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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

29/05/15

Papponi del vitalizio, l'accusa di Maurizio Belpietro a Matteo Renzi: "Vi spiego perché difende i papponi"



Gentile presidente del Consiglio, mi scusi se oso importunarla mentre lei è impegnato in questioni nazionali e internazionali. So che tra un Vincenzo De Luca da salvare, una Raffaella Paita da evitare e tanti immigrati da sbarcare le resta poco tempo per seguire vicende ordinarie. Ci mancava poi che a soli tre giorni dal voto delle regionali alcuni rom si lanciassero a folle velocità contro persone che tornavano dal lavoro, regalando un po’ di voti alla Lega. Ovviamente, viste le molte grane di cui ella si deve quotidianamente occupare non ne voglio aggiungere altre, ma solo sottoporle una questione molto popolare.
Come lei sa da giorni Libero sta affrontando il tema dei vitalizi ai politici. Si tratta di un’inchiesta che ha contribuito a svelare la disparità di trattamento previdenziale fra i cittadini iscritti all’Inps e i parlamentari iscritti alla Casta. Non solo a molti onorevoli è consentito di incassare la pensione ben prima di quanto sia permesso ai comuni mortali (grazie all’intervento della Fornero solo allo scoccare del sessantasettesimo anno), ma nella maggioranza dei casi deputati e senatori percepiscono un assegno che è di gran lunga superiore ai contributi che hanno versato. Lei ora mi obietterà che il 90 per cento degli attuali pensionati si vede pagare più di quanto abbia a sua volta pagato, perché fino all’altro ieri era in vigore il sistema retributivo, ossia un meccanismo che calcolava il trattamento previdenziale sulla base degli ultimi stipendi, senza tener in alcun conto quanto effettivamente versato. È vero, tuttavia le cifre concesse sono sì superiori a quelle trattenute dal datore di lavoro anno dopo anno, ma nel limiti del ragionevole, mentre nel caso dei parlamentari si parla di valori che sono superiori anche dieci volte ai contributi. Tanto per darle un’idea, ci sono rappresentanti del popolo che per aver svolto il mandato per un solo giorno, dimettendosi quello seguente, ad oggi hanno incassato mezzo milione in più di quanto hanno investito. Altri, per aver fatto una sola legislatura percepiscono da quasi quarant’anni il vitalizio e lustro dopo lustro hanno messo da parte una plusvalenza superiore al milione. Si tratta di cifre che un lavoratore normale non vedrà mai nella sua vita, ma che al massimo potrebbe capitargli di intascare se un giorno vincerà alla lotteria.
Il sistema dei vitalizi non solo ha distribuito a pioggia milioni a tutti i fortunati vincitori del seggio parlamentare, ma ormai è diventato un’idrovora che ogni anno drena denaro dalle tasche dei contribuenti. Purtroppo, a causa della rottamazione, il numero degli ex onorevoli è aumentato negli ultimi anni e insieme a loro è cresciuto anche il buco nei conti pubblici. Infatti, a fronte di una decina di milioni versati (ma sarebbe meglio dire conteggiati, perché in realtà si tratta di contributi figurativi), le Camere ogni anno erogano vitalizi per oltre 200 milioni. Risultato, dal 2006 ad oggi, la previdenza dei parlamentari è costata agli italiani più di due miliardi, una cifra da manovra finanziaria, che da sola sarebbe bastata a coprire le spese per la restituzione parziale dell’indicizzazione che lei ha deciso di dare ai pensionati.
Lei forse mi dirà che queste cose le conosce, perché le ha lette su Libero e perché la scorsa settimana, durante una puntata di Porta a Porta, le ha sommariamente ascoltate dal sottoscritto. Vero. Però è altrettanto vero che lei ad una mia precisa domanda sulla materia ha risposto dicendo che la nostra inchiesta era sacrosanta e che le cifre pubblicate erano scandalose. E ieri è tornato sulla questione aggiungendo che i cittadini hanno ragione ad essere arrabbiati di brutto, perché i politici devono essere vitali e non pensare al vitalizio. Ed è proprio questo il punto che io intendo segnalarle. A dieci giorni dalle sue dichiarazioni nulla è successo. O meglio: è successo che, nella speranza che la vicenda venga dimenticata, tutti si applicano per mettere la sordina a quelle cifre scandalose. In particolare a impegnarsi sono i parlamentari, i quali si augurano che rimanendo zitti la cosa poi si plachi e, nel più puro stile italiano, tutto rimanga come prima. Vede, io leggo le lettere dei lettori e parlo con la gente che incontro per strada, e finora non ho trovato un italiano che non condivida la nostra campagna. Tutti vogliono che ci si dia un taglio e che si chiuda il pozzo di San Patrizio che per anni ha alimentato la vita comoda di tanti onorevoli.
Lei forse obietterà che, pur condividendo gli obiettivi della nostra inchiesta, non è il governo che può legiferare in materia. Vero anche questo. Ma lei non è solo il presidente del Consiglio, è anche il segretario del Pd, ossia della principale forza politica presente in Parlamento. Alla Camera ha la maggioranza assoluta e al Senato, come si è visto, ha la maggioranza che le serve per far passare ciò che vuole. Dunque, perché non si fa promotore, lei e il suo partito, di una modifica del regolamento parlamentare che regala milioni agli ex onorevoli? Lei quando ha voluto imporre il Jobs act, la legge elettorale e perfino il Senato non elettivo lo ha fatto senza guardare in faccia a nessuno e perfino obbligando i suoi a votare leggi che non volevano. Perché quindi non si dà una mossa e non fa cancellare i vitalizi, o per lo meno non li fa ridurre? Tutti gli italiani la applaudirebbero e lei guadagnerebbe più voti che con il bonus da 80 euro. Vorrà mica regalarli a Salvini e a Grillo quei voti? E soprattutto: non vorrà passare per il difensore dei papponi? Attendo risposta...

Maurizio Belpietro - 29 maggio 2015
fonte: http://www.liberoquotidiano.it

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