A Natale tutti più buoni? Ma anche no!
Non io, certamente.
Come faccio a puntare alla bontà quando uno dei più visti tg
nazionali, oggi, per almeno 15 minuti non ha fatto altro che dare
notizie di uccisioni, aggressioni, stragi e affini, commessi da
stranieri? Con le viscere in subbuglio e uno strano formicolio
alle mani, avevo più voglia di imbracciare una mazza chiodata e
brandirla, che di cercare un motivo buono per non farlo. Molti, parenti e
amici, mi ricordavano che sono cristiano: non basta. Cattolico: non
basta. Occidentale e progredito: non basta. Alfabetizzato e acculturato:
non basta.
Non basta nulla a convincermi che bisogna usare solo i più
“buoni” fra gli strumenti della democrazia e della tolleranza contro
questo fiorire di crimini efferati, importati nel nostro Paese
da Stati lontani, assieme a milioni di Nonitaliani a cui abbiamo aperto,
spalancato, le porte dell’Italia.
No! Non credo ai processi e alle condanne “scontate”, cioè inflitte con lo sconto. Non credo al recupero.
Non alla rieducazione di gente marcia dentro, che scappa da Paesi in
cui le galere sono un buco profondo direttamente collegato con l’inferno
e senza possibilità di venirne fuori, e che viene in Italia perché sa
che un omicidio commesso da noi, al limite, gli garantisce pasto caldo,
stipendiuccio e qualche microannetto di gattabuia con tv e servizi.
Margherita Crivello, la signora italiana morta ammazzata da
uno zingaro diciottenne a Torino per 15 euro, non può essere risarcita
con qualche anno di condanna al suo spietato uccisore!!! Immagino
il terrore negli occhi della poveretta, mentre il maledetto la colpiva
ripetutamente. Sento nelle orecchie il suo accorato urlo di dolore e la
richiesta di pietà. E vedo nitidamente la ferocia di cui sono intrise le
carni dell’omicida e che arma la mano e la mente del truce assassino. Chi può impedirmi di dargli del porco? Il suo avvocato? O il clan al quale appartiene? O le
associazioni buonine buonine, che, fottendosene della povera gente di
casa nostra, si fanno fotografare fra i forestieri, che gli portano in
tasca milioni e milioni di sovvenzioni?
Mi infuoco sentendo la nenia televisiva dei numeri di immigrati
(e non migranti) che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste:
centinaia di migliaia in questo permissivo 2014. Con la benedizione
della compagna Boldrini, la folle complicità di Papa Francesco, e il
silenzio imbecille di ministri e capi di governo assoggettati a chissà
quali poteri ammantellati!
Inorridisco al solo pensiero che l’anno che sta per nascere ne vedrà arrivare altre migliaia, di misteriosi invasori.
E che molti di loro, magari terroristi incalliti, siano diretti qui,
nella mia Italia, e non altrove. I peggiori, probabilmente: quelli che
hanno già radici piantate nelle nostre contrade. Fratelli, padri, soci,
complici, boss. Resteranno per delinquere, sparare, accoltellare e
spacciare. Magari, far prostituire o prostituirsi. Unendosi ai peggiori fra noi. Che non mancano, comunque.
(E smettiamola di dire che vengono a svolgere mansioni che gli italiani
rifiutano: alla favoletta inventata dai media non crede più nessuno!)
Mi indigno, sì, se penso che questi novelli saraceni
dalla faccia buona e la mente nemica ci costano milioni di euro. Gli
stessi milioni che salverebbero altrettante famiglie italiane senza
casa, lavoro, futuro. E mi infurio.
Sì, sì, mi infurio. Perché quando qualcuno tenta di
denunciare le loro malefatte, viene trafitto dal giornalista di turno,
dal prete o dal buonista da poltroncina televisiva, con l’accusa di
razzismo, intolleranza, violenza. O, quantomeno, di demagogia e
populismo.
Col piffero! Altro che razzismo o demagogia. Troppo spesso si tratta di sacrosanta verità. Andiamolo a chiedere a tabaccai, gioiellieri, farmacisti, benzinai, contro chi e cosa devono lottare quotidianamente. Chiediamolo alle donne
che non possono girare l’angolo, senza correre il pericolo di essere
trascinate dietro la prima siepe da giardinetto e stuprate da orde di
porcherosi sciacalli infoiati. Chiediamolo alle Forze dell’Ordine, che li combattono ad ogni piè sospinto, li arrestano e se li ritrovano fra le balle, con altro nome, al reato successivo.
Insomma, basta! Fuori tutti!
Proviamo a ristabilire i confini nazionali di tutti gli Stati. E vediamo che succede. Magari abbiamo ragione noi e sarà tutto migliore.
Oppure, se proprio ci fossimo sbagliati (e non credo proprio!), ci sarà sempre tempo per riaprire le porte.
E’ così difficile, del resto, ammettere che probabilmente stiamo esagerando con la pratica dell’accoglienza incondizionata?
Che ogni negozio cinese o indiano che sia leva lavoro non solo ai
nostri commercianti, ma anche a decine di commessi italiani che ci
collaborerebbero? Che quasi tutti quei centri benessere asiatici siano
dei bordelli, vietati dalla legge Merlin su tutto il suolo italiano? Che
nei ristoranti non nazionali siano necessari controlli quotidiani per
evitare che sulle tavole arrivino cani e gatti cotti ancora vivi? Che
ogni paio di calzoni, di calzini, di calze e non solo, messi in vendita
in certi negozi stranieri, vengano impastati con materie vietate non
solo dalla legge, ma da ogni buonsenso immaginabile?
E’ così difficile ammettere che tutte le loro pratiche,
religiose o sociali che siano, non meritano, molto spesso, alcuna
integrazione, se non a danno dei secoli di progresso, lotte e
vittorie che l’Occidente ha portato avanti e ottenuto col sangue versato
da milioni di veri eroi? E penso a quelle pratiche offensive nei
confronti di noi che ospitiamo, nei confronti delle donne e dei bambini,
degli animali…
E, dunque, di cosa stiamo parlando ancora? Extra omnes! Per difendere la libertà, la democrazia vera, la Civiltà.
(Mi chiedo come mai gli americani, i russi, gli inglesi, i tedeschi,
gli spagnoli, gli iracheni, i cinesi, i sauditi, gli egiziani, gli
israeliani, i pakistani, gli indiani, i vietnamiti, i coreani, gli
australiani, i messicani, …, …, …, … SPARANO addirittura a chi varca il
confine, mentre noi li accogliamo con le ghirlande di fiori cantando
Aloha e spalmando balsami sotto le piante dei loro piedi… )
Fra me e me. (Oggi anche Ali Agca è entrato in Italia senza visto! Puah!)
di Nino Sperlì
Domenica 28 dicembre 2014 – Senza Santi in Paradiso – Taurianova, Piana di Gioia Tauro. Calabria
fonte: http://blog.ilgiornale.it
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