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In Siria, in Iraq, in Pakistan, in Kenya le milizie che si richiamano all’Isis hanno messo in atto un piano di pulizia religiosa eliminando i cristiani e distruggendo le chiese. Le piazze d’Europa, se si esclude quella di San Pietro, non si sono riempite di folle che scandiscano slogan contro queste stragi. Solo qualche dichiarazione per scopi elettorali dei farisei professionisti della politica.
Papa Francesco chiese alla comunità internazionale una mobilitazione
contro queste atrocità senza scontro di civiltà. Qui non si tratta di
guerra di religione ma di una strategia del terrore che prende di mira i
cristiani, gli stessi musulmani sciiti e sunniti, minoranze etniche, e
la cultura tout court. L’Europa, troppo intrisa del pensiero debole,
ancora intimorita da quanto accaduto nei due conflitti mondiali del
Novecento, è timorosa. Attendista. Ipocrita. Soprattutto non ha
un’identità cristiana, persa con l’illuminismo e il relativismo.
Charlie Hebdo sono stati anche i cristiani di sincera fede.
Ma nessun laico agnostico si professa “chretien”. Questa è una vittoria
per i terroristi jihadisti: sono riusciti a instillare tanta paura come
fecero i nazisti alla fine degli anni Trenta del XX secolo ottenendo
così che la gente rimanesse impassibile alla deportazione e alla strage
di ebrei. In Medio Oriente il “genocidio” dei cristiani è cominciato. La
nostra inerzia potrebbe farlo continuare. Possiamo non credere in Gesù e
nella sua Chiesa ma almeno ora gridiamo “Io sono cristiano”.
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