Una lettera scritta durante un pomeriggio
qualsiasi: Rocco è il segretario provinciale UGL della polizia di Stato
di Torino. Si sfoga delle condizioni in cui si trovano oggi le forze
dell'ordine
"Io non credo che fare il poliziotto oggi sia come averlo fatto ieri". Inizia così la lettera aperta di Rocco Campochiaro, segretario provinciale UGL della polizia di Stato di Torino.
Una lettera indirizzata al presidente della Governo Matteo Renzi,
scritta - ci racconta - col cuore, senza pensare al peso che a volte
hanno le parole, specie se pubblicate su un profilo Facebook che -
ammette - non sa neppure usare troppo bene. Una lettera non per i
poliziotti "oramai povere pedine arrugginite di una scacchiera logorata dai 'tagli' del tempo", ma per i cittadini, perchè sappiano le reali condizioni in cui si trovano a operare oggi le forze dell'ordine.
"Lavoriamo in abiti civili perché le vestizioni ordinarie
relative alle divise sono insufficienti, appiedati perché senza parco
auto evidentemente al collasso e con fotocopiatrici e computer
'personali' troppo spesso acquistati coi nostri soldi", scrive Rocco sul suo profilo.
"I cittadini non sempre ci vedono di buon occhio -
ci racconta Rocco - . Si lamentano della nostra assenza, che quando
chiamano non arriviamo mai. Ma questo è perchè le auto di servizio non
ci sono e non è colpa nostra. E' colpa dell'indifferenza in cui le forze
dell'ordine sono state lasciate, abbandonate a se stesse". Non vuole un
aumento di salario Rocco e tutti i poliziotti come lui, ma rispetto. Rispetto che chiede al presidente del Governo Matteo Renzi "almeno per gli italiani a cui stai raccontando tante bugie".
Ascoltando Rocco trapela senza esitazioni l'amore estremo per il proprio lavoro,
nonostante tutto, nonostante a volte, i giubotti antiproiettile scaduti
dopo il periodo di quattro anni, "i poliziotti se li debbano comprare
da soli".
Valentina Ferrero - 24 nov 2015
fonte: http://www.torinotoday.it
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