafia Capitale", anche la tragedia del Norman Atlantic non fa che confermare la tesi del segretario della Lega, cioè che il traffico di immigrati clandestini è diventato una voce essenziale nel bilancio della malavita organizzata...
Tutta acqua al mulino di Matteo Salvini: dopo "Mafia Capitale", anche
la tragedia del Norman Atlantic non fa che confermare la tesi del
segretario della Lega, cioè che il traffico di immigrati clandestini è
diventato una voce essenziale nel bilancio della malavita organizzata e
farfinta di niente, spacciando come approccio solidale e umanitario
quella che è invece colpevole distrazione e impotenza istituzionale è
una scelta politicamente ignobile.
Di Mafia Capitale si sa ormai quasi tutto, ed è palese che il traffico di esseri umani era diventato, per i compari di Buzzi, un business lucrosissimo, alle spalle della collettività e in spregio a qualunque minimo criterio autenticamente umanitario. Del naufragio del traghetto greco si sa soltanto che il numero ancora i precisato di dispersi va ricollegato appunto alla circostanza, sicura in sé per quanto imprecisa nell'entità, che a bordo c'erano decine di immigrati clandestini, fatti imbarcare da trafficanti senza scrupoli.
Il racconto di un profugo afghano imbarcato nel 2013 a Patrasso su un altro nave della stessa compagnia del Norma, la Anek, riportato oggi dal Corriere è aggiacciante. Rivela la banalità del crimine, dove il rischio di far salire o clandestini a bordo delle navi, per chi organizza il business, è minimo, mentre è altissimo il rischio di chi tenta la sorte, magari accucciandosi sull'asse posteriore di un Tir.
Questi fenomeni - non sono episodi ma appunto fenomeni ricorrenti - danno forza alla linea rigorosa che Salvini, come anche Zaia in Veneto, sostengono sul tema dell'immigrazione: la linea cioè di un "sì" all'immigrazione regolare, gestibile sia sul piano economico che logistico, e un "no" all'immigrazione irregolare, fonte di pericoli gravissimi per i migranti, di lucro indecente per i trafficanti e infine di disagi e costi abnormi per le società ospiti.
Ma quel che questi fenomeni rivelano è anche e soprattutto la clamorosa malafede delletante "anime belle" che a sinistra ma non solo predicano un'indiscriminata apertura all'immigrazione, che ripudi la linea severa di quasi tutti gli altri Stati dell'Unione europea (Francia e Spagna fanno testo, al riguardo) trasformando l'Italia in un sostanziale Paese della cuccagna dei trafficati. Gli stessi che dicono sempre sì all'immigrazione in nome dei diritti umani, non sono poi in grado di apire quanto crimine si annidi proprio sulle conseguenze pratiche della loro dabbenaggine.
Di Mafia Capitale si sa ormai quasi tutto, ed è palese che il traffico di esseri umani era diventato, per i compari di Buzzi, un business lucrosissimo, alle spalle della collettività e in spregio a qualunque minimo criterio autenticamente umanitario. Del naufragio del traghetto greco si sa soltanto che il numero ancora i precisato di dispersi va ricollegato appunto alla circostanza, sicura in sé per quanto imprecisa nell'entità, che a bordo c'erano decine di immigrati clandestini, fatti imbarcare da trafficanti senza scrupoli.
Il racconto di un profugo afghano imbarcato nel 2013 a Patrasso su un altro nave della stessa compagnia del Norma, la Anek, riportato oggi dal Corriere è aggiacciante. Rivela la banalità del crimine, dove il rischio di far salire o clandestini a bordo delle navi, per chi organizza il business, è minimo, mentre è altissimo il rischio di chi tenta la sorte, magari accucciandosi sull'asse posteriore di un Tir.
Questi fenomeni - non sono episodi ma appunto fenomeni ricorrenti - danno forza alla linea rigorosa che Salvini, come anche Zaia in Veneto, sostengono sul tema dell'immigrazione: la linea cioè di un "sì" all'immigrazione regolare, gestibile sia sul piano economico che logistico, e un "no" all'immigrazione irregolare, fonte di pericoli gravissimi per i migranti, di lucro indecente per i trafficanti e infine di disagi e costi abnormi per le società ospiti.
Ma quel che questi fenomeni rivelano è anche e soprattutto la clamorosa malafede delletante "anime belle" che a sinistra ma non solo predicano un'indiscriminata apertura all'immigrazione, che ripudi la linea severa di quasi tutti gli altri Stati dell'Unione europea (Francia e Spagna fanno testo, al riguardo) trasformando l'Italia in un sostanziale Paese della cuccagna dei trafficati. Gli stessi che dicono sempre sì all'immigrazione in nome dei diritti umani, non sono poi in grado di apire quanto crimine si annidi proprio sulle conseguenze pratiche della loro dabbenaggine.
Sergio Luciano - 2 gennaio 2015
fonte: http://www.affaritaliani.it
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