L’Aquila – La rassegna giunta alla 4° edizione “Volta la Carta” “-libri e non solo a L’Aquila – presidente Valeria Valeri, nasce per dare spazio alla cultura e alla condivisione artistica, a da questa iniziativa prende il via la Fiera dell’Editoria Indipendente. Tre giornate di incontri con importanti personaggi da Toni Capuozzo a Giancarlo Governi, da Giuliana Sgrena a Alessandro Vanoli e poi ancora Ermal Meta, Fabio Stassi e tanti altri.
La presenza del noto giornalista Toni Capuozzo porta alla ribalta, con la presentazione del suo libro “Il segreto dei Marò”, l’assurda storia dei due ufficiali della Marina Italiana.
“E’ una storia che non è finita, temo che sarà una storia
infinita. Questa vicenda è sminuita dal fatto che i due uomini sono
tornati a casa.” Così iniziano le sue osservazioni “C’è in
corso un giudizio arbitrale all’Aia il tribunale internazionale. Per
due anni discuteranno non su chi ha ucciso quei poveri pescatori , ma
bensì su chi abbia il diritto di fare il processo, se toccherà a Roma o
a Dheli. Conoscendo le carte, lavorando sui fatti ,sono convinto che
non arriveranno mai ad un processo perché se lo facessero i nostri due
ufficiali non potrebbero che essere assolti, perché è così evidente la
manipolazione delle prove”.
Le parole di Capuozzo puntano a far comprendere ancor meglio l’assurdità di questa “storia di malagiustizia internazionale” (come
citato sulla fascetta del libro) da far pensare che sul banco degli
imputati, almeno quello morale, a salire dovrebbero essere l’India e
l’Italia e non certo i due ufficiali.
Capuozzo conosce da 13 anni Massimiliano Latorre, avendolo avuto come scorta per un reportage giornalistico in zona di guerra. “ Di lui
ho conosciuto il carattere, la professionalità, una persona prudente
seria che non corre con la mano all’arma o che possa sparare su due
pescatori innocenti . Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
non lanceranno mai accuse perché sono due militari con il senso
dell’appartenenza , l’orgoglio di portare la divisa che non ne farà mai
dei grandi accusatori e lo stesso orgoglio, lo stesso senso del
dovere, non li farà mai rei confessi di qualcosa che non hanno
commesso”
Accende i riflettori sulla vicenda “Questa storia è una
fotografia impietosa dell’Italia. Ci raccontano che stiamo bene, che
stiamo uscendo dalla crisi, che andiamo verso l’1% della crescita del
PIL, e poi vedi che l’Alitalia è ormai degli Emirati , vedi che se ne
vanno centomila giovani in un anno. Il sogno, ai miei tempi, per un
giovane era andare a Roma o Milano, ora è o Londra o Berlino, e le
nostra città sono diventate delle provincie, ma l’Italia è diventata
tutta una provincia. Quanto ha contato I’ Italia nel panorama
internazionale di questa storia? si è visto che un paese come l’India,
con un economia che cresce a ritmo che noi ci sogniamo e che conta
molto, ma molto più di noi nei rapporti con la Russia e gli Stati Uniti,
si è potuto permettere di fare il bello e il cattivo tempo con un
paese, il nostro, che è rimasto con il cappello in mano, che non ha
mai avuto il coraggio di dire “Sono innocenti” e che ha cercato di fare,
nella migliore tradizione italiana, la determinazione che tutto si
risolve a tarallucci e vino “tanto tutto si sistema, figurati se li
fucilano” .
Nelle parole di Capuozzo nulla è stato lasciato ad intendere, come
è costume del giornalista che si è sempre fatto apprezzare per la
capacità di andare diritto al punto. Così chi ha voluto intendere ha
inteso quanto sia elevato l’interesse italiano della propria economia
con la fabbricazione delle armi. Diventa assurdo illudersi che si
possa vivere esportando solo parmigiano reggiano e vino, e per
quanto possa essere deprecabile e discutibile, se qualcuno deve
fabbricare armi allora è meglio che lo faccia l’ Italia, dando
occupazione.
“Nella guerra non ci sono solo le armi, l’arma più fetente è l’uomo” asserisce Capuozzo
“Provo rabbia per quello che successo ai nostri due ufficiali,
persone semplici che non si son mai riprese. Avere un ictus, a 47 anni,
è figlio del tormento.- continua – Quest’estate mi ha detto
Massimiliano con entusiasmo, che tornava in servizio avendo esaurito
il periodo di malattie. Gli ho detto che lo avrebbero messo in un
ufficio a timbrare carte, lo avrebbero controllato in ogni spostamento
con chi andava a prendere il caffè o in mensa, perché è diventato
indigesto. Se fossi un comandante sarei imbarazzato ad averlo in
caserma perché è un monumento al fallimento dello Stato. Sarà
uno di quelli per cui la Fornero non vale. Fra quattro anni gli
daranno una bella fuori uscita, andrà in pensione, e gli faranno
firmare un impegno a non scrivere le sue memorie. “
“La politica è una malattia, a me non frega niente, a me interessano ai fatti”. Ha affermato Capuozzo .
“Il giornalismo italiano è molto conformista. Son quasi tutti convinti
che se non sei di sinistra non sei un bravo giornalista. Io non ambisco
ad essere sopra preferisco essere sotto, io alzo la voce per chi no ha
voce .”
La considerazione devastante che deriva dalle tante affermazioni esposte da Toni Capuozzo
è pensare come possa il Governo riuscire a risolvere i tanti problemi
che affliggono l’Italia, dalla disoccupazione alla immigrazione se con
fatti e prove indiscutibili non è riuscito a far fronte ad una
situazione di per sé facile.
“Ci raccontano come ai bambini una favola bella così ti viene il
sonno e poi vai a dormire. Ma questa è una favola brutta. I fatti lo
dimostrano. Il legale dell’armatore “ F.lli Amato di Napoli,” per la mia
similitudine con Schettino del capitano della nave “Enrica Lexie”, a
testimonianza che non era stato il suo volere consegnarsi alla giustizia
indiana, mi trasmette tutte le comunicazioni intercorse tra la
“Lexie” e la guardia costiera indiana. Su ogni rapporto ben in
evidenza orario e data delle trasmissioni. Emergono delle clamorose
incongruenze sui tempi delle segnalazioni degli avvenimenti. Non
dimentichiamo che in quel momento in India c’è una campagna elettorale
tesissima dove il leader di maggioranza è Sonia Ghandi alla quale
l’opposizione non ha mai perdonato le sue origini italiane. E’ una
storia dove la politica indiana si è buttato a capofitto. Li hanno
avuti a disposizione per 3 anni e mezzo. Non hanno fatto loro alcun
processo perché sapevano di non avere prove e quelle in possesso erano
fasulle.”
“Sono in Italia non per merito del Governo italiano ma perché c’è
un governo in India molto più pragmatico che in qualche modo doveva
risolvere la storia senza sbugiardare la propria magistratura, la mia
idea è che andrà avanti così. Fra due anni al momento della scelta
fanno quello che avrebbero dovuto fare quattro anni fa: Italia e India
due paesi con una storica amicizia decidono di porre fine ad un
terminabile contenzioso legale che tiene aperte solo delle ferite. A
calmare le acque un risarcimento alle famiglie dei pescatori .Ho la
soddisfazione di aver scritto queste cose e non ho avuto nemmeno una
lettera dal Direttore, neanche una querela, perché sanno benissimo che
mi sono mosso sui fatti e i fatti non possono essere smentiti.”
Una delle evidenti prove menzionate da Capuozzo riguardano il
calibro dei proiettili estratti al primo esame autoptico: erano stati
dichiarati essere 7,62 ma bordo della Lexie erano in dotazione solo
quelli calibro 5,56. Dopo una settimana una perizia smentisce e dice
che i proiettili nel corpo dei due marinai erano 5,56.
“Perché tu Italia non hai mai protestato. Se lo so io che sono il
signor nessuno, tu Ministro degli Esteri perché sei stato zitto. Di
fronte a queste evidentissime violazioni perché hai fatto arrestare due
militari in divisa su una nave? perché tu Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e tu Presidente della Repubblica Sergio Mattarella li ricevi al Quirinale, anche tu presidente Renzi , fate festa quando torna Girone?,
se avessi un militare che ha ucciso due pescatori innocenti non l’
applaudo, non lo accetto al Quirinale con il tappetino rosso e i
fotografi , paventando anche l’idea di farli presenziare il due giugno .
Forse se li ricevi vuol dire che sai che sono innocenti.”
Con amarezza Toni Capuozzo ha dichiarato che questa è una storia che
il giornalismo ha evitato, l’intera classe politica è stata silente “oggi non è politica, sono poltrone.”
Alla domanda del giornalista Roberto Ciuffini, moderatore dell’incontro, sul caso Regeni, così ha risposto : “ “Se l’Italia che chiede verità su Giulio Regeni è la stessa che ha difeso i due marò, addio verità.”
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