La scorsa settimana il governo ha annunciato l’aumento, nella legge di stabilità, del fondo per disabili non autosufficienti e Sla portandolo da 250 a 400 milioni, un gesto propagandistico e nulla più visto che tanti disabili continueranno a non beneficiare di consistenti aiuti. A cominciare dai ciechi che, se non dovessero arrivare modifiche all’impianto attuale della norma, si troveranno ancora di più al buio. La questione è abbastanza semplice: la legge che regolerà le entrate e le uscite per il 2015 prevede una sensibile riduzione dei fondi concessi all’Unione italiana ciechi, anche perché tutti gli emendamenti presentati in Commissione per confermare quelli dello scorso anno sono stati bocciati. Una situazione che sta ovviamente allarmando il settore, con la Uici che ha annunciato l’agitazione della categoria ricordando che a rischio ci sono servizi di cui hanno bisogno circa un milione di persone. Dal dopoguerra ad oggi, infatti, tramite la legge 1047 del 1947, lo Stato ha delegato a questo ente la tutela e la gestione della categoria.
STANZIAMENTO FALCIDIATO
Il problema attuale è figlio di una legge del 1993 in base alla quale i fondi destinati all’Uici dovevano essere tagliati del 90%. Tale norma, però, fino ad oggi è stata sempre aggirata mediante alcune misure straordinarie che hanno permesso uno stanziamento quasi costante, anche se lievemente calato negli ultimi anni. Se ora però il Senato non dovesse modificare il testo, il denaro concesso sarà ridotto ad appena un milione e mezzo di euro, con una riduzione di circa i tre quarti rispetto allo scorso anno. Dodici mesi fa, infatti, il governo Letta aveva assegnato all’Uici poco più di 6 milioni di euro per la gestione delle sue attività facendo riferimento alla legge che finanzia la formazione, a quella che prevede la realizzazione di libri parlati e qualla che disciplina le cooperative sociali. Grazie a queste norme i contributi erano stati erogati anche a tutta una serie di realtà collegate.
SENZA RISPOSTA
Tramite una nota l’associazione ha lanciato un ultimo appello al governo affinché torni sui propri passi. Il presidente Mario Barbuto ha anche riferito di aver più volte chiesto, in modo ufficiale, di incontrare il Sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio senza però ricevere risposta. Qualora l’esecutivo non cambiasse rotta, non sarebbe a rischio solo l’esistenza dell’associazione ma anche l’autonomia e la crescita di molti disabili.
di Fabrizio Di Ernesto - 27 nov 2014
fonte: http://www.lanotiziagiornale.it
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