Marò, un caso dolorosamente interminabile. Dopo la concessione dell’estensione della licenza a Massimiliano Latorre, l’India si rituffa a capofitto nel merito accusatorio della vicenda che coinvolge i nostri due Fucilieri di Marina da tre anni ormai in ostaggio della magistratura asiatica, e dei suoi infiniti cavilli buroctraici e sulle estenuanti querelle legate alle attribuzioni giurisdizionali, (oltre che della inconcludenza della diplomazia internazionale). E e il fulcro nevralgico dell’intera storia processuale torna ad essere il ricorso – o meno – alla Nia, l’agenzia investigativa indiana.
Marò, torna in ballo la Nia?
Così, dal portale del massimo tribunale indiano, si evince che la ripresa delle discussioni dibattimentali in Corte Suprema a New Delhi sul ricorso italiano presentato per la non utilizzazione della polizia Nia nel caso che coinvolge i due militari del Battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, è stata fissata «in linea di principio» per il 30 aprile. Già nelle ultime ore, peraltro, il giudice Anil R. Dave, concedendo a Latorre una estensione della sua permanenza in Italia fino al 15 luglio, aveva
indicato per l’udienza «l’ultima settimana di aprile». Una decisione
maturata nel corso di un dibattito durante il quale è stato riesaminato
l’iter giudiziario in cui sono sono coinvolti Latorre e Girone –
quest’ultimo, come noto, ancora in India – che ha alimentato
una discussione sulla necessità di sbloccare il processo nel suo
complesso. E in particolare, ripartendo dall’affrontare quindi la
questione del ricorso sulla Nia.
Un’accelerata improvvisa
E allora, nel corso dell’incontro di giovedì, non è passato di certo
inosservato il fatto che il giudice Dave insistesse sulla necessità che
«questo caso registri un avanzamento». Tanto che, stando ai media
indiani, il magistrato rivolto all’avvocato del Fuciliere, Sole Sorabjee,
avrebbe persino aggiunto: «Perché volete che una spada penda sulla
vostra testa? Facciamo in modo che la questione sia decisa al più
presto», firmando una ordinanza in cui si «dispone che la Cancelleria
(Registry) notifichi questa petition nell’ultima settimana di
aprile». In serata, poi, nel sito web della Corte è apparsa,
relativamente al ricorso italiano sulla Nia (236/2014) la dizione: «In
linea di principio da far figurare (in agenda) il 30 aprile 2015». Salvo
ulteriori rinvii…
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